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cap. 7 I principi della pedagogia interculturale - Coggle Diagram
cap. 7 I principi della pedagogia interculturale
Il principio della differenza e del pluralismo
Il principio della differenza è relativamente nuovo nella storia dell’Occidente
poiché le prime teorie a riguardo sono dell’epoca dell’Illuminismo
Successivamente ha trovato una sua applicazione pratica grazie ai
movimenti femministi e alla filosofia della differenza sessuale
rimo storico incontro con l’alterità.
cosa significa “differenza
Si percepisce grazie a un processo dialettico che si instaura tra identità e alterità, che conduce
alla percezione di specificità appartenenti all’altro (sessuali, somatiche, culturali)
Quella principale percepita dai soggetti è quella sessuale
Non esiste a priori, nasce dall’incontro con l'altro ⇒ ANTROPOLOGIA DIALOGICA
La differenza emerge solo attraverso l’interazione con gli altri ed è quindi un
prodotto sociale.
si manifesta attraverso il pluralismo di stili di vita,
religioni o lingua.
La pedagogia interculturale dunque, adottando questi due
principi, educa al dialogo e alla comprensione di diversi generi, culture...
Universalismo e relativismo: dialettica tra differenza e
uguaglianza
L’universalismo
è un’ideologia molto complessa che implica
l’adempimento dei principali diritti esistenziali per chiunque
ma rischia
anche di annullare le differenze e omologare la popolazione
In ambito educativo l’universalismo si concretizza con la pari opportunità
educativa a tutti i soggetti, lo sviluppo della competenza della lingua
relativismo culturale
, il quale categorizza gruppi umani
sotto dei criteri pressoché omogenei nonostante siano invece fortemente
Rifiuta l’ipotesi che sia possibile esprimere giudizi intellettuali e morali su mondi culturali diversi dal
nostro
Raffigura un mondo composto da una pluralità di culture tra cui non è possibile costruire una
gerarchia che però nn possono neanche comunicare tra loro
il relativismo
invece si preoccupa di offrire un’occasione di riconoscimento e valorizzazione delle proprie origini culturali, insegnando per esempio la
lingua del paese d’origine e i cardini principali della propria cultura.
La scoperta della differenza: l’emozione della paura
La paura è un’emozione primordiale, che nasce principalmente da uno
stato di pericolo e minaccia per noi stessi o per il nostro gruppo d'appartenenza
Nel caso dell’incontro con l’alterità, ci sentiamo spinti a una
maggiore identificazione con il nostro gruppo d’appartenenza
minacciati da una possibile “contaminazione”. La paura ci mette quindi in
discussione: dobbiamo riflettere su cosa significa l’altro per noi, cosa noi significhiamo per l’altro o addirittura capire che cosa intendiamo con “noi”
Cavalli-Sforza afferma che il noismo cioè questa retorica identitaria
fondata sul proprio gruppo d’appartenenza, orienta le nostre azioni
quotidiane al punto che siamo spaesati se non ritroviamo più dei punti di riferimento, per questo motivo lo straniero è vissuto come un elemento di
destabilizzazione.
La pedagogia interculturale deve quindi
vocabolizzare la paura, accettare la sua valenza positiva di difesa e protezione e al contempo superarla per costruire nuovi ponti fra noi e gli
altri.
La ricchezza della differenza: il sentimento dell’amicizia
L’incontro con la differenza genera anche curiosità, attrattività e affezione.
Numerosi studi confermano infatti che rappresenta una grande opportunità
Per molto tempo si è analizzato il
fenomeno con un’ottica biologica di ibridazione culturale,
tuttavia è
possibile prendere in esame anche altri elementi come il rapporto d'amicizia che, se stretto fra due soggetti di culture diverse, genera un
terreno fertile di scambio, dialogo e confronto molto arricchente
Non solo: costituiscono il paradigma verso la
costruzione di una cultura dell’attenzione sull’altro grazie alle capacità
empatiche che si vengono a sviluppare
Riducono
il pregiudizio e aumentano il livello di tolleranza nella società
Ciònonostante, oggi si fa ancora fatica a stringere questi rapporti
particolari a causa del potere simbolico che il gruppo dei pari riveste
Il principio del dialogo e dell’ascolto
Il dialogo trasforma le differenze in opportunità d’arricchimento ed è
utile nell’ambito educativo perché è attraverso questo strumento che ossiamo riflettere in modo critico sull’altro e su ciò che ci suscita
dobbiamo confonderlo con una conversazione in quanto è un processo che
presuppone il confronto e la decostruzione degli argomenti affrontati nel
tentativo di raggiungere un compromesso
Ascolto attivo e partecipante;
Capacità autoriflessiva e introspezione;
Distribuzione equa delle opportunità di partecipazione;
Empatia, intesa come capacità di decifrare e comprendere i sentimenti
dell’altro e capacità di decentrazione del proprio punto di vista.
questa è fondamentale perchè ci permette di comprendere lìaltra persona pur esendo consapevoli della soggettività dei punti di vista
Il principio della tolleranza attiva
rappresenta l’indulgenza verso comportamenti e aspetti culturali che non si comprendono
o accettano fino in fondo
ma anche na disposizione volta alla conoscenza e
all’apertura al dialogo verso l’altro
È quel processo che ci permettere di
riconoscere l’umanità dell’alterità e che quindi ci aiuta a capire che anche lui, come noi, ha i nostri stessi diritti in quanto esseri umani. Perciò, è alla base
della convivenza democratica delle culture.
Dai principi alle competenze per educare nei contesti multiculturali
Al giorno d’oggi sono richieste numerose competenze culturali e professionali
:star:
competenze interculturali,
cioè le
abilità di interagire e gestire le situazioni interculturali in maniera tale che l’altro non sia passivamente descritto ma faccia parte di un rapporto dinamico
e interattivo
Competenza comunicativa a carattere interculturale→ capacità di
esercitare una buona comunicazione con riferimento alle posizioni socioculturali dei parlanti. Bisogna essere in grado di adattare il proprio codice linguistico all’altro, ricercarne uno condiviso
Competenza di una seconda o terza lingua straniera→ la lingua
straniera permette non solo di comunicare meglio ma anche di capire il punto di vista dell'altro
Competenza relazionale→ capacità di mettersi nei panni dell’altro in
un’ottica d’ascolto;
Decentramento culturale→ aspetto della competenza relazionale
che riguarda il saper prendere le distanze dalla propria appartenenza culturale per relativizzare le proprie osservazioni sull’altr
Controllo o contenimento dei pregiudizi→ capacità di riconoscere il
processo di formazione dei pregiudizi, accoglierli come una forma mentis naturale e sospenderli momentaneamente in vista di un dialogo interculturale
Competenza della problematizzazione→ capacità di mettersi in
discussione, riflettere sui contrasti emersi sul dialogo e sulle pratiche