Please enable JavaScript.
Coggle requires JavaScript to display documents.
neutralisti/interventisti - Coggle Diagram
neutralisti/interventisti
contesto storico
prima guerra mondiale
casus belli: assassinio di Francesco Ferdinando (erede al trono asburgico) da parte di Gavrilo Princip (studente serbo-bosniaco)
cause profonde: nazionalismo (molte nazioni volevano l'indipendenza e la supremazia), imperialismo (competizione tra grandi potenze), militarismo (corsa agli armamenti e glorificazione della guerra), sistemi di alleanze ( triplice alleanza e triplice intesa), problemi economici e sociali (disuguaglianze interne e competizioni economiche che crearono instabilità)
neutralisti
l'italia deve rimanere neutrale
posizione sostenuta da
liberali
privilegiano le trattative con l'austria, erano convinti dellalunga durata della guerra (con a capo Giolitti)
cattolici
neutralismo filo-austriaco
pacifismo della chiesa, condotti da papa benedetto XV che definisce la guerra un'inutile strage
socialisti
interventisti
posizione sostenuta da
sindacalisti e socialisti rivoluzionari
vogliono l'ingresso dell'italia in guerra per scardinare il capitalismo (tra questi Mussolini)
nazionalisti
puntano alla conquista dell'istria e della dalmazia
democratici
spirito risorgimentale e profonda ostilità verso gli imperi centrali
grandi gruppi industriali
vedono l'entrata in guerra come un occasione di sviluppo economico e prestigio internazionale
liberali conservatori
favorevoli all'ingresso in guerra per questioni di prestigi internazionali e di affinità con gli alleati. volevano inoltre espandersi sull'adriatico e nei balcani
irredentisti
coloro che vogliono l'unificazione dell'italia annettendo anche Trento e Trieste
l'italia doveva entrare in guerra
chi ebbe la meglio
Con la firma del patto di Londra che sanciva che in caso di vittoria l'italia avrebbe ottenuto il trentino, l'alto adige, trieste, la dalmazia settentrionale alcuni territori albanesi e la penisola istriana (eccetto fiume). nel mese di maggio gli interventisti riempiono le piazze con manifestazioni a favore della guerra (D'annunzio le definisce "radiose giornate di maggio"). Il primo ministro Salandra (a favore della guerra), da le dimissioni di fronte al voto del parlamento contrario all'ingresso in guerra. interviene il re Vittorio Emanuele III respingendo le dimissioni. Il parlamento si piega al volere della Corona e il 24 maggio 1915 l'italia entra in guerra