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I LEGAMI DI ATTACCAMENTO NEL CICLO DI VITA - Coggle Diagram
I LEGAMI DI ATTACCAMENTO NEL CICLO DI VITA
John Bowlby basandosi sulle prime relazioni madre/bambino sviluppa una teoria della personalità
che si fonda su analisi dei percorsi evolutivi e differenze individuali
per Bowlby e Ainsworth il bambino è dotato di una predisposizione innata a costruire legami di attaccamento
ricercando contatto fisico con i suoi caregivers in modo da ottenere conforto e protezione
questa modalità è funzionale alla sopravvivenza in quanto permette di raggiungere una sicurezza
attraverso la figura di attaccamento utilizzata come base sicura per l’esplorazione
questo sarà il fondamento delle competenze relazionali ed emotive che svilupperà nella vita
Bowlby in Maternal Care And Mental Health evidenzia come una insufficienza di cure materne
può avere conseguenze rilevanti sullo sviluppo della personalità e sulla comparsa di gravi disturbi
Bowlby ipotizza che alla base di comportamenti delinquenziali degli adolescenti
ci fossero prolungate esperienze di deprivazione affettiva nell’infanzia
con conseguente sviluppo di ritiro emotivo e di anaffettività
le considerazioni di Bowlby per gli studi osservativi rimangono colpite e influenzate dalle ricerche condotte da Lorenz
nell'ambito delle psicologia comparata e dell'etologia
per verificare le sue ipotesi sull’attaccamento Bowlby utilizza l’esperimento di Harlow
L’esperimento evidenzia come le piccole scimmie poste in una gabbia senza le madri
ma con presenza di madri fantoccio, una che fornisce cibo, e una fatta di stoffa
ricercano le "madri" di stoffa piuttosto che le prime
a dimostrazione che la ricerca del contatto fisico e della protezione
sia prioritaria nell’infanzia rispetto ad altri bisogni quali la ricerca di cibo
Bowlby ipotizza che il bambino è spinto a formare legami di attaccamento con figure capaci di proteggerlo
in quanto dotato, fin dai primi mesi, di modalità comunicative quali pianto, sorriso e vocalizzazioni
in grado di attivare l’intervento dei caregivers, ottenendo la loro protezione
nei mesi successivi queste modalità diventano comportamenti volti a ottenere la vicinanza con i caregivers
come: andare incontro, seguire e aggrapparsi
contemporaneamente il bambino sviluppa anche un approccio esplorativo verso l’ambiente
reso possibile dalla presenza di una figura da utilizzare come base sicura in situazioni di tranquillità
importante il ruolo del caregiver che deve essere in grado di rispondere in modo sensibile alle richieste
di vicinanza e protezione, aiutandolo nella regolazione dell’emozioni di paura e di stress
assecondandone sia il distacco da lui, sia la conseguente esplorazione dell’ambiente in condizioni di tranquillità