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La rivoluzione Russa pt.1 - Coggle Diagram
La rivoluzione Russa pt.1
Durante la Prima guerra mondiale, la Russia era già in difficoltà. La guerra era molto lunga e pesante, e metteva in crisi l’organizzazione interna di tutti i Paesi coinvolti
in Russia la popolazione non riusciva più a sopportare la situazione: mancavano cibo e beni essenziali, e la gente era stanca delle dure condizioni imposte dallo zar
La guerra aveva già causato circa 2 milioni di morti, e questo aumentava il malcontento verso l’arruolamento obbligatorio. Inoltre, mandare i giovani in guerra significava togliere lavoratori dai campi e dalle fabbriche
Non sorprende quindi che ci fossero sempre più scioperi, proteste e manifestazioni contro lo zar e la guerra. I sovrani, però, non volevano fare concessioni o cambiare sistema, e così la situazione peggiorò
Questa tensione portò alla rivoluzione di febbraio 1917, che fece cadere lo zar e portò alla creazione di un governo ispirato a idee liberali.
Ma questa rivoluzione non spiegava ancora la nascita del primo Stato socialista.
Fu la debolezza del nuovo governo che permise ai bolscevichi di ottenere sempre più consensi, grazie alle loro idee
In uno Stato liberale contano il voto, il Parlamento, la Costituzione, la libertà di pensiero e l’economia libera. Invece, uno Stato socialista dà importanza a diritti come il lavoro, la casa, la salute e l’istruzione per tutti
Anche il rapporto tra uomo e donna cambia: si introducono il divorzio e il matrimonio civile, per garantire pari diritti
Il concetto chiave è la collettivizzazione, cioè l’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione (es. fabbriche, terreni) e il loro controllo da parte della collettività. Per i bolscevichi, questa era una tappa necessaria per arrivare alla società comunista
Queste idee si diffondevano molto più efficacemente delle vecchie leggi dello zar o delle riforme deboli del nuovo governo. La loro forza stava nei soviet:
assemblee locali di soldati, operai e contadini che discutevano e decidevano insieme, e i soviet non erano solo teorici, ma prendevano decisioni reali
Per questo motivo, i bolscevichi aspettarono di avere la maggioranza nei soviet prima di agire. Quando ottennero abbastanza sostegno, organizzarono il colpo di Stato di ottobre 1917. Da lì cominciò la seconda fase: realizzare concretamente lo Stato socialista
Nel 1918 il Partito Bolscevico cambiò nome in Partito Comunista, ispirandosi a Karl Marx, il filosofo tedesco fondatore del comunismo.
Il comunismo è una teoria economica e sociale che prevede:
la proprietà collettiva dei mezzi di produzione,
una distribuzione equa della ricchezza,
il rispetto delle esigenze individuali e sociali delle persone
Marx pensava che il comunismo sarebbe nato nei paesi industrializzati, dove c’era una forte classe operaia. In teoria, doveva arrivare dopo una dittatura temporanea del proletariato
I bolscevichi usarono queste idee per giustificare la rivoluzione come una scelta voluta dal popolo.
Ma c’era un problema: la Russia non era un paese industrializzato, e la classe operaia era molto piccola
C’era un’altra grande differenza: Marx immaginava che il comunismo superasse lo Stato, mentre i comunisti russi dovevano affrontare il problema concreto di gestire un nuovo Stato