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1) LA CRITICA CINEMATOGRAFICA - Coggle Diagram
1) LA CRITICA CINEMATOGRAFICA
1 L'IDENTITA' INCERTA. DELLA CRITICA
1.1 professione ingrata, difficile e poco nota
Chiunque può diventare critico cinematografico
senza che vengano richieste le conoscenze richieste a un critico letterario, musicale o d'arte.
Il regista oggi deve accettare l'idea che il suo lavoro verrà giudicato anche da chi non ha visto film.
Oggi la critica è un materiale importante con cui ricostruire l'impatto del cinema
ed è diventata oggetto di studio universitario,
tuttavia il critico viene definito come un "animale in via d'estinzione"
da Morandini.
1.3.2 tra teoria giornalismo e analisi
la critica è un genere di scrittura giornalistica o saggistica
facilmente identificabile.
la critica è un mestiere non sempre ufficialmente riconosciuto;
è un fenomeno culturale ed è oggetto di insegnamento accademico
Il cinema entra nelle università italiane all'inizio degli anni 60 a Pisa
con l'insegnamento di storia critica del cinema tenuto da Luigi Chiarini. le prime cattedre nascono all'interno degli istituti di storia della letteratura.
la critica cinematografica subisce il modello di quella letteraria del cinema.
Il cinema viene insegnato innanzitutto come storia degli autori, evoluzioni delle poetiche, lotta delle ideologie
1.3 registi contro critici
A contestare la legittimità della critica sono stati anche i registi
con polemiche che non si sono registrate nelle altre arti nella storia del cinema.
Per lo sceneggiatore Ugo Pirro negli anni 70 la critica è uno strumento autoritario artistico e una prevaricazione esercitata da poliziotti nella qualità
.
1.4 la critica inutile ,ma necessaria
I critici sono stati accusati dagli intellettuali
,
ma hanno ovviamente cercato di dimostrare l'utilità
e la novità del proprio lavoro per lasciare che la critica difenda la propria funzione
Bazin contesta che la critica è certamente inutile dal punto di vista quantitativo ed economico e non ha influenza su chi il cinema lo fa, ma dal punto di vista dello spettatore si mostra necessaria
La
critica
aiuta ma non crea nulla,
mette in luce qualcosa che già esisteva nel film
e il risultato in cui arriva non è unico.
1.5 la decadenza della critica nella società dello spettacolo
Nel villaggio globale contemporaneo
, in cui si è realizzata la società dello spettacolo,
qualcosa è cambiato nel ruolo della critica
.
1.6 tra pubblicità e autoproduzione
l'industria dello spettacolo ha sempre bisogno del linguaggio della critica
per lanciare i prodotti di nicchia o ratificare eventi planetari. la
critica e pubblicità si sono sempre intrecciati sulla vita cinematografica
.
La diffusione dei canali satellitari ha fatto aumentare il discorso critico.
2 LA CRITICA IN ITALIA DALLE ORIGINI A INTERNET
2.1 la nascita della critica
La critica cinematografica nasce Italia e in Francia
.
Si comincia a fare critica solo dopo che il cinema è affermato come fenomeno industriale su vasta scala. Il cinema comincia ad avere bisogno di promozioni e di prestigio e la figura del critico appare importante
. Dall'altra parte la critica cinematografica è preceduta e preparata dalle riflessioni degli intellettuali e scrittori.
In Italia la rivista di critica in senso stretto viene fondata nel 1910 da Alberto Cavallaro a Torino, la capitale del cinema
di allora e continua pubblicazioni fino al 1934 ma l'acquisizione di competenze specifiche da parte della critica è lenta.
Per i primi anni subisce il modello della critica letteraria e di quella teatrale
2.2 gli anni trenta e quaranta
Con l'avvento del sonoro si esprimono esigenze di rinnovamento, spesso in contraddizione con il regime fascista.
Nel 1935 vengono fondati il centro sperimentale di cinematografia e Cinecittà, un luogo di alta formazione
e nuova strutture industriali. Il direttore è Luigi Chiarini.
2.3 i dibattiti del dopo guerra e gli anni cinquanta
La ripresa dell'industria cinematografica e dell'attività editoriale nel dopoguerra si accompagna ad una crescita di importanza nella critica cinematografica
. La rubrica delle recensioni diventa pressoché immancabile in ogni quotidiano.
Nascono nuove riviste attraverso la critica cinematografica
.
La critica italiana da una parte si confronta con quella straniera, in particolare francese, dall'altra cerca di acquistare spessore intellettuale e influenza politica adattando al cinema le idee sul nazional-popolare di Antonio Gramsci
2.4 gli anni sessanta e settanta
Negli anni 60 su quotidiani continua a prosperare la critica di gusto
, e all'inizio degli anni 60 di fatto si apre il divario tra quotidiani misti e specialisti.
Il moderno cinema nuovo entra in crisi
.
Negli
anni 70
si assiste ad un allargarsi dei luoghi critici e spesso
si trasformano in organizzatori culturali
, promotori di rassegne prima nel cineclub in televisione.
Nella seconda metà degli anni 70 il boom delle TV libere che trasmettono film a tappeto, da una parte porta una crisi nelle sale cinematografiche tradizionali dall'altra induce a fenomeni di riscoperta
in cui si instaura un nuovo rapporto con l'oggetto del film.
Si intreccia a partire all'
inizio degli anni 80 con l'uso di videoregistratori come supporto cinefilo
.
Nata
nel 1965 la mostra del nuovo cinema di Pesaro, diventa luogo importante di elaborazione teorica e di confronto tra critici
.
2.5 dopo la fine delle odkologie
Tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli anni 80 si scrive molto di cinema
I trentenni che esordiscono nella scrittura sono anche la
prima generazione di critici con una laurea di storia del cinema
: portano nuove competenze e voglia di definire polemicamente la propria identità. La critica specializzata spesso diventa un esercizio autoriflessivo:
i film vengono analizzati come testi
2.6 dagli anni novanta al presente
Negli anni 90 il cinema va in crisi come industria e come fenomeno culturale
. Negli anni del
predominio del telefono e della nascita di Internet, esso smette di progressivamente
. La critica perde progressivamente prestigio nel nuovo millennio.
Su Internet fioriscono blog e siti di cinema
Nel nuovo millennio il cinema almeno in Italia perde la centralità nel dibattito
e nella cultura. Si costituiscono piccole comunità di fan che ricostruiscono una comunità cinefila.
3 FORME E LUOGHI DELLA CRITICA
3.1 la recensione
La recensione è l'esempio che la critica si può modificare conservando la propria natura
che è quella di parlare di un film o un gruppo di film.
si trova su quotidiani periodici e riviste specializzate, siti Internet. Si è articolata secondo uno schema fisso riposto fino ad oggi con poche variazioni: cappello, trama, commento e conclusione
.
La recensione è il prodotto di un critico
.
Inventore della recensione breve è stato probabilmente Filippo Tullio Marinetti nel 1927
. il padre del futurismo
scrive per una critica adatta ai bisogni dello spirito moderno basato su esattezza, semplicità, velocità e simultaneità
e lo mette in pratica in ambito teatrale
3.2 l'intervista
La scrittura giornalistica sul cinema comprende oltre alla recensione molti altri generi: il reportage dal set sulla lavorazione del film, la cronaca di un festival, intervista, l'inchiesta.
3.3 altri generi: dal saggio al dizionario
In campo editoriale, il saggio monografico è la forma di scrittura critica più diffusa. spesso di fatto si presenta nella forma di una serie di recensioni insieme.
Le prime monografie su registri appaiono negli anni 40.
La monografia privilegia come oggetto il regista: Il tema è circoscritto
e necessita di meno ricerche.
Una forma di critica diffusa a partire dalla fine del secolo scorso è il dizionario
che in Italia ha preso piede sul modello di pubblicazioni americane, inglesi e francesi. i più diffusi dizionari prendono il nome dei loro ideatori.
3.4 dalla sala al digitale
La teoria del cinema e dei media ha studiato negli ultimi anni le radicali trasformazioni dei modi di vedere e di realizzare i film.
i film che in passato esigevano una visione nella sala cinematografica sono stati ricollocati prima su tv, pc e degli altri device portatili.
La pellicola è stata sostituita da videocassette analogiche, DVD, file scaricabili
sul pc o visibili in streaming.
I critici spesso si sono interrogati se le nuove modalità di visione dei film comportassero dei cambiamenti non solo nel oggetto da analizzare, ma anche nell'esercizio della critica.
3.5 le forme della ricerca sul web
La tecnologia ha permesso di trasformare il film in un file condivisibile e scaricabile. Questo ha aumentato la disponibilità di film e ha moltiplicato i luoghi in cui fare critica.
3.6 dal documento al video essay
Per parlare di un film o di un autore si può anche girare un documentario. spesso registii hanno usato la macchina da presa per parlare di un regista.
Grazie alla diffusione dei DVD aumenta la produzione di documentari
spesso realizzati in forma di intervista.
Negli anni 70' nascono i video essay: prendono qualcosa sia dal classico film sia dalle pratiche ludiche. questa tipologia di video si serve del montaggio e dello split screen.
4 LA CRITICA COME ARGOMENTAZIONE
4.1. retorica e generi di discorso
La critica informa, interpreta, giudica e magari porta alla luce qualcosa di nuovo. Vuole condurre il suo destinatario ad aderire a una tesi.
La critica non è la verità, dipende dalle opinioni di chi la fa.
Le argomentazioni possono essere giuridiche, politiche, educative.
La retorica classica distingueva vari generi di discorsi argomentativi:
il discorso deliberativo: promuove l'utile
il discorso giudiziario: difende il giusto
discorso eppidico: loda o incolpa
4.1.3 la critica che insegna
il discorso della critica è pedagogico in quanto cerca di spiegare e di trasmettere nozioni.
Il critico puoi limitarsi a fornire dati ma può anche cercare di trasmettere un'idea del cinema, della società e del mondo
4.1.1 la critica che consiglia
La critica si rivolge al registra per consigliarlo invitandolo a proseguire per una data strada, il recensore sembra volersi sostituire al regista
4.1.2 la critica che giudica
il verdetto del critico non equivale a verità.
il concetto di giusto o inguisto è legato al contesto.
4.2 le basi dell'argomentazione
La critica si rivolge a un pubblico che vuole persuadere
. Per la retorica classica la conoscenza del tipo di uditorio è fondamentale per la scelta di mezzi in grado di agire su di esso.
L'oratore deve sapere quali sono la natura e l'opinione preventiva del pubblico, si deve adattare se vuole essere efficace
.