In una seconda fase L. si rende conto che la natura mira alla conservazione della specie senza curarsi del bene del singolo, perciò ne deduca che il male rientra nel piano della natura, vista ora come una crudele matrigna. In una fase di passaggio L. attribuisce l'origine del male al fato, ma poi si accorge che anch'esso è controllato dalla natura. Quest'ultima è un meccanismo cieco indifferente alla sorte delle sue creature, della quale l'uomo è una vittima innocente. E', infatti, la natura ad aver creato nell'uomo il desiderio di felicità senza poterla mai raggiungere, ma soprattutto colpisce la vita dell'uomo con dei mali esterni a cui nessuno può sfuggire: malattie, morte, catastrofi naturali.