Si trattava di società strutturate e divise per ORDINI, ossia gruppi sociali più o meno ristretti, di regola rigidamente separati. Il clero e soprattutto la nobiltà ‒ chiamati il 'primo' e il 'secondo stato' ‒ godevano di enormi privilegi, per lo più eredità dell'età feudale, ai danni del cosiddetto 'terzo stato', di gran lunga il più numeroso, formato dalla borghesia e dai ceti popolari, che non godevano di alcun diritto politico ed erano costretti a pagare tasse molto alte
il clero regolare, costituito dagli ordini religiosi spesso dotati di grande forza economica e culturale come gesuiti, il clero secolare o diocesano cioè legato strettamente alla diocesi, i cui vertici provenivano dall’alta aristocrazia.
i privilegi del clero:
l‘immunità personale per cui sacerdote veniva giudicato da un tribunale ecclesiastico anche per reati comuni,
l‘immunità locale, o diritto d’asilo, che sottraeva i luoghi considerati sacri all’autorità della polizia e delle magistrature dello stato,
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Il terzo stato era composto dalla maggior parte della popolazione, ovvero: contadini, borghesi, mercanti, artigiani, imprenditori. Molti si arricchirono arrivando a possedere ingenti capitali, preparando il terreno ai capitalisti del 1800.
Su di loro gravavano la maggior parte delle IMPOSTE, la loro voce non contava molto a livello politico, non avevano la possibilità di essere giudicati da un tribunale di pari...
Nella società dell’Antico regime era evidente a tutti, e nessuno lo metteva in discussione, che ci fosse un gruppo sociale superiore a tutti gli altri, la nobiltà. Era nobile chi disponeva di un titolo che lo riconosceva come tale e il titolo dava diritto a determinati privilegi,
privilegi dei nobili
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essere giudicati da tribunale di pari,
avere accesso esclusivo alle più alte cariche dell’esercito e delle magistrature,
godere di particolari immunità fiscali,
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