IL TEATRO MODERNO: nel Cinquecento il teatro rinasce con la COMMEDIA DELL'ARTE e l'attore diventa professionista perché portava di paese in paese il suo spettacolo. Gli spettacoli presentavano alcune caratteristiche ricorrenti come la presenza delle maschere tradizionali, l'abilità degli attori e la semplicità della trama. Durante il regno di Elisabetta I, in Inghilterra, nella seconda metà del Cinquecento, il teatro conobbe una particolare fortuna per la costruzione di edifici teatrali e la nascita delle prime compagnie stabili di attori e il più importante esponente fu William Shakespeare. Il teatro elisabettiano si differenziò da quello della tradizione classica perché ambientava i suoi drammi in spazi diversi, con vicende che si svolgevano nell'arco di svariati anni e con personaggi minori che intervenivano nella narrazione degli eventi; inoltre argomento delle tragedie classiche erano i personaggi del mito e gli dei, mentre il teatro inglese viveva situazioni umane, lotte per il potere, amori travagliati e conflitti politici. Nel Seicento emersero grandi figure di drammaturghi come L. de Vega, C. de la Barca, P. Corneille e J. Racine e Molière. Nel Settecento si diffuse il melodramma, un nuovo genere teatrale, che consisteva in una rappresentazione scenica interpretata da cantanti e accompagnata da musica ad esempio con l'autore di melodrammi Claudio Monteverdi. Nell'Ottocento il melodramma diventerà la forma di spettacolo teatrale più amata dal pubblico grazie alle opere degli autori Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, le cui opere liriche sono ancora oggi rappresentante nei più importanti teatri del mondo. Nel Settecento il teatro comico più popolare era ancora la Commedia dell'Arte che mostrava però segni di decadenza. Grazie a Carlo Goldoni questo tipo di spettacolo fu profondamento rinnovato nei contenuti e nelle forme, attraverso quella che lui stesso definì la riforma del teatro.