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SVETONIO - Coggle Diagram
SVETONIO
VITA
La famiglia era di ceto equestre. Per qualche tempo Svetonio esercitò a Roma la professione di avvocato e intraprese la carriera amministrativa nella burocrazia
imperiale, con l'appoggio di Plinio il Giovane e poi di Setticio Claro, il dedicatario dell'epistolario pliniano, che fu prefetto del pretorio sotto Adriano.
Svetonio nacque attorno al 70, ignoto è il luogo di nascita, che alcuni pongono a Ostia, dove Svetonio ebbe la carica religiosa locale di pontefice di Vulcano.
Plinio, che stimava molto Svetonio ed era suo amico, ottenne per lui da Traiano, attorno al 112, la concessione dello ius trium liberorum.
Si trattava di una condizione di privilegio, comportante per il beneficiario esenzioni e facilitazioni per la carriera.
Forse dopo un periodo di servizio militare con cui di solito si iniziava la carriera equestre, Svetonio ricoprì le cariche di procuratore a studiis (direttore degli archivi imperiali), a bibliothecis (sovrintendente delle biblioteche pubbliche di
Roma) e ab epistulis (responsabile della redazione della corrispondenza ufficiale dell'imperatore).
Quest'ultimo incarico era il più importante perché il
suo detentore faceva parte d'ufficio del consilium principis, il ristretto gruppo di collaboratori diretti dell'imperatore.
Svetonio fu certamente procuratore ab epistulis di Adriano nel 121-122, quando l'imperatore lo destituì dal suo incarico con la motivazione ufficiale che lui, come altri tra i quali Setticio Claro, avevano trattato con eccessiva
familiarità l'imperatrice Sabina: probabilmente era un pretesto per allontanare da corte certe persone non più gradite, per ragioni che non siamo in grado di
ricostruire.
Dopo questo fatto non abbiamo più notizie di Svetonio. La sua morte è posta da alcuni nel 126, data in cui un altro personaggio gli subentrò come pontefice di Vulcano, carica solitamente conferita a vita; altri la spostano attorno al 140.
Opere perdute
Al primo ambito dovevano appartenere le trattazioni
sui passatempi in uso presso i Greci; sui giochi e gli spettacoli, sul calendario, sulle istituzioni e le usanze, sulle cariche pubbliche a Roma.
Nel campo filologico-grammaticale rientravano quelle sui segni diacritici usati nelle edizioni di testi, sui nomi dei capi di vestiario, sulle espressioni ingiuriose e su quelle oscene, con le relative etimologie.
Per quanto si può arguire dai titoli e dai pochi frammenti rimasti nelle opere perdute di Svetonio prevalevano scritti di carattere storico-antiquario e filologico-grammaticale.
Di uno scritto sul De re publica di Cicerone, in cui Svetonio polemizzava con un grammatico greco che lo aveva criticato, non è possibile precisare la natura.
Qualche titolo sembra poi rinviare alle scienze (La natura; Gli animali; I difetti fisici) e qualche altro al genere biografico (I re, dedicato ai sovrani stranieri d'Europa, Asia e Africa; Le cortigiane famose).
Gli antichi menzionano infine un'opera in molti volumi intitolata Prata (Prati, con allusione al carattere miscellaneo del contenuto), che potrebbe essere il complesso di tutti gli scritti elencati o solo di una parte di essi o un'opera a se stante.
De viris illustribus
Si è conservata solo la sezione De grammaticis et retoribus, mutila nella parte finale (dei retori si conservano le vite solo di cinque personaggi).
A un indice che elenca gli autori che saranno trattati in ordine cronologico, segue una sezione introduttiva sia per la grammatica sia per la retorica che traccia la
storia della disciplina dalla sua introduzione a Roma fino all'età contemporanea all'autore.
L'opera che riprende il titolo della raccolta di biografie di Cornelio Nepote, restringe il campo di interesse al mondo romano e ai soli letterati suddivisi come pare in cinque categorie: poeti, oratori, storici, filosofi, grammatici,
retori.
Seguono i profili brevi e talvolta brevissimi dei maestri illustri
dell'una e dell'altra disciplina. Tra questi non è compreso molto probabilmente nessun personaggio vivente.
Piuttosto che veri e propri profili biografici la raccolta registra particolari isolati, con speciale attenzione a ciò che fece "per primo": così ad esempio Sevio Nicanore fu il primo a diventare famoso per il suo insegnamento ecc. Di alcuni sono illustrati i metodi di insegnamento.
A volte una caratteristica
professionale del personaggio è illustrata con felice immediatezza da un episodio o una battuta.
Delle altre sezioni del De viris illustribus rimangono biografie isolate e sulle attribuzione a Svetonio di queste vite non c'è pieno accordo fra gli studiosi.
Al De poetis direttamente si assegnano, in modo quasi concorde, tre biografie: quella di Terenzio, quella di Orazio, quella di Lucano.
Derivata dal De poetis ma non testualmente riprodotta si ritiene per lo più la vita di Virgilio premessa da Donato al suo commento alle opere del poeta.
Grande incertezza e disaccordo regnano invece relativamente a un brevissimo profilo di Tibullo e a una vita di Persio che la tradizione attribuisce esplicitamente a Valerio Probo, ma che alcuni rivendicano invece a Svetonio.
Al De oratoribus si assegna quasi concordemente una breve vita di Passenio Crispo (attivo nella prima metà del I secolo d.C.), conservata da un commentatore di Giovenale; del De historicis si conserva, esplicitamente attribuita a Svetonio, una biografia, anche questa brevissima, di Plinio il Vecchio
Attinse ampiamente al De viris illustris, che al suo tempo si leggeva nella sua interezza, San Gerolamo, per integrare, con notizie relative agli scrittori latini, la sua traduzione del Chronicon di Eusebio.