Durante il periodo giolittiano, il Nord Italia, in particolare le regioni industrializzate come Lombardia e Piemonte, viveva un periodo di crescita economica e sviluppo industriale. Al contrario, il Sud Italia, che rimaneva prevalentemente agricolo e sottosviluppato, soffriva di povertà e mancanza di infrastrutture. Questa disparità economica crea un "doppio" che si riflette nelle opportunità di lavoro e nella qualità della vita, contribuendo a un crescente divario tra le due aree.
Giolitti cercò di affrontare le questioni del Sud attraverso politiche di modernizzazione e sviluppo, come la costruzione di infrastrutture e la promozione dell'istruzione. Tuttavia, le sue politiche spesso si rivelarono insufficienti a risolvere le radici profonde del problema. Il "doppio" in questo contesto si manifesta nella tensione tra l'intento di unificazione e le realtà locali, dove le misure adottate non sempre rispondevano alle esigenze specifiche delle popolazioni meridionali.
Il divario tra Nord e Sud si riflette anche nelle identità culturali e politiche. Mentre il Nord si affermava come centro di innovazione e sviluppo, il Sud era spesso visto come arretrato e conservatore. Questa percezione ha alimentato stereotipi e pregiudizi, creando un "doppio" culturale che influenzava le relazioni politiche e sociali. Le tensioni tra le due identità hanno avuto ripercussioni durature sulla politica italiana e sulla percezione del meridionalismo.