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IL CROLLO DELL'IMPERO ROMANO - Coggle Diagram
IL CROLLO DELL'IMPERO ROMANO
La crisi del III secolo:
Epidemie;
Pressione sulle frontiere;
Prelievo fiscale per far fronte alle spese di guerra;
Portano a:
Squilibri nella società (i sovrani sono eletti dai soldati e diverse volte l'Impero è vicino al collasso).
La crisi è momentaneamente superata con Diocleziano e le sue riforme:
Separazione del potere militare e civile;
Raddoppiamento del numero delle province;
Divisione dell'esercito in truppe lungo i confini e reparti mobili;
Divisione del territorio in 12 diocesi;
Trasformazione della carica imperiale in collegiale;
Tetrarchia (che cessa di esistere con Costantino e la fondazione di Costantinopoli).
I secolo d.C.: diffusione di una nuova religione, il Cristianesimo, con Gesù come Messia. Subito non tollerata dal potere per il suo carattere monoteistico = PERSECUZIONI, che non hanno effetto su una religione già trapiantata nella società.
Per questo:
313 = Editto di Milano (libertà di culto, Costantino);
Fine del IV secolo = Editto di Tessalonica (Cristianesimo come religione ufficiale, Teodosio).
Affermazione di una società cristiana.
La crescita rapida delle comunità cristiana porta alla necessità di un'organizzazione, che prende ispirazione dal modello amministrativo romano.
Si crearono province a loro volta suddivise in diocesi con a capo un vescovo aiutato da diaconi e presbiteri. Tra queste ne emergono alcune più importanti come per esempio Roma, il cui vescovo prende il nome di papa. Costantinopoli però rivendica il fatto di essere orami principale sede del potere, favorendo così la subordinazione del potere religioso a quello politico (CESAROPAPISMO).
Questo provoca diverse interpretazione del messaggio cristiano che porta a conflitti dottrinari. Per questo nel 325 Costantino convoca il concilio di Nicea dove si stabilisce universalmente l'ortodossia, con l'occasione viene discussa anche la natura di Cristo e condannato l'Arianesimo.
Parallelamente si sviluppa il monachesimo: movimento spirituale che rifiuta la vita e i valori mondani.
Contatti con i barbari (tutte le popolazioni con le quali hanno un contatto a partire dal I secolo) che hanno subito una romanizzazione formando così una periferia dell'Impero;
Gli Unni (tribù nomade) spingono con una loro espansione altri popoli vicini al confine nord a varcare l'Impero, in particolare i Visigoti creano un'alleanza con i Romani che però non trattano bene e si ritrovano a dover contrastare una ribellione senza successo (Valente ucciso nella battaglia di Adrianopoli);
Teodosio ha definitivamente diviso l'Impero di Est e Ovest affidando ogni lato a un suo figlio, nella parte orientale le invasioni dei Germani rimangono contenute rispetto all'Occidente. Qui si verificano diverse battaglie, una che richiede l'intervento della Chiesa.
Dopo la deposizione dell'ultimo imperatore Romolo Augusto, Odoacre invia le insegne imperiali a Costantinopoli, proclamandosi poi "re delle genti" e governando l'Italia come patrizio riconosciuto dall'Imperatore d'Oriente. Questo segna la caduta definitiva dell'Impero d'occidente.
Qui si formano i regni romano-barbarici, destinati a durare sono quello dei Visigoti e quello dei Franchi con Clodoveo (che convertì tutti i suoi sudditi al cristianesimo)e la dinastia merovingia. Anche gli Ostrogoti vivono momenti di prosperità con Teodorico, ma sono destinati a fallire.
Questa realtà dei regni porta ad un'integrazione della cultura germanica con quella romana grazie anche alla Chiesa.
Fino al 1453, età bizantina da Bisanzio (città sopra la quale era stata costruita Costantinopoli).
Giustiniano (uno degli imperatori) decide di:
Riappacificare i rapporti con la Chiesa;
565,
Corpus Iuris Civilis
raccolta e riordine del patrimonio giuridico;
Ripristinare la potenza romana nel bacino del Mediterraneo con delle guerre ai romano-barbarici.
Dopo aver conquistato l'Africa, la sua attenzione si sposta in Italia, dove, nonostante ne usce vincitrice, la guerra è talmente lunga e tortuosa che entrambe le parti sono state danneggiate. In questo ambiente di caos solo la Chiesa è riuscita a rimanere in piedi assumendosi poi il compito di governare città e comunità locali.
Inutile: subito i Longobardi (popolazione germanica stanziata in Pannonia) conquista diverse città dell'Italia, non riuscendo però a cacciare del tutto i Bizantini:
Geografia frammentata;
Cancellazione strutture romane;
Ostilità verso le autorità ecclesiastiche.
Difficoltà generale per l'Impero, con un decennio di anarchia senza imperatore.
Fino alla presa di potere di Autari e Agilulfo, che impongono il potere della Corona con l'aiuto della regina Teodolinda che risana i rapporti con la Chiesa (= INTEGRAZIONE FRA DI DUE POPOLI).
643, Editto di Rotari = consuetudini dei Longobardi IN LINGUA LATINA.
Volontà di estendere il dominio a tutta l'Italia, Liutprando approfitta delle tensioni tra la Chiesa e i Bizantini (per l'iconoclastia) e decide di conquistare le zone a Nord di Roma senza tener conto che era sotto controllo del papa (donazione di Sutri: Liutprando dona il territorio del Lazio Settentrionale alla Chiesa = primo passo per l'affermazione del potere temporale di essa).
Con tutti questi avvenimenti la Chiesa si ritrova priva di una protezione politica e militare. Con i patrimoni lasciati dai fedeli è la più grande proprietaria terriera dell'Europa Occidentale, una figura in particolare, Gregorio Magno, si dimostra abile nella sua amministrazione e così Roma e i dintorni riconosce il suo vescovo come la massima autorità in quelle zone.
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