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Mary Wollstonecraft (1759-1797), A Vindication of the Rights of Women…
Mary Wollstonecraft (1759-1797)
nasce a Londra nel 1759
è la seconda dei 7 figli. Vive un'infanzia traumatica a causa di un padre violento e alcolista
a 19 anni inizia a fare la dama di compagnia per una ricca vedova di Bath
dopo esser stata la governante del Lord d'Irlanda per 9 mesi, viene licenziata. Deciderà di tornare a Londra per diventare una scrittrice.
ebbe una storia d'amore con Gilbert Imlay, un uomo d'affari infedele, con cui ebbe 1 figlia
Quando tornò a Londra, però, conobbe Wiliam Godwin, con cui si sposerà.
Sarà un matrimonio molto felice, ma breve, poiché morirà per complicazioni da parto dopo aver dato alla luce sa figlia Mary (Shelley)
Nel 1792 pubblicò "A Vindication of the Rights of Women"
All'epoca si parlava principalmente dei diritti fondamentali degli uomini, le donne venivano completamente dimenticate
Per questo, lei decide in questo trattato di stare totalmente dalla parte delle donne. Infatti, la sua, fu l'unica voce a dire che anche le donne rientrano tra gli esseri umani.
A Vindication of the Rights of Women (1792)
INTRODUZIONE
Nel 1791 il politico francese Taillerand pubblicò un documento sui diritti umani in cui esclude le donne dalla lista dei "diritti civili e politici"
Secondo Wollstonecraft questa è una contraddizione con i principi repubblicani della rivoluzione francese. Per questo decise di sfidarlo personalmente, specialmente di andare oltre l'assunto che le donne non potessero e non dovessero cittadine a causa della loro naturale inferiorità mentale.
CAPITOLO 1
Inizia fondando la sua difesa dei diritti "sulla perfezione di Dio" - "quell'essere saggio che ci ha creati e ci ha posti qui":
Dice che tutti possiedono una certa razionalità e ogni individuo che non esercita la ragione è incapace di moralità.
Seguire le regole da altri o agire sulla base di consuetudini, opinioni pubbliche o abitudini non è un comportamento morale.
PENSIERO ILLUMINISTA: la ragione è elevata al di sopra di qualsiasi altra cosa
la ragione, la virtù e la conoscenza non sono più date per scontate, ma anzi, vanno riscoperte!a
Quest'autrice è stata criticata da alcune femministe per aver espresso il concetto per cui la conquista dei diritti garantirebbe alle donne di diventare delle migliori compagne per i loro uomini. S'impegnò a spiegare che la virtù a cui lei mirava era una nozione più ampia di autodisciplina e principio creatore di bene.
L'autrice crede che Dio abbia creato gli esseri umani con anime capaci di virtù e che non ci debbano essere percorsi differenziati in base al genere per raggiungerla.
dando ad entrambe la capacità di ragionare, il creatore li ha dotati di uguaglianza, ma le strutture all'interno del quale vivono sfidano questa condizione originaria.
così le donne si trovano a possedere la capacità di ragionare, ma viene loro negata la possibilità di utilizzarla.
Le privazioni che le donne subiscono diffondono "la corruzione in tutta la società".
CAPITOLO 2
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In molti si lamentano della follia delle donne, ma la Wollstonecraft spiega che la follia è causata dall'ignoranza: la loro educazione è rivolta solo verso il matrimonio, senza alcun altro obiettivo oltre a questo.
Questo le porta a dipendere dagli uomini, a svalutare l'apprendimento, lasciando le loro facoltà di ragionamento sottosviluppate.
Le donne sono considerate dal sistema educativo più come femmine che come esseri umani.
EDUCAZIONE: senso lato > equivalente a quello che oggi chiameremmo socializzazione; senso stretto > è più vicino a quello che noi intendiamo come educazione, ovvero trasmissione formale di conoscenze.
Lei intende l'istruzione in entrambi i sensi, ma quello principale è la socializzazione delle donne. L'educazione modella il tipo di cose a cui le donne mostrano interesse nel corso della loro vita.
Si fa riferimento al fatto che allenino i sensi, non la ragione, quindi c'è una ricorrente preoccupazione per i libri "stupidi" scritti da e per le donne.
Vuole persuadere le donne ad "acquisire forza, sia nella mente che nel corpo", per dimostrare che la loro ambizione dovrebbe essere di "un carattere come essere umano",
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Wollstonecraft critica pubblicamente anche importanti scrittori maschili, come Rousseau, sostenendo che tutte le sue opere sono servite a rendere le donne più deboli e meno utili alla società.
Era un filosofo illuminista i cui scritti influenzarono la rivoluzione francese ed ebbero un impatto immenso sul pensiero politico in generale e anche sulle visioni moderne della natura umana.
Secondo Rousseau le donne non dovrebbero coltivare la verità o la forza d'animo, ma l'obbedienza. Secondo la Wollstonecraft, invece, le donne dovrebbero lottare per le stesse virtù degli uomini.
Rousseau afferma che l'intero obiettivo della vita delle donne è compiacere gli uomini, mentre la Wollstonecraft ritiene che questa visione insegna alle donne ad attrarre gli uomini, ma non dota nè uno e nè l'altra a costruire una relazione duratura fondata sul rispetto.
Quindi, la scrittrice aggiunge che lo studio del "piacevole" che viene imposto alle donne è del tutto inadeguato, perché non viene insegnato alle donne di regolare le proprie emozioni in modo appropriato.
Il suo trattato "Emile" (1762) diede forma all'educazione nazionale in Francia
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L'amore ha la sua importanza, ma la ragione è primaria.
Le donne sono addestrate all'arte di piacere, un arte dell'inganno per cui non saranno a lungo soddisfatte dall'attenzione di un uomo, ma vorranno compiacere diversi uomini diversi da loro marito. Così la socializzazione produrrà mogli infedeli e madri incompetenti.
La scrittrice sottolinea come la vita familiare richieda duro lavoro e disciplina, qualcosa per cui la maggior parte delle donne è impreparata. Sono principalmente guidate dalle loro emozioni e ciò può essere problematico quando si tratta d'insegnare ai bambini a controllare le proprie emozioni.
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In generale la scrittrice dimostra l'inadeguatezza dell'argomentazione secondo cui le donne devono essere inferiori agli uomini perché tradizionalmente sottomesse a quest'ultimi. Dice che si potrebbe dire lo stesso di coloro sottomessi al re (critica implicita alla monarchia).
CAPITOLO 3
Si parla di forza fisica, la quale viene considerata con disprezzo, soprattutto per le donne, poiché sminuisce la grazia e la debolezza attraente.
La scrittrice afferma che è vero che gli uomini siano fisicamente più forti delle donne, ma le donne a loro volta sono state nel tempo incoraggiate a indebolirsi deliberatamente, poiché la debolezza è divenuto un attributo desiderabile.
Se le ragazze vengono tenute in ambiente angusti, è del tutto normale che preferiscano le bambole e le chiacchere, i vestiti e le chiacchere inutii.
CAPITOLO 4
La scrittrice ci sottolinea come nulla nella classica formazione delle donne le spinge a desiderare la libertà. Per fargli desiderare un miglioramento della loro condizione bisogna insegnare loro prima a usare la ragione, ma invece viene insegnato loro ad affidarsi alla ragione degli uomini.
Per acquisire la virtù bisogna lottare contro le avversità, che richiedono un sacrificio del piacere. Visto che la società considera il piacere l'attività principale della vita di una donna, ci si può aspettare poco da loro. Un ostacolo grande per la donna è che i piacere e, in particolare, il piacere degli uomini sono stati a lungo considerati prioritari nella loro vita.
La scrittrice, allo stesso tempo, ammette che le donne hanno un privilegio immeritato per essere semplicemente donne: occupano una posizione arbitraria nella società a causa della loro bellezza. Ad esempio, non devono mai essere contraddette pubblicamente o non è mai permesso loro di esercitare alcuna forza.
Cita un'altra volta Rousseau: "Educate le donne come gli uomini e più assomiglieranno a noi, meno potere avranno su di noi". Ne fa una critica dicendo che educare le donne non significa renderle mascoline, anzi, le rende padrone di sé stesse, senza ledere nessun'altro.
Offre anche un'argomentazione progressista: le donne "rovinate" che solitamente sperimentano vergogna e disgrazia, in realtà dovrebbero essere aiutate, poiché magari non sapevano prendere una scelta moralmente informata. Proprio perché non possono provvedere a se stesse, solitamente ricorrono a metodi moralmente degradanti, come prostituirsi.
Dice, anche, che è meglio che il matrimonio si basi sull'amicizia, fondata sul rispetto e sui principi, piuttosto che l'amore, fondato sulla passione, vanità e gelosia.
CAPITOLO 5
Si ritorna a Rousseau e il suo trattato "Emile". Sostiene che le donne sono state create per essere deboli e passive, per soddisfare il piacere degli uomini.
La Wollstonecraft è abbastanza radicale nel rifiutare quest'idea che la donna donna sia stata creata per l'uomo, criticando anche la Genesi.
CAPITOLO 6
Mentre i suoi contemporanei sostenevano che la subordinarietà della donna era dovuta alla loro inferiorità, la Wollstonecraft, invece, sostiene che questo sia dovuto ai fallimenti della società.
Dice che è assurdo aspettarsi che una donna possa essere ragionevole nei suoi piaceri, quando per tutta la vita non è stata orientata verso l'acquisizione di saggezza e virtù.
CAPITOLO 7
Wollstonecraft continua dicendo che le donne non dovrebbero essere ritenute le uniche responsabili del mantenimento della castità, quando è stato insegnato loro per tutta la vita a vivere secondo le proprie passioni.
Aggiunge che i bambini fin da piccoli dovrebbero ricevere delle informazioni accurate sul sesso: non sapere niente o trattenerlo infiamma solamente la passione e atti smisurati
Per lei la castità esterna è utile solo per preservare il proprio nome, non per rispettare la propria persona.
CAPITOLO 8
Continuando sulla scia della reputazione, dice che la preoccupazione per la reputazione ha incoraggiato un comportamento artificiale tra le donne. Questo fatto di confondere la virtù con la reputazione porta all'ipocrisia.
Cita la leggenda di Lucrezia: una dama romana che si pugnalò dopo essere stata violentata. Questo è ciò che succede alle donne quando viene insegnato loro di anteporre l'opinione del mondo alla modestia.
Sostiene che le donne rispondono all'impudicizia degli uomini abbassandosi al loro livello, essendo abituate a ottenere potere dalla lussuria maschile. Il desiderio sessuale, però, secondo lei deve funzionare in armonia con la maternità e non contro di essa.
La virtù degli uomini e delle donne è sempre intrecciata, ma le donne finiscono per sopportare la vergogna di entrambe le parti, poiché gli uomini possono farla franca mantenendo intatta la loro reputazione.
CAPITOLO 9
La disparità tra le classi per la scrittrice è un fattore di declino della virtù. I ricchi, però, possono fare affidamento sulla reputazione piuttosto che sulla virtù > per questo la disuguaglianza sociale è dannosa per la moralità generale.
Non ci si può aspettare virtù dalle donne finché non sono indipendenti dagli uomini. Finché entrambi saranno legati dalla manipolazione e dalla passione invece che dall'adempimento virtuoso e ragionevole dei propri doveri, la società sarà creata su basi traballanti.
l'esempio perfetto del legame tra natura e dovere è una donna che allatta al seno: quando il dovere viene trascurato gli affetti non possono crescere come vuole la natura. Poiché Wollstonecraft ritiene che le donne siano naturalmente disposte ad essere madri, ritiene che assumersi i doveri della maternità sia la via dell'indipendenza per la maggior parte delle donne (altre hanno bisogno di altre strade, come studiare, diventare infermiere o ostetriche, o anche essere coinvolte nella politica)
Delle pagine sono dedicate anche alle donne single, né sposate né madri: i diritti sono per tutte e non solo per le "donne socialmente compiute".
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CAPITOLO 11
Qui si parla di come la maggior parte dei genitori ricorrono a una sorta di cieca autorità divinamento sanzionata per insegnare ai propri figli. Un genitore che si sforza di formare cuore e comprensione di suo figlio, merita il rispetto e l'amicizia di suo figlio per tutta la vita.
Questa visione della genitorialità ha paralleli con la visione del matrimonio: entrambe le relazioni devono essere fondate sulla ragione e sul rispetto reciproco
CAPITOLO 12
In questo capitolo si passa al culmine del libro e ci sono le sue proposte più audaci: le scuole nazionali, create per instillare abitudini virtuose in tutti i bambini, si adattano alla sua visione del mondo. Infatti, sarebbero chiamate "scuole di moralità", poiché preparano i cittadini ad una società virtuosa.
Entra nei dettagli anche per quanto riguarda dei vantaggi delle scuole di campagna rispetto a quelle urbane: preferisce gli ambienti rurali e quelli naturali in quanto più favorevoli alla virtù.
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CAPITOLO 13
Si usa la parola "Rivoluzione" per la primissima volta nel libro, non lasciando più che le sue simpatie politiche rimanessero implicite. Secondo lei serve una rivoluzione nei costumi femminili.
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Illuminismo (1685-1815)
In questo contesto la donna è stata oggetto della filosofia del tempo
Medici e scienziati l'hanno dipinta come essere inferiore rispetto all'uomo sulla base di alcune differenze biologiche
queste differenze derivano dalla natura, quindi sono giuste e inevitabili
Se ne esalta il ruolo di madre e di custode dell'ambito domestico
la libertà, tolleranza e istruzione sono condizioni che possono valere solo per gli uomini
La Wollstonecraft fu la prima femminista a contestare proprio questo. La sua voce ispirò le successive pensatrici a trasformare le loro esperienze in argomentazioni politiche femministe contro il patriarcato
Molti studiosi non capirono la natura politica del suo trattato, ma è piuttosto evidente come lei abbia dichiarato la sua intenzione di difendere i diritti civili e politici delle donne
I sui generi letterari erano: l'ironia, la satira i giochi di parole di genere e la narrazione in prima persona
questi le permisero di affrontare la controversa questione dell'uguaglianza dei diritti umani