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WINNICOTT (5) - Coggle Diagram

- - - - processo relazionale madre-bambino si sviluppa passando da un primo momento di identificazione
        empatica iniziale tra madre e bambino, fino ad un graduale de-accomodamento: da una dipendenza assoluta, ad una dipendenza relativa
        dall’oggetto e infine ad una indipendenza
      - preoccupazione materna primaria: per realizzare l’empatia iniziale, deve identificarsi con il figlio: annullare sé stessa e i propri bisogni per sintonizzarsi sui bisogni del bambino → questa condizione non è auto-imposta, ma è biologica e spontanea, e si entra in questo stato poco prima della nascita del figlio --> sintonizzazione deve piano piano sparire, per lasciare spazio al bambino di esprimere i propri
        bisogni da solo: così figlio diventa autonomo
        
        alcune donne, però, non vivono questa preoccupazione materna primaria: non sono in grado di sintonizzarsi adeguatamente ai bisogni del figlio → perché? perché preoccupate di altro, eccessivamente preoccupate e ansiose
  - - - accomodamento: bambino inizia a rendersi conto della sua dipendenza e delle cure materne di cui ha bisogno, iniziando a inviare alla mamma segnali di richiesta di soddisfacimento dei propri bisogni
      - de-accomodamento aumentano anche le occasioni in cui madre è inadempiente (in senso pos) e attende segnale di richiesta del bimbo → madre non anticipa più i bisogni del bimbo perché percepisce il figlio separato e autonomo
    - - riuscirà poi ad acquisire un senso di fiducia nell’ambiente, percezione positiva del mondo esterno, senso della vita e acquisizione del senso del sé integrato e unitario che porta all’IO e introduce all’adolescenza
  - - - Quando bambino cresce, il padre “presenta il mondo al figlio” operando il de-accomodamento: sentimento di ambivalenza verso il padre perché bambino lo odia per aver introdotto la realtà esterna rompendo il legame simbiotico con la madre, però visto che il padre diventa modello di relazione con gli altri è anche oggetto di ammirazione da parte del bambino che vuole essere come lui e relazionarsi col mondo
      - non dev’esserci identificazione del padre con la
        madre → deve occuparsi di introdurre la realtà, non di accudire in tutto e per tutto come madre.
- - - - Si forma anche il Falso Sé, compiacente, rispondente alle richieste del mondo esterno, con il compito di proteggere il Vero Sé → è positivo quando sa adeguarsi alle regole in maniera efficace, ed è fondamentale la parte “Falso Sé” per un corretto sviluppo --> ’importante è che non diventi preponderante in modo da schiacciare il Vero Sé, deve esistere
        in giusta dose
- - - - Quando c’è malattia psicosomatica c’è scissione tra mente e corpo (no integrazione), che implica anche una scissione tra Vero e Falso Sé che sono rispettivamente in contatto coi bisogni personali e autentici (Vero Sé) e con i bisogni che l’altro mi dice che devo sentire (Falso Sé)
  - - - In terapia, quindi, occorre far emergere la spontaneità del Vero Sé analista diventa per il pz il “soggetto soggettivo” e assume ruolo della madre mancante che ha funzione di far tornare il pz in contatto con i propri bisogni in modo che possa dar loro ascolto e soddisfarli -> obiettivo: autonomia
        
        terapia come gioco: momento del gioco il bambino si mette in relazione
        con gli altri acquisendo il vero senso di Sé,
- - - - holding (Sostegno e contenimento al bambino): cure fisiche della madre diventano anche cure psicologiche se sono orientate
        al bambino (e non cure meramente fisiche) e fornite con affettività
        
        bambino può e deve vivere momenti di solitudine → è un momento importante per la rielaborazione di ciò che gli arriva dal mondo esterno, attraverso il gioco, in modo che possa acquisire le esperienze esterne → così facendo acquisisce anche un senso identitario del sé
      - handling (personalizzazione): cure rivolte al corpo, in senso fisico (pulire, toccare); la
        personalizzazione fa sì che il corpo venga accettato come parte del Sé -> ’identità ha a che fare anche con il proprio corpo
      - object presenting (relazione oggettuale, presentazione dell'oggetto): capacità della madre di presentare al bambino tutta la realtà condivisa; l’uso che il bambino farà del mondo dipende dal tipo di relazione con la madre (la madre è la prima forma di percezione dell’ambiente)
        
        madre deve presentare il mondo poco per volta, lasciando che il bambino sperimenti il disagio, l’ansia, il senso di impotenza, in modo che impari a gestirlo e impari a interrogarsi sui propri bisogni → così potrà emergere il proprio Sé, il proprio IO, attraverso la deaccomodazione