Il creatore è un intruso nel suo stesso spazio, dove ritorna con vari pretesti e travestimenti, come in “Study for skin 1, 1962, di Jasper Johns, il disegno in cui l’artista assente preme la faccia
dall’interno contro la finestra dello studio-piano pittorico, lasciando solo tracce della sua presenza. Le sue opere abbondando di riferimenti all’artista assente, che riappare in pezzi separati, mentre la parete del suo atelier trattiene pennellate marginali e prove di colore, frammenti di processo congelato. Il cubismo, costruttivismo, espressionismo e anche il surrealismo hanno romanzato l’autore assente, riempiendo il vuoto con il mito dell’artista. Quando sono catturati dalla macchina fotografica, gli atelier, erano come spazi frugali che sembrano avere quasi un’aria sorpresa, come l’atelier di Picasso nel Bateau-Lavoir nel 1908. rappresentano l’inizio della parabola che si concluderà con l’artista celebre nel suo studio da celebrità, diventando uno dei feticci principali del tardo
Nello studio surrealista nacquero sogni di riforma sociale fondata
sull’anarchia,. I surrealisti e i loro predecessori romantici erano eredi dei bohemein.
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