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1- GIACOMO LEOPARDI VITA E OPERE - Coggle Diagram
1- GIACOMO LEOPARDI
VITA E OPERE
Sempre caro mi fu quest' ermo colle
la donzelletta vien dalla campagna, in sul calar del sole
D'in su la vetta della torre antica, passero solitario alla campagna (cantando vai)
Silvia, rimembri ancora Quel tempo della tua vita mortale..
Qui su l'arida schiena del formidabil monte..
sono tutti incipit, passi, di poesie famose scritte da Giacomo Leopardi, importante poeta dell’Ottocento italiano, un pilastro della letteratura.
il suo nome è legato a due concetti:
romanticismo e
pessimismo
Vediamo chi era Giacomo Leopardi
era un uomo timido e appassionato, (non bello) con un fisico fragile, solitario ma coltissimo
Nasce il 29 giugno del 1798 in una cittadina delle Marche, Recanati (in quello che un tempo era lo stato pontificio), da una famiglia nobile (ma in decadenza) e tradizionalista (di nobili origini) e passa gran parte della sua infanzia e giovinezza a studiare nella biblioteca della casa paterna nella solitudine di un mondo chiuso nel paese che lui chiamava natìo borgo selvaggio (sognando universi lontani e felicità irragiungibili)
Sucessivamente andò a Milano, poi a Bologna [dove si innamorò (di Teresa Carmiani Malvezzi) senza essere ricambiato], poi a Firenze e poi a Pisa: qui ritrova la sua ispirazione e compone una delle sue poesie più celebri:
A Silvia
già da bambino si rivela un prodigio: riesce a tradurre testi antichi, compone in italiano e in latino, ha una memoria formidabile;
il rapporto con i genitori non è dei migliori perciò l' unico suo sfogo è lo studio: impara latino, greco, francese, ebraico;
dopodichè si dedica alla filologia, studia la poesia italiana (e compone opere erudite),
insomma acquista una cultura vastissima, ma tutto questo studio lo segna nel corpo e nello spirito: inizia infatti ad avere problemi alla schiena alla vista e così sacrifica un pò della sua giovinezza
L'anno di svolta è il
1816
, (nel quale avviene una sorta di conversione letteraria) in cui decide di abbandonare
l 'erudizione per dedicarsi totalmente al bello e scrive lo
Zibaldone
un enorme diario a cui affida appunti, progetti e riflessioni; in particolare si tratta di una raccolta, in prosa, di pensieri e brani scritti su argomenti vari
[
un diario personale e un insieme di pensieri filosofici letterali e appunti d' impressione
]
Successivamente arriva un periodo di rottura con la propria famiglia. Egli infatti vuole essere libero e indipendente (tentò anche di fuggire di casa ma fallì ; il fallimento e un malattia agli occhi lo costrinse a dedicarsi alla filosofia e ad abbandonare la religione cattolica).
proprio in questi anni la sua poetica "sale di livello" (diventa più sentimentale) ed egli compone i famosissimi
Idilli
, una poetica sentimentale, in cui riconosciamo famossissimi testi come:
l'infinito
la sera del dì di festa
alla luna
dove il poeta si concentra sui moti del proprio animo e sui propri sentimenti
proprio in questi anni la sua poetica diventa più intima e personale: infatti scrive gli Idilli, di cui fanno parte testi famosi come l'infinito, la sera del di di fesa, alla luna, dove il poeta si concentra sui moti del suo animo e sui propri sentimenti
(al centro della raccolta la poetica dell'indefinito)
Si trasferisce a Roma, ma rimasto deluso (non era riuscito a trovare lavoro) torna a Recanati (non trovò lavoro e dovette ritornare a casa.
[Fu preso da un cupo pessimismo e lasciò la poesia per la prosa] inaugura questo silenzio poetico con le operette morali
proprio qui compone le
Operette morali
: opera in prosa, (originalissima) composta da dialoghi filosofici in cui egli si interroga sui temi più spinosi della condizione umana;
con le operette inaugura un silenzio poetico che durerà diversi anni.
Il nostro poeta sta entrando in quel che verrà definito "pessimismo cosmico"
Nel 1828 torna ancora una volta a Recanati dove rimase per due anni e dove compone altre poesie famose come Il sabato del villaggio, e La quiete dopo la tempesta
Successivamente Leopardi lascia definitivamente Recanati (che lui stesso definisce il natìo borgo selvaggio), e torna a Firenze dove diventa amico di Antonio Ranieri e si innamora senza essere ricambiato (di Fanny Targioni Tozzetti).
Leopardi dice addio all'amore e per l'occasione scrive:
A se stesso,
Il pensiero dominante,
Amore e morte
Aspasia
Nel 1836 si trasferisce a Torre del Greco (Na), dove scrisse il suo testamento poetico e spirituale
La Ginestra
Infatti a Napoli, nel1837 si spegne (muore di malattia) tra le braccia del suo caro amico Ranieri, all'età di 39 anni