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Destra storica al potere, Destra storica (1861-1876), La situazione…
Destra storica al potere
Gli uomini di destra erano moderati, eredi della tradizione di cavour "storica" in quanto questo schieramento ebbe un ruolo storico nella formazione dello stato italiano.
La destra era in realtà in centro: la destra vera erano i clericali e reazionari nostalgici dei vecchi regimi pre-unitari. La sinistra era formata da mazziniani e garibaldini.
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La sinistra era caratterizzata da un'impostazione più democratica, era espressione di una componente sociale più ampia e diversificata (borghesia cittadina)
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La situazione economica
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Il deficit stradale era altissimo. Dunque per gli uomini della destra era necessario uno sforzo per raggiungere il pareggio di bilancio, in modo che l'Italia si presentasse come un paese per bene.
Il peso delle imposte provocò malcontento e rivolte. L'aumento delle poste indirette suscitò questo tipo di reazioni. Tipo la tassa sul macinato causò manifestazioni di piazza con morti e feriti
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Società di massa
Nella società attuale si è realizzata una diffusione di massa dei prodotti di consumo.
Dunque la massa è un insieme omogeneo in cui i singoli individui scompaiono rispetto al gruppo.
Nella società di massa i cittadini vivono nei grandi agglomerati urbani, a stretto contatto tra di loro; i loro rapporti non facevano più capo a piccole comunità solidali, ma grazie alle istituzioni: gli Stati, i partiti, i sindacati e le altre organizzazioni di massa.
Sono state le trasformazioni politiche, economiche e culturali della seconda rivoluzione industriale a produrre una società così uniformata e omogenea, che venne vista come un momento positivo di affermazione, cosa che altri scorsero un processo di appiattimento di personalità e di condizionamento della libertà di scelta.
Con la terza rivoluzione la società di massa si diffonderà in tutto il mondo, dando luogo alla globalizzazione.
Società caratterizzate da un significativo ruolo delle masse nello svolgimento della vita politica e sociale
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Triplice alleanza
La causa fu l'occupazione francese della Tunisia, che l'Italia guardava da tempo con interesse, dove vivevano dei molti connazionali.
Nel 1882 l'Italia stipulò un'alleanza con l'Austria e Germania. Esso era stato fatto con natura difensiva.
Italia, Austria e Germania si impegnavano ad intervenire in aiuto reciproco solo in caso di aggressione da parte di altri paesi.
L'alleanza fece perdere all'Italia le terre irredente.
L'alleanza fu vantaggiosa economicamente: presero ad affluire capitali tedeschi che permisero di finanziare l'industria italiana e di aprire nuove banche.
Il governo Crispi
La politica coloniale:
Crispi firmò il trattato di Uccialli, il quale riconosceva i possedimenti italiani in Eritrea e il ploretariato italiano su Etiopia e Somalia. L'intenzione di Crispi era quella di riprendere l'espansione coloniale, tuttavia questo non fu approvato in parlamento e Crispi si dimise.
Egli sostenne la monarchia. Ammiratore di Bismarck e sostenitore dello Stato autoritario, con l'appoggio del nuovo re Umberto I, accentrò le cariche di presidente del consiglio, ministro dell'interno e degli esteri.
La Francia introdusse una tariffa doganale suoi prodotti italiani, che Crispi alzò del 50% le tariffe sui prodotti francesi, iniziando così una guerra doganale causante un diminuzione delle esportazioni italiane in Francia.
Entrò in vigore il codice Zanardelli, che abolì la pena di morte. Inoltre si conosceva una limitata libertà di sciopero.
Il governo Crispi
Crispi tornò a rivolgersi alla politica coloniale con la pretesa che l'Etiopia rispettasse la versione italiana del trattato di Uccialli.
Finì un disastro la spedizione militare, in quanto molti soldati furono sconfitti ad Amba Alagi, poi a Maccalè; ad Adua molti soldati italiani si scontrarono e molti furono uccisi.
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L'Italia firmò allora un nuovo trattato dove accettò di limitare il proprio dominio coloniale a Somalia ed Eritrea.
L'età giolittiana
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Emarginazione
Molti contadini emigrarono all'estero a causa della scarsa offerta di lavoro e molta manodopera. I lavoratori emigrati mandavano parte della paga in Italia, dunque quelli rimasti videro un aumento di salario e contrattuale.
L'età giolittiana
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Nella guerra agli ottomani, che si concluse con il trattato di Losanna, l'Italia ottenne dai turchi anche il Dodecaneso.
La Libia, non era una terra fertile per accogliere l'emigrazione italiana, né esistevano quelle scoperte per la conferma dell'impresa coloniale.
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La "piemontesizzazione"
Le alternative, dopo la morte di Cavour, c'erano due scelte per l'assetto amministrativo da dare al paese e furono
Stato accentrato, con la sua forte struttura gerarchica che prevedeva un forte controllo del governo centrale, sugli enti locali, attraverso i prefetti nominati dal governo.
Stato decentrato, dove le varie contee godevano di ampie libertà amministrative e giudiziarie
Venne scelto lo stato accentrato, che suddivise l'Italia in provincie e fu nominato un prefetto come rappresentante, solo che anche i sindaci venivano eletti dal governo.
Lo statuto albertino divenne la Costituzione del regno d'Italia, e la lira divenne la valuta locale.
La situazione economica
I liberisti di destra favorirono scambi sia all'interno del Paese che all'esterno, applicando tariffe doganali piemontesi.
La Destra, sebbene ottenne la parità fiscale, l'azione economica ebbe anche risvolti negativi
La costituzione di un unico mercato mise in crisi sia l'economia meridionale, molto più debole della nordica.
Il libero scambio con le nazioni più sviluppate espose la giovane industria italiana ai rischi della concorrenza straniera, con esiti negativi.
Le divisioni nate nello schieramento Portarono, nel 1876 alla crisi dell'ultimo governo della destra storica, preseduto da Marco Minghetti.
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La crisi di fine secolo
Nel 1898, a Milano, ci fu una delle più grande crisi per l'inflazione, quando il generale Fiorenzo Bava Beccaris fece cannonare i manifestanti. Egli fu elogiato dal governo e da Umberto I, e il governo gli fece onorificenza militare.
Luigi Pelloux tentò di far approvare una serie i norme che restringevano libertà di stampa e opposizione, ma fallì.
Il re Umberto I fu assassinato da Gaetano Bresci.
Il nuovo re Vittorio Emanuele III affidò il nuovo governo a Giuseppe Zanardelli, con a fianco Giovanni Giolitti
L'età giolittiana
Pio IX, proibì ai cattolici come reazione alla conquista italiana dello Stato della chiesa, vietò ai cattolici di votare ed essere votati nelle elezioni dello stato Italiano.
Il Patto Gentiloni prevedeva che i cattolici si sarebbero impegnati a votare per quei candidati giolittiani che avessero sottoscritto l'impegno di difendere la chiesa.
A Giolitti succedette Antonio Salandra. L'Europa stava partecipando nella prima guerra mondiale, all'intervento dell'Italia nella quale Giolitti si opporrà fermamente, ma inutilmente.
Espansione terziario
II lavoratori autonomi aumentarono soprattutto per la diffusione degli esercizi commerciali, ma anche per la nascita di nuove attività.
Il progressivo allargamento delle competenze portò all'aumento dei dipendenti pubblici. Nel frattempo l'industria crebbe il numero degli impiegati che svolgevano mansioni non manuali.
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Sistema elettorale
Secondo la legge elettorale del regno di Sardegna, solo i cittadini con determinati requisiti potevano votare
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Erano pochi aventi il diritto di voto. Solo il 50% degli aventi diritto votava. I membri del Senato erano nominati dal re.
Triplice alleanza
Sempre in quel tempo partì l'avventura coloniale italiana, che occupò nella baia di Assab una stretta striscia di terra.
Quando gli italiani cercarono di di spingere le loro conquiste dentro il paese, per la conquista di Massaua, provocarono il negus Meneik.