Per sfuggire alla crescente pressione, Razumov viene inviato a Ginevra, dove deve infiltrarsi tra gli esiliati russi per conto della polizia zarista. Qui, incontra Natalia Haldin, la sorella di Victor, e altri esiliati rivoluzionari come Peter Ivanovich. Natalia è ignara del ruolo di Razumov nel tradimento di suo fratello, e questo crea un conflitto morale devastante per Razumov.
Razumov sviluppa un legame complesso con Natalia, che vede in lui un uomo di principi e onore. Razumov è attratto da lei e al tempo stesso sente il peso del suo tradimento, che lo isola e lo aliena ulteriormente. Natalia rappresenta l'innocenza e la purezza, aggravando il senso di colpa di Razumov.
Man mano che la trama si sviluppa, Razumov è tormentato dalla paura di essere scoperto e dalla crescente disillusione verso se stesso e il movimento rivoluzionario. La sua vita a Ginevra è segnata da un continuo conflitto interiore, mentre tenta di bilanciare la sua doppia identità.
Il romanzo culmina con la confessione di Razumov. In un momento di crisi, rivela a Natalia e agli altri esiliati il suo ruolo nel tradimento di Victor. Questa confessione porta a una reazione violenta da parte degli esiliati, che lo attaccano brutalmente. Razumov, gravemente ferito, viene infine trovato da un vecchio servitore e portato in un ospedale, dove rimane invalido e isolato, simbolo della sua totale alienazione e disperazione.