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L’Impero Romano da Traiano ad Antonino Pio (98 – 161 d.C.) - Coggle Diagram
L’Impero Romano da Traiano ad Antonino Pio (98 – 161 d.C.)
Traiano (98 – 117 d.C.)
Politica interna
Buon amministratore → sviluppo economico e infrastrutture (ponti, strade, acquedotti)
Aiuti ai poveri (alimenta)
Espansione territoriale
Annessione di Arabia, Armenia, Mesopotamia
Massima estensione dell’Impero Romano
Conquista della Dacia (attuale Romania)
Origine
Spagnolo, primo imperatore provinciale
Politica estera
guerre di conquista → ma equilibrio difficile da mantenere
Successione
Adottò Adriano
Adriano (117 – 138 d.C.)
Politica interna:
Viaggi in tutto l’Impero → controllo diretto delle province
Riforma dell’amministrazione e della giustizia
Promozione delle arti e dell’architettura (es. Pantheon)
Rapporti con i cristiani:
atteggiamento di tolleranza
Politica estera:
Interrompe le conquiste → consolida i confini
Costruzione del Vallo di Adriano in Britannia
Successione:
adottò Antonino Pio
Antonino Pio (138 – 161 d.C.)
Politica estera:
Difesa dei confini, non nuove conquiste
Costruzione del Vallo Antonino (più a nord del Vallo di Adriano)
Religione e cultura:
Rispetto per le tradizioni religiose
Protezione delle arti e della filosofia
Politica interna:
Buon governo, giustizia e umanità nelle leggi
Miglioramento delle condizioni nelle province
Successione:
adottò Marco Aurelio
Periodo di pace e stabilità
“età d’oro dell’Impero”
Caratteri generali del periodo (98 – 161 d.C.)
Età di stabilità, pace e prosperità
Espansione → poi consolidamento dei confini
Crescita economica e urbanistica
Buon rapporto tra imperatore, senato e cittadini
Diffusione della cultura romana in tutto l’Impero
Nerva (96-98 d.C.)
era un senatore tradizionalista con l'appoggio e il consenso dei senatori, l'uomo adatto. a rappresentare la classe dirigente
portato al potere dai senatori dopo la congiura contro Domiziano
a lui si deve il
Principato per adozione
a livello istituzionale permetteva di designare come successori membri estranei alla famiglia
Nerva non vuole che il governo di Roma fosse affidato al caso.
permette l'elezione di membri non italici
quindi:
maggiore partecipazione delle provincie
maggiore diffusione dell'identità romana nelle province
i provinciali si sentono più partecipi al governo romano