37. Le famiglie separate: aspetti psicologici e giuridici
La separazione familiare è un evento complesso che coinvolge tanto la sfera emotiva quanto quella normativa. Da un lato, genera importanti cambiamenti psicologici nei membri del nucleo familiare; dall’altro, richiede l’intervento del sistema giuridico per regolamentare la nuova organizzazione della vita familiare, in particolare in presenza di figli.
Aspetti psicologici.
Sul piano emotivo, la separazione è vissuta come un processo di lutto e perdita. Gli adulti devono affrontare la rottura del legame di coppia, mentre i figli si confrontano con la perdita della quotidianità familiare unitaria. Entrambi possono sperimentare vissuti di tristezza, senso di incertezza e, in alcuni casi, sintomi di ansia o depressione.
Un secondo aspetto critico riguarda la ridefinizione dei ruoli genitoriali. Dopo la separazione, i genitori devono stabilire nuovi confini e modalità di visita, cercando di mantenere coerenza educativa in due contesti differenti. Questo può generare confusione nei figli, che si trovano a dover adattarsi a regole e stili educativi potenzialmente divergenti tra le due case. Un’altra sfida centrale è rappresentata dalla qualità del coparenting post-separazione. Spesso il conflitto coniugale si trasferisce nel piano genitoriale, compromettendo la capacità di cooperare per il bene dei figli. In assenza di una buona alleanza coparentale, i bambini rischiano di essere coinvolti in dinamiche disfunzionali, come triangolazioni, alleanze implicite o il ruolo di "messaggeri". Al contrario, un coparenting efficace si basa sul coordinamento educativo, sullo scambio di informazioni relative allo stato emotivo del figlio e sull’invio di messaggi rassicuranti del tipo: “Anche se non viviamo più insieme, ci prendiamo cura di te entrambi”.
Infine, gli studi indicano che il benessere dei figli non dipende tanto dal vivere in due case, quanto dalla qualità delle relazioni che sperimentano in ciascuna. Quando i genitori mantengono basso il livello di conflitto e garantiscono coerenza educativa, i figli tendono a sviluppare buone capacità di adattamento emotivo, scolastico e relazionale.
Aspetti giuridici
Sul piano normativo, la separazione richiede decisioni precise relative all’affidamento e al collocamento dei figli. La legge italiana prevede come modalità preferenziale l’affidamento condiviso, che garantisce la partecipazione di entrambi i genitori alle decisioni importanti. Tuttavia, il collocamento prevalente (ovvero la residenza principale del minore) viene stabilito valutando il superiore interesse del bambino e la continuità affettiva con le figure di riferimento.
Un elemento chiave è la redazione del piano genitoriale, documento che deve definire in modo chiaro i tempi di permanenza con ciascun genitore, le modalità di comunicazione (ad esempio le telefonate) e gli spostamenti del minore. Questo piano ha l’obiettivo di offrire prevedibilità e stabilità al bambino, riducendo l’incertezza legata al nuovo assetto familiare.
In molte sedi giudiziarie è prevista la mediazione familiare, che può essere obbligatoria o facoltativa, e può avvenire prima o dopo la sentenza. Questo strumento ha lo scopo di facilitare il raggiungimento di accordi condivisi su aspetti pratici (tempi di visita, spese straordinarie, comunicazione tra ex-coniugi), riducendo la conflittualità e promuovendo soluzioni più sostenibili nel tempo.
Infine, per garantire la tutela del minore, il giudice può intervenire in modo più deciso qualora emergano rischi legati a negligenza, abuso o violenza domestica. In questi casi, può essere disposta la supervisione degli incontri, una revisione del regime di affidamento o, nei casi più gravi, l’affidamento temporaneo a un parente, una famiglia affidataria o una comunità educativa.
38. Descriva le applicazioni del LTP clinico in CTU
Il Lausanne Trilogue Play clinico (LTPc) è uno strumento osservativo utilizzato in ambito di Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) per analizzare in profondità le dinamiche familiari triadiche, ovvero quelle che coinvolgono entrambi i genitori e il figlio. Grazie alla sua struttura standardizzata e alla possibilità di videoregistrare e codificare le interazioni, il LTPc consente di raccogliere dati significativi sia dal punto di vista clinico che giuridico.
In primo luogo, il LTPc viene impiegato per valutare le dinamiche di coparenting e l’alleanza genitoriale. Attraverso l’osservazione delle quattro fasi della procedura (gioco diadico con ciascun genitore, fase triadica e osservazione da parte del figlio), è possibile rilevare il livello di coordinamento, cooperazione e coinvolgimento reciproco dei genitori nella relazione educativa con il figlio.
In secondo luogo, lo strumento permette di identificare eventuali triangolazioni o alleanze disfunzionali, come nel caso in cui un genitore coinvolga il figlio in una dinamica oppositiva verso l’altro genitore. Questo tipo di osservazione è particolarmente utile per valutare l’impatto emotivo e relazionale che tali dinamiche possono avere sul benessere del minore.
Il LTPc fornisce inoltre dati oggettivi e standardizzati, grazie a specifiche griglie di codifica che misurano dimensioni quali l’organizzazione dell’interazione, l’affettività espressa, la presenza genitoriale e la qualità della cooperazione. Questi punteggi possono essere inseriti nella relazione CTU come elementi di supporto tecnico al giudice, offrendo un quadro più solido per le decisioni sull’affido e sulle modalità di visita.
In presenza di criticità osservate, i risultati del LTPc consentono di pianificare interventi mirati, come la mediazione familiare, percorsi di sostegno alla genitorialità o, nei casi più gravi, la supervisione delle visite. Questo approccio orienta la CTU non solo in senso valutativo, ma anche propositivo, con un’attenzione al miglioramento delle relazioni familiari.
Infine, il LTPc può essere somministrato anche a conclusione di un intervento psicoeducativo o terapeutico, per verificare i cambiamenti avvenuti nelle dinamiche familiari. Il confronto tra i punteggi pre e post intervento consente di valutare l’efficacia del percorso e di fornire al giudice ulteriori elementi per aggiornare le misure di tutela del minore.
39. La valutazione della funzionalità della famiglia separata: Nel loro volume, Malagoli Togliatti e Mazzoni propongono un approccio integrato e multilivello per valutare la funzionalità delle famiglie separate, orientato a restituire al giudice e ai servizi sociali un quadro il più possibile accurato e sfaccettato.
In primo luogo, è fondamentale l’osservazione multiprospettica, che combini strumenti osservativi standardizzati con misure di autopercezione e interviste. Da un lato, si utilizza il LTPc per cogliere le dinamiche triadiche (genitori + figlio) e sistemi di codifica come il Coparenting and Family Rating System nelle diadi genitoriali; dall’altro, si somministrano questionari quali la Dyadic Adjustment Scale e la Coparenting Relationship Scale, affiancati da interviste semi‑strutturate per esplorare vissuti, aspettative e percezioni dei singoli membri. Al centro della valutazione sta il coparenting dopo la separazione: si indaga la capacità dei genitori di cooperare nella gestione educativa del figlio pur vivendo in due contesti distinti. Si analizzano le comunicazioni congiunte (in incontri, scambi telefonici o messaggi), si verifica la coerenza delle regole adottate nelle due case e si valuta se esistono accordi stabili su routine quotidiane (pasti, compiti, tempo libero).
Un ulteriore livello d’analisi riguarda le mappe di confini e alleanze. Attraverso un genogramma aggiornato, si evidenziano eventuali triangolazioni o coalizioni cross‑generazionali (per esempio, nonni assunti a “mediatori” in modo eccessivo), che possono ostacolare una separazione funzionale. Questo passo aiuta a identificare dove si siano spostati poteri e alleanze all’interno della rete famigliare. Accanto a questi aspetti strutturali, il volume sottolinea l’importanza di un focus su risorse e vulnerabilità. Si esplorano la presenza di reti di supporto (amici, servizi sociali, figure di riferimento estese) e si individuano criticità quali il parental burnout, i sintomi depressivi o il disagio emotivo dei singoli genitori, che possono compromettere la loro capacità di sostenere il figlio.
Particolare attenzione meritano i rituali di transizione, ovvero i momenti di passaggio fra una casa e l’altra: il libro consiglia di osservare come vengono gestiti saluti, telefonate di “buongiorno” o “buonanotte”, auto‑accompagnamenti a scuola e ritiro da attività extrascolastiche. Questi rituali indicano il grado di prevedibilità e sicurezza offerto al bambino. Infine, Malagoli & Mazzoni raccomandano l’osservazione in contesti naturali, oltre allo studio clinico: ad esempio, sedute di cena in famiglia o passeggiate in contesti neutri, per cogliere eventuali conflitti latenti o, al contrario, momenti di autentica collaborazione. Solo confrontando dati raccolti in studio e in “campo” si può ottenere un quadro davvero completo delle dinamiche post-separazione.
In sintesi, grazie a questo approccio multilivello—che integra osservazioni strutturate, autovalutazioni e contesti di vita reale—è possibile fornire al giudice e ai servizi sociali indicazioni puntuali per individuare gli interventi più adeguati (mediazione familiare, supervisione visite, supporto psicologico) e tutelare al meglio il benessere del minore.