Please enable JavaScript.
Coggle requires JavaScript to display documents.
Johan Gottilieb Fichte (filosofia) - Coggle Diagram
Johan Gottilieb Fichte (filosofia)
nato a Berlino nel 1762 è uno dei fondatori dell'idealismo tedesco
la sua opera principale, la
Wissenschaftskehre
(la dottrina della scienza) sviluppa un sistema di idealismo puro e soggettivo
a differenza dei realisti che vedono gli oggetti come indipendenti dalla mente, Fichte sostiene che ciò che appare come "realtà esterna" è un prodotto della coscienza
la realtà non è separata dall'esperienza, ma è costruita all'interno della nostra mente
Fichte sviluppa il suo idealismo dalla filosofia di Kant, di cui era grande ammiratore, in particolare dell'idealismo trascendentale
Kant sosteneva che i fenomeni dipendevano dalla mente, ma c'era una distinzione tra i fenomeni e i noumeni che esistono indipendentemente dall'esperienza
per Fichte c'era un problema in questa distinzione che lasciava spazio a un certo realismo, suggerendo che c'è una realtà al di la della coscienza
Fichte decide di eliminare questa distinzione affermando che i fenomeni sono una creazione della coscienza, così egli intende trasformare la filosofia in una scienza della sapere assoluto, fondata sull'idealismo puro
Fichte elabora il processo della conoscenza attraverso tre fasi:
tesi, antitesi
e
sintesi
Nella
tesi
, l'io afferma se stesso:
un atto con cui l'io riconosce la propria esistenza, affermando "io sono io", questa auto-affermazione non è solo formale ma coincide con la realtà stessa dell'io
Nella
antitesi
, l'io si contrappone a un Non-io,
cioè la realtà esterna, poiché per definire se stesso, l'io deve concepire ciò che non è (io non posso pensar a ciò che sono senza pesante allo stesso tempo a ciò che non sono)
Nella
sintesi
, l'io e il Non-io si conciliano:
l'io pone e limita la realtà esterna (Non-io) mentre, è limitato da essa (l'io oppone all'io divisibile un Non-io indivisibile)
Fichte sviluppa il concetto di
AnstoB
come limite interno alla coscienza che l'io incontra
per spiegarlo Fichte rielabora la nozione di
immaginazione produttiva
di Kant, per Kant l'immaginazione collega i dati sensibili con i concetti della mente, mentre per Fichte l'immaginazione crea i contenuti della nostra esperienza, anche se in modo inconsapevole
questo fa sembrare che gli oggetti esterni siano dati ma in realtà sono prodotti della mente
quindi Fichte sostiene che tutto ciò che chiamiamo realtà esterna è in realtà frutto della nostra coscienza