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LA GIORNATA DI TIBERIUS, A SCUOLA, POMERIGGIO, A FINE GIORNATA - Coggle…
LA GIORNATA DI TIBERIUS
1) Mi chiamo Tiberius Flaccus e ho quattordici anni.
2) Vivo a Roma, nel quartiere Suburra, quello rumoroso, affollato, pieno di botteghe, odori e sorprese.
3) Stamattina il gallo non ha fatto in tempo a cantare che mia madre già mi stava tirando giù dal letto. "Tiberius! Vai dal fornaio prima che finisca il pane buono!"
4) Già, come se alle sei del mattino avessi voglia di correre in sandali sul selciato ancora freddo.
5) Esco, evitando per un pelo il carro di un mercante egiziano che ha deciso di fare inversione proprio davanti alla nostra insula.
6) Roma è così: imprevedibile e caotica, come il nostro gatto Spartacus quando vede un topo.
7) Al panificio, la fila è lunga. Davanti a me, una matrona con un’acconciatura alta quanto il Colosseo cerca di convincere il fornaio a darle due pagnotte in più “perché l’imperatore viene a cena da lei” (già, certo).
8) Riesco a prendere tre focacce prima che finiscano e torno a casa correndo, ma inciampo su una statua caduta, opera di mio fratello, che voleva fare lo scultore.
9) Risultato: focacce spiaccicate e mia madre che minaccia di farmi punire da un centurione in pensione.
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A FINE GIORNATA
1) La giornata finisce con una corsa al circo: i carri sfrecciano, la folla urla, io perdo la voce a tifare per il mio favorito, Scorpus.
2) Alla fine vinciamo e io salto come un pazzo, rovesciando il vino del vicino.
3) Mi rincorre per mezzo stadio, ma riesco a scappare tra i banchi dei venditori.
4) Torno a casa sporco, stanco e felice. Roma è sporca, rumorosa, piena di matti… ma è casa mia. E domani? Un altro giorno da gladiatore urbano!