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cap 6 I diversi paradigmi pedagogici - Coggle Diagram
cap 6 I diversi paradigmi pedagogici
1.Gli interventi della pedagogia compensativa
Alla fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento la pedagogia, come tutte le
altre scienze umane, è intrista dall’ideologia etnocentrica
questo perchè gli sati nazione stavano cercando di creare dei cittadini con una cultura, lingua e usanze tutto sommato omogenee, una monocultura
La pedagogia adoperata nelle istituzioni scolastiche del tempo viene chiamata
compensativa
, i primi immigrati degli anni
Settanta che non conoscono perfettamente l’italiano vengono isolati presso programmi intensivi d’insegnamento della lingua
Ne risulta che gli stranieri sono definiti più
incompetenti rispetto agli altri e per integrarsi sono costretti a rinunciare alla propriacultura di origine
Benché l’approccio compensativo sia intervenuta anche in modo positivo
proponendo testi scolastici gratuiti, il pre e il dopo-scuola e le mense
esso presenta numerosi limiti sia per la considerazione che ha
del bambino migrante sia per il fatto che si regge su un sistema
fortemente meritocratico e falsamente egualitario
come criticano Don Milani e gli
studenti dei movimenti del Sessantotto
2.La pedagogia multiculturale e l’attenzione alle differenze
negli Stati Uniti si deve fare i conti
invece con un insieme di culture nettamente diverse fra loro
gli statunitensi pensano che frequentare le stesse
scuole, parlare la stessa lingua e avere le stesse istituzioni sociali in comune possa far emergere un modello dominante
Ne consegue che le varie culture sono mescolate
fra loro -melting pot-, ma non integrate le differenze non scompaiono e
diventano anzi bersaglio di disuguaglianze sociali o marginalizzazione, vengono semplicemente tollerate
La pedagogia multiculturale ha alla base un approccio
relativista
:star:si tollera la pluralità delle culture senza possibilità d’interazione fra loro.
Se da
una parte è utile per comprendere le origini delle disuguaglianze sociali,xenofobia e etnocentrsimo ma...
vi è il rischio di
cristallizzare le culture sotto immagini stereotipiche e fortemente folkloristiche.
Il multiculturalismo genera un separatismo fra la cultura originaria, quella del
paese ospitante e il gruppo di persone coinvolto
non si comprendono cambiamenti in atto nella società, né le varie forme di etnocentrismo nascoste
in alcune legislature
3.La pedagogia antirazzista
La pedagogia antirazzista nasce negli anni Settanta in Gran Bretagna, con
l’obiettivo di combattere il razzismo e i pregiudizi razziali diffusi nelle
Propone nelle scuole un’ideale di uguaglianza perseguito
indipenentemente dall’etnia d’origine e, da un lato, aiuta le minoranze ad emanciparsi
Desidera svelare le ideologie
discriminatorie sotterranee nelle legislazioni promulgate dai bianchi
analizza la comunicazione e i termini linguistici adoperati nel parlare delle minoranze,
per poi spostarsi verso la modifica del curriculo scolastico in un’ottica più inclusiva
La pedagogia antirazzista non è assimilabile a quella culturale
la prima si
focalizza sugli aspetti politico-economici,
, la seconda su quelli culturali e
tradizionali. Sono sorte inoltre numerose critiche contro quest’ultima:
Abbassamento della qualità educativa
Frammentazione dell’identità nazionale
Attuazione di attività superficiali
Concetto di uguaglianza limitato
Trascuramento del razzismo nelle istituzioni
Promozione di azioni inefficaci
4.La pedagogia interculturale
La pedagogia interculturale nasce in Italia a partire dagli anni Ottanta, a
seguito dell’emergenza migratoria e dell’avvento della globalizzazione
desidera superare la concezione di
monocultura e dialogare, riflettere e accogliere il pluralismo di culture che il mondo attuale ci mette a disposizione
Separazione, assimilazione e integrazione: alcune
definizioni semantiche
Separazione→ processo che mira a distinguere gli stranieri da tutti gli
altri, ghettizzandoli e isolandoli in alcuni spazi come quartieri o classi uniche. Si riconduce a una forma di razzismo istituzionale;
Assimilazione→ processo che mira all’apprendimento della cultura
autoctona in cambio dell’abbandono di quella d’origine. . Ciononostante, non sembra aver
raggiunto i risultati sperati a causa dell’ampia dispersione scolastica, perchè tende a frammentare l'identita di questi
Integrazione→ processo che tiene conto delle responsabilità sia dei
migranti sia degli autoctoni e mira alla costruzione di una convivenza democratica che tiene conto delle esigenze di tutti. I primi devono
accettare e sottostare alle condizioni del paese ospitante, ma i secondi devono cambiare la propria forma mentis nei confronti degli
stranieri.
Acculturazione selettiva→ mantenimento dei tratti identitari della
propria cultura d’origine, ma anche loro rielaborazione personale in base alla cultura del paese ospitante. Permette di realizzare
processi pedagogici mirati e positivi per la crescita del migrante ed è strettamente collegato al processo d’integrazione
Inclusione→ processo che mira alla cura e alla tutela dei diritti
essenziali e del benessere dell’individuo. Coinvolge una rete di ambiti
molto ampia, fra cui la politica con il welfare state, l’economia e la stessa pedagogia
5.Oltre il paradigma culturalista
Oggi gli studiosi vogliono smantellare l’idea di una cultura reificata che ha portato alla separazione e ghettizzazione degli stranieri
I confini culturali non
esistono più: sono dinamici, porosi e s’influenzano a vicenda. La cultura non si limita quindi a riprodurre la realtà, ma la crea direttamente.
La prospettiva culturista, che ha da sempre modellato la nostra società, è
superata da una visione più universale:
la pedagogia interculturale
osserva le diversità culturali non come espressione di differenze incolmabili
Gli stranieri sono visti non come
appartenenti alla cultura x, ma come esseri umani unici che possono
fornirci un altro punto di vista e ampliare la nsotra mente.
6.Ambiente e crescita sostenibile: un “paradigmaorientativo” per la pedagogia interculturale
L’approccio interculturale è un paradigma-orientativo in quanto non solo
delinea dei principi per la costruzione di un ambiente ottimale,
ma orienta
l’essere umano verso un’identità terrestre più che nazionale.
Esiste infatti una correlazione fra intercultura, diversità e crescita
sostenibile poiché ogni ambiente geografico ha sempre la necessità di confrontarsi con la dimensione culturale delle persone che lo abitano. Il rispetto dell’altro in quanto culturalmente diverso da noi, dunque, non