TECNICHE DI MODIFICAZIONE DEL COMPORTAMENTO

CONDIZIONAMENTO CLASSICO: associazione tra uno stimolo neutro e uno condizionato, tanto da poter elicitare la risposta condizionata anche sullo stimolo neutro. Si verifica quando un certo stimolo (condizionato) viene presentato insieme a un altro stimolo (incondizionato). Dopo ripetute associazioni, l’organismo risponde ad uno stimolo precedentemente neutro in modo simile a come risponde allo stimolo condizionato.

RINFORZO: qualsiasi cosa che segue un comportamento di un soggetto e che ne aumenta la probabilità di emissione (NON POSSIBILITA’)

PRIMARIO: strettamente legati alle caratteristiche biologiche della specie e il loro valore rinforzante non viene appreso

SECONDARIO: quelli legati ai rinforzi primari o legati al sistema di attaccamento; derivano il loro potere rinforzante da un processo di apprendimento e variano da individuo ad individuo.

SOCIALI: strettamente collegati ai rapporti interpersonali e sono costituiti da rinforzi secondari appresi durante il processo di socializzazione

DINAMICI: consistono nel permettere al soggetto di eseguire determinate attività

INFORMAZIONALI: guida che do ai comportamenti dell'altro sulla base di un suo scopo

SIMBOLICI: es. soldi (anche se sono materiali non sono commestibili)

MATERIALI o TANGIBILI: commestibili e non commestibili

variabili

PROGRAMMA SPERIMENTALE

STATO DELL'ORGANISMO

COSTO DELLA RISPOSTA: quanto culo mi devo fare emettere un operante (fatica richiesta per eseguire l’operante)

MOTIVAZIONE: quanto quell’organismo è privato di quel determinato rinforzo

DIMENSIONE DEL RINFORZO: l’entità del rinforzo; la dimensione deve essere sempre associata al costo della risposta. Più è alto il costo della risposta più è grande la dimensione del rinforzo

PROGRAMMI DI RINFORZAMENTO

CONTINUO: è il più semplice; serve a stabilizzare la performance e a fissare il comportamento voluto; rapporto 1:1; aumenta la frequenza con cui si verifica un comportamento --> ogni volta che viene emesso l'operante si somministra il rinforzo. Se si usa solo questo, dopo un po' smette di funzionare per saziazione, ma si può evitare la saziazione con un intervallo fisso, ma più lungo.

VARIABILE: determino a priori, ma varia il modo in cui si presenta

A INTERVALLO: tempo e non numero di prove

A RAPPORTO

VARIABILE: simile al fisso, con la differenza che qui il rapporto tra le risposte rinforzate e non rinforzate varia dopo ogni singola presentazione del rinforzo e così non è mai lo stesso nel corso di una seduta e in sedute successive

A VALIDITA' LIMITATA: l’operante deve essere emesso entro una finestra temporale (con T determinato a priori) per poter riceve il rinforzo

FISSO: il rapporto viene presentato con rapporto scelto precedentemente

VARIABILE: si applica per rendere più stabile il comportamento; i periodi di rinforzo sono sempre diversi

FISSO: stabilisce un determinato periodo di tempo privo di rinforzi come condizione necessaria affinché un operante sia rinforzato. Emetto l’operante solo quando so che otterrò il rinforzo. Questo rende meno stabile il comportamento perché verrà emesso solo quando sarà trascorso un tempo sufficiente.

A DURATA: compare dopo che l'operante è stato attivato per un periodo di tempo continuato

FISSO: decido a priori che l’operante deve essere emesso per un tot di tempo per accedere al rinforzo; il periodo in cui l’operante si deve manifestare è fisso tra un rinforzo ed il successivo

VARIABILE: la durata varia in media secondo un intervallo specificato; il periodo in cui l’operante si deve manifestare cambia tra un rinforzo ed il successivo

altri programmi

SCHEMA A TANDEM: composto da due programmi che devono essere entrambi completati prima che il soggetto ricevi il rinforzo; non vi sono stimoli segnalatori

SCHEMA CONCORRENTE: posso rinforzare o alla durata o all’intervallo. Decido che emetto un rapporto 10 a 1 rinforzo a 10 operanti e nel frattempo rinforzo anche la durata del comportamento. Stabilisce la presenza di due o più programmi di rinforzamento attutati contemporaneamente.

SCHEMI INCATENATI: emetto operante, fa succedere qualcosa nell’ambiente e quindi cambia la situazione. Questo mi fa capire che sono passato ad una seconda situazione.

SCHEMA MISTO: non è presente lo stimolo discriminativo

SCHEMA MULTIPLO: c’è uno stimolo discriminativo che ci dice cosa fare. Costituto da più programmi tra loro diversi che si susseguono a caso, ognuno segnalato al soggetto dalla comparsa di uno stimolo specifico che agisce da discriminatore per il programma.

RINFORZO DIFFERENZIALE DI UNA BASSA FREQUENZA DI RISPOSTE: prefissare un intervallo di tempo lungo per diminuire l’emissione del comportamento

RINFORZO DIFFERENZIALE DI UN'ALTA FREQUENZA DI RISPOSTE: l’intervallo è molto breve perché voglio ottenere un alto numero di risposte. Il rinforzo è contingente e si verifica entro un certo periodo di tempo prefissato a partire dalla risposta precedente.