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SANZIONE - Coggle Diagram

- - - - permessi premio,
      - lavoro esterno,
      - misure alternative.
- - - - Quando una persona viene condannata per un reato, oltre alla pena principale (come la reclusione o la multa), alcune conseguenze aggiuntive — chiamate pene accessorie — si applicano automaticamente, perché sono previste dalla legge come effetti della condanna.
    - - la permanenza domiciliare e il lavoro di pubblica utilità.
    - - la reclusione domiciliare e l’arresto domiciliare.
- - - - più alla prevenzione speciale (dissuasione) che alla rieducazione, ad evitare il carcere nei casi meno gravi.
  - - - Sostituisce pene detentive fino a 1 anno.
      - Comporta:
        
        divieto di uscire dal comune di residenza (salvo autorizzazioni),
        
        presentazione quotidiana presso le forze dell’ordine,
        
        sospensione dei documenti validi per l’espatrio,
        
        altri obblighi analoghi alla semidetenzione.
      - È meno invasiva, ma comunque altamente limitativa.
    - - Sostituisce pene detentive fino a 6 mesi.
      - Ragguaglio: 1 giorno di detenzione = 1 giorno di semidetenzione = 2 giorni di libertà controllata = € 250 di multa/ammenda.
    - - Sostituisce pene detentive fino a 2 anni.
      - Comporta:
        
        permanenza per almeno 10 ore al giorno in un istituto penitenziario,
        
        divieto di detenere armi,
        
        sospensione di patente e passaporto,
        
        obbligo di mostrare l’ordinanza alle autorità.
      - Ha un contenuto analogo alla semilibertà ma con minori margini di autonomia.
  - - - Condizioni oggettive (tipo e durata della pena),
      - Condizioni soggettive (assenza di precedenti superiori a 2 anni),
      - Valutazione discrezionale del giudice, che può applicarle: d’ufficio o su richiesta dell’imputato (es. patteggiamento).
- - - - Obbligo di rimanere presso il domicilio nei giorni di sabato e domenica, per 6-45 giorni.
      - Il condannato è considerato in stato di detenzione.
    - - Attività non retribuita svolta presso enti pubblici o del terzo settore.
      - Max 6 ore/settimana (fino a 8 su richiesta).
      - Compatibile con esigenze di vita (studio, lavoro, famiglia).
    - - Si scontano presso la propria abitazione o altro domicilio assistito.
      - Obbligatorie per pene fino a 3 anni.
      - Facoltative (su valutazione del giudice) per pene da 3 a 5 anni.
      - Possono essere accompagnate da controllo elettronico.
      - Non applicabili ai delinquenti abituali, professionali o per tendenza.
  - - - Abolita nel 1944 (reati comuni), 1948 (leggi speciali), e definitivamente nel 1994 (anche per leggi militari).
      - L’art. 27, comma 4 Cost., come modificato nel 2007, ne sancisce l’assoluto divieto.
      - Considerata oggi, dalla dottrina prevalente, una sanzione arcaica, inefficace e incostituzionale.
    - - Pena perpetua, con obbligo di lavoro e isolamento notturno.
      - Compatibilità costituzionale controversa (art. 27, co. 3 Cost.), ma ammessa dalla Corte Cost. come misura di difesa sociale.
      - Progressivo ridimensionamento(EFFETTO DEL PRINCIPIO DI RIEDUCAZIONE):
        
        Liberazione condizionale possibile dopo 26 anni (20 con sconti).
        
        Sent. 204/1974: la liberazione diventa un diritto in presenza di ravvedimento.
        
        Sent. 274/1983: incostituzionale il divieto di accesso alla liberazione anticipata.
        
        Legge Gozzini (1986): estende agli ergastolani semilibertà, liberazione anticipata, permessi premio.
        
        La semilibertà è una misura alternativa alla detenzione prevista dalla legge (art. 48 e seguenti dell’ordinamento penitenziario). Non è una libertà “piena”, ma una forma attenuata di carcere. Il detenuto esce dal carcere ogni giorno per lavorare, studiare o fare attività utili (es. volontariato), ma torna in carcere ogni sera per dormire. Requisiti: Deve essere già in carcere, e aver scontato almeno metà (o in certi casi 2/3) della pena. Deve essere compatibile con un percorso di reinserimento sociale. Serve l’autorizzazione del Tribunale di sorveglianza.Serve l’autorizzazione del Tribunale di sorveglianza.Serve l’autorizzazione del Tribunale di sorveglianza.
        
        Sent. 168/1994: ergastolo incostituzionale per i minorenni, in base all’art. 31 Cost.
    - - Pena temporanea da 15 giorni a 24 anni, obbligo di lavoro e isolamento notturno.
      - Prevista per i delitti.
      - Il legislatore può stabilire soglie diverse (es. sequestro a scopo di terrorismo: min. 25 anni).
      - L’esecuzione è regolata dalla legge sull’ordinamento penitenziario (L. 354/1975), che:
        
        garantisce un trattamento risocializzante,
        
        assicura diritti al lavoro, istruzione, religione, rapporti familiari e sociali,
        
        prevede differimenti obbligatori o facoltativi nei casi di gravidanza, malattia, o richiesta di grazia (artt. 146-147 c.p.).
        
        La legge consente di rimandare l’esecuzione della pena in certi casi gravi o umanitari.
        Alcuni rinvii sono obbligatori per legge, altri dipendono dalla decisione del giudice.
    - - Da 5 giorni a 3 anni, pena detentiva per contravvenzioni.
      - Principi simili alla reclusione, con minore durata e limiti alla semilibertà.
    - - Da 50 a 50.000 euro per i delitti.
      - Rateizzabile da 3 a 30 rate (minimo 15 euro ciascuna).
      - Se non pagata per insolvibilità, si converte in:
        
        libertà controllata,
        
        lavoro sostitutivo (attività non retribuita per lo Stato o enti pubblici).
      - Ragguaglio legale: 1 giorno di libertà controllata ogni 250 euro.
    - - Da 20 a 10.000 euro, per contravvenzioni.
      - Stesse regole della multa per pagamento, conversione e modalità fissa/proporzionale.
- - - - a) Per i delitti:
        
        Interdizione dai pubblici uffici
        
        Interdizione da una professione o da un’arte
        
        Interdizione legale
        
        Interdizione dagli uffici direttivi di persone giuridiche o imprese
        
        Incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione
        
        5-bis. Estinzione del rapporto di impiego o di lavoro
        
        Decadenza o sospensione dalla responsabilità genitoriale
      - b) Per le contravvenzioni:
        
        Sospensione da una professione o arte
        
        Sospensione dagli uffici direttivi di persone giuridiche o imprese
      - c) Comune a entrambe:
        
        Pubblicazione della sentenza penale di condanna
    - - Le pene accessorie non sono a numero chiuso. Ne sono state introdotte di nuove anche in settori speciali del diritto. Tra queste, a seguito della legge n. 172/2012, nei confronti dei condannati per delitti contro la persona si applicano:
        
        la perdita del diritto agli alimenti,
        
        l’esclusione dalla successione della persona offesa.
      - Inoltre, il legislatore ha ampliato l’ambito applicativo di alcune pene accessorie:
        
        Per i delitti contro la libertà sessuale: applicabilità dell’interdizione temporanea e della sospensione da attività professionali.
        
        Per i delitti contro la pubblica amministrazione: applicazione dell’incapacità a contrattare con la P.A. e estinzione del rapporto di lavoro, come previsto dalla legge n. 190/2012.
      - Automaticità o discrezionalità?
        
        Spesso si ritiene che le pene accessorie siano applicate automaticamente a seguito della condanna. In realtà: Alcune pene accessorie sono obbligatorie e automatiche. Altre sono discrezionali, cioè la loro applicazione è rimessa alla valutazione del giudice di merito.
        
        L’unico elemento unificante è la loro complementarietà rispetto alla pena principale.
      - Durata: temporaneità e perpetuità
        
        Le pene accessorie possono essere:
        
        Temporanee, con durata determinata dalla legge o corrispondente alla durata della pena inflitta.
        
        Perpetue, quando esplicitamente stabilito dalla legge.
        
        In ogni caso, l’art. 37 c.p. stabilisce limiti minimi e massimi di durata per ogni singola pena accessoria.
        
        Evoluzione della sospendibilità
        
        In passato, le pene accessorie non erano sospendibili, nemmeno in caso di sospensione condizionale della pena principale. Con la legge n. 19 del 1990, è stato introdotto il principio opposto:
        
        anche le pene accessorie possono essere sospese, al fine di armonizzare il trattamento sanzionatorio complessivo. Questa scelta, però, è stata anche criticata per aver accentuato la tendenza indulgente del sistema sanzionatorio italiano.
        
        Inosservanza delle pene accessorie
        
        La violazione delle pene accessorie è punita penalmente.L’art. 389 c.p., come modificato dalla legge n. 689/1981, prevede:
        
        La reclusione come unica sanzione,ma con un minimo più elevato rispetto al passato, e applicabile a qualsiasi tipo di pena accessoria, rafforzando l’effettività del sistema.
    - - Secondo l’impostazione del codice Rocco, le pene accessorie non hanno da sole un’efficacia afflittiva o intimidatoria sufficiente, ma rafforzano l’effetto repressivo della pena principale.
      - Tradizionalmente, si riteneva che esse rispondessero a funzioni di:
        
        prevenzione generale (intimidazione),
        
        e difesa sociale (neutralizzazione del reo).
      - Tuttavia, la dottrina più recente ha evidenziato anche una funzione di prevenzione speciale, in quanto le pene accessorie possono evitare la recidiva, impedendo al reo di ricadere nel delitto.
  - - - Interdizione dai pubblici uffici (art. 28 c.p.)
        
        È la più rilevante sanzione interdittiva dell’ordinamento. Essa comporta la perdita:
        
        del diritto di elettorato attivo e passivo e degli altri diritti politici,
        
        di ogni pubblico ufficio o incarico non obbligatorio di pubblico servizio,
        
        di titoli accademici, onorificenze, gradi e decorazioni.
        
        Tipologie:
        
        Perpetua: si applica nei casi di ergastolo, reclusione superiore a 5 anni, dichiarazione di abitualità/professionalità/tendenza a delinquere (art. 29 c.p.).
        
        Temporanea: da 1 a 5 anni, obbligatoria per:
        
        condanna superiore a 3 anni di reclusione,
        
        reati commessi con abuso di poteri o violazione di doveri inerenti a funzioni pubbliche.
        
        Nota: la Corte costituzionale ha escluso la legittimità di alcune conseguenze eccessivamente afflittive (es. la perdita di pensioni e stipendi statali).
      - 2. Interdizione da una professione o da un’arte (artt. 30–31 c.p.)
        
        Consiste nella perdita temporanea della capacità di esercitare un’attività per la quale è necessario un permesso, abilitazione o licenza.
        
        Durata: da 1 mese a 5 anni, salvo diverse disposizioni di legge.
        
        La pena è applicabile solo se il reato è stato commesso abusando della professione/arte o violando i doveri a essa inerenti.
        
        Caso problematico: l’applicazione ai giornalisti:
        
        Una tesi minoritaria esclude la configurabilità della pena.
        
        Le tesi maggioritarie ammettono l’interdizione in due varianti:
        
        se il giornalista professionista commette un reato connesso alla funzione,
        
        oppure se vi è responsabilità del direttore responsabile per difetto di controllo.
      - 3. Interdizione legale (art. 32 c.p.)
        
        È prevista per i reati più gravi e comporta la limitazione della capacità di agire. Si accompagna agli effetti civili dell’interdizione giudiziale:
        
        perdita della gestione dei propri beni,
        
        necessità di rappresentanza legale.
        
        Applicazione:
        
        In caso di condanna all’ergastolo o a pena superiore a 5 anni.
        
        Comporta anche la sospensione automatica della responsabilità genitoriale, salvo decisione contraria del giudice.
        
        Limite: l’interdizione non impedisce ai detenuti di esercitare i diritti riconosciuti dall’ordinamento penitenziario.
      - 4. Interdizione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese (art. 32-bis c.p.)
        
        Introdotta con la legge di riforma del 1981 (L. 689/81), mira a colpire i reati economici o societari, punendo i cosiddetti "colletti bianchi".
        
        Comporta la perdita temporanea della capacità di ricoprire cariche come:
        
        amministratore,
        
        sindaco,
        
        liquidatore,
        
        direttore generale o dirigente contabile,
        
        procuratore con potere di rappresentanza.
        
        Applicazione:
        
        Per condanne non inferiori a 6 mesi,
        
        per delitti commessi con abuso dei poteri o violazione dei doveri inerenti all’ufficio.
        
        Durata: non espressamente indicata → si applica la regola dell’art. 37 c.p. (pari alla durata della pena principale).
      - 5. Incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione (art. 32-ter c.p.)
        
        Anche questa pena, introdotta con la L. 689/1981, rappresenta un intervento mirato contro la criminalità economico-amministrativa.
        
        Comporta il divieto di concludere contratti con la P.A., salvo quelli necessari a garantire prestazioni essenziali.
        
        Si applica solo alla persona fisica, non alla società.
        
        Durata: da 1 a 3 anni.
        
        Condizioni di applicazione:
        
        Reati specificamente elencati dalla legge (es. corruzione, frode, turbativa d’asta, truffa aggravata ai danni dello Stato).
        
        Devono essere commessi nell’ambito di attività imprenditoriale (art. 32-quater c.p.).
      - 6. Decadenza o sospensione dalla responsabilità genitoriale (art. 34 c.p.)
        
        Riformata nel 1975 con la revisione del diritto di famiglia, si applica nei casi in cui il reato è commesso con abuso della potestà genitoriale.
        
        Sospensione: dura il doppio della pena inflitta e comporta la perdita temporanea dei diritti sui beni del figlio.
        
        Decadenza: si applica automaticamente in caso di:
        
        condanna all’ergastolo,
        
        o reati specifici (contro la moralità pubblica o il buon costume).
      - Estinzione del rapporto di impiego o di lavoro
        
        Introdotta con la legge n. 97/2001, è applicabile ai dipendenti pubblici condannati per determinati delitti (in particolare contro la pubblica amministrazione).
        
        Comporta la cessazione automatica del rapporto di lavoro a seguito della condanna.
        
        Risponde a una logica di tutela dell’affidabilità della funzione pubblica.
    - - Nel nostro ordinamento, anche le contravvenzioni – pur essendo reati meno gravi dei delitti – possono comportare l’applicazione di pene accessorie. Le principali sono previste agli articoli 35, 35-bis e 36 del codice penale.
        
        Sospensione dagli uffici direttivi di persone giuridiche e imprese (art. 35-bis c.p.)
        
        Introdotta dalla legge n. 689/1981, questa pena accessoria si applica a contravvenzioni commesse nell’ambito dell’attività d’impresa, in modo abusivo o illecito.Ha lo stesso contenuto dell’interdizione prevista per i delitti (art. 32-bis c.p.), ma qui si tratta di sospensione temporanea.
        
        Effetti: Il condannato non può esercitare funzioni direttive o di rappresentanza all’interno di imprese o persone giuridiche (es. amministratore, sindaco, direttore).
        
        Condizioni: Si applica solo in presenza di arresto, e solo se la contravvenzione è commessa con abuso di potere o violazione dei doveri connessi all’ufficio..
        
        Durata: Da 15 giorni a 2 anni.
        
        Pubblicazione della sentenza penale di condanna (art. 36 c.p.)
        
        È una pena accessoria comune a delitti e contravvenzioni, e ha natura prevalentemente simbolica e afflittiva.
        
        Modalità di esecuzione:
        
        Deve essere ordinata dal giudice. La sentenza viene pubblicata per estratto, una sola volta, su uno o più giornali indicati dal giudice oppure sul sito del Ministero della giustizia, a spese del condannato.
        
        Nei casi più gravi (es. ergastolo), la pubblicazione avviene anche mediante affissione nel:
        
        Comune in cui la sentenza è stata pronunciata,
        
        Comune in cui il delitto è stato commesso,
        
        Comune dell’ultima residenza del condannato.
        
        Base normativa: Riformata dalla legge n. 11/2011, che ha introdotto la possibilità della pubblicazione online sul sito del Ministero.
        
        Condizioni di applicabilità: Si applica solo nei casi previsti espressamente dalla legge.
        
        Sospensione dall’esercizio di una professione o di un’arte (art. 35 c.p.)
        
        Questa pena accessoria è simile all’interdizione prevista per i delitti (art. 30 c.p.), ma si differenzia per alcuni aspetti:
        
        Contenuto afflittivo: il soggetto non può esercitare, per un periodo stabilito, la professione, arte, industria o commercio collegati al reato.
        
        Differenza principale: non comporta la perdita definitiva del titolo abilitativo (licenza, autorizzazione, permesso), ma soltanto la sua sospensione temporanea.
        
        Condizioni di applicabilità:
        
        La contravvenzione deve essere commessa abusando della professione o violandone i doveri.
        
        La pena principale inflitta deve essere non inferiore a un anno di arresto.
        
        Durata: Va da 15 giorni a 2 anni, secondo la gravità del caso.
      - il problema di costituzionalità
        
        In dottrina, la pubblicazione della sentenza è stata oggetto di critiche costituzionali, in riferimento al:
        
        principio di umanità della pena (art. 27, co. 3 Cost.), e al rischio di una sanzione simbolica che si traduce in uno stigma sociale eccessivo, con effetti sproporzionati rispetto alla finalità rieducativa.
- - - - a) Affidamento in prova al servizio sociale (art. 47 ord. pen.)
        
        Si applica a pene non superiori a 3 anni (4 con d.l. 146/2013).
        
        Il condannato sconta la pena fuori dal carcere, sotto controllo dei servizi sociali.
        
        Prescrizioni:
        
        alcune specifiche, altre generali.
        
        Devono essere rieducative, non afflittive.
        
        L’esito positivo estingue la pena (ma non pene accessorie o obbligazioni civili).
      - b) Affidamento in prova per tossico/alcooldipendenti
        
        Riservato a chi:
        
        sta seguendo un programma di recupero, o vuole iniziarlo.
        
        Pena detentiva non superiore a 4 anni.
        
        ✔ Finalità: favorire la cura e il reinserimento sociale
      - c) Detenzione domiciliare (art. 47-ter ord. pen.)
        
        Esecuzione della pena presso il domicilio.
        
        Riservata a soggetti per cui la carcerazione non ha valore rieducativo (madri, malati gravi, anziani).
        
        Revocabile in caso di condotta incompatibile.
        
        Forma particolare per soggetti con HIV o immunodeficienze: scontano la pena in strutture sanitarie idonee.
      - d) Semilibertà (art. 48 ord. pen.)
        
        Il condannato trascorre parte del giorno fuori dal carcere, per svolgere attività utili (lavoro, studio, formazione).
        
        Il resto del tempo è in istituto.
        
        Revocabile per:
        
        inidoneità al trattamento,
        
        assenza ingiustificata > 12 ore.
        
        Considerata una modalità attenuata di detenzione, non una misura alternativa in senso stretto.
      - e) Liberazione anticipata (art. 54 ord. pen.)
        
        Sconto di 45 giorni ogni semestre di pena, se il condannato: Include anche periodi di custodia cautelare e detenzione domiciliare. È un incentivo alla buona condotta.
        
        ha partecipato all’opera di rieducazione.
      - f) Permessi premio
        
        Max 45 giorni per anno di pena scontata.
        
        Concessi a chi ha tenuto condotta regolare e non è socialmente pericoloso.
        
        Consentono di:
        
        mantenere legami affettivi, culturali, lavorativi,
        
        proseguire il programma trattamentale individuale.