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studi urbani: istituzioni/pratiche - Coggle Diagram

- - - - in questo rapporto le istituzioni da un lato pianificano e progettano, regolamentano e immaginano le città. dall'altro gli attori sociali attraverso una continua reinvenzione dei modi di stare e fare città promuovono differenti forme di abitare e di relazionarsi nel tempo e nello spazio della città, d fatto contestando direttamente o indirettamente la pretesa di un lineare e verticale governo dell'urbano.
        
        le città sono ambienti mutevoli, precari e questo rappresenta certamente un vantaggio ambientale, ma al tempo stesso una condizione costante di fragilità, che rende di fatto vulnerabile la vita di coloro che hanno maggiore difficoltà ad accedere a risorse ceh permettono una certa sicurezza ontologica, prima di tutto abitativa.
        
        negli ultimi anni molte sono le voci che hanno sostenuto la crisi della città e il suo declino
        
        durante l'epidemia di COVID in molti hanno messo in evidenza la strutturale fragilità dell'urbano, sopratutto nei contesti caratterizzati da una soglia inaccettabile di vivibilità.
        
        eppure la città continua a essere l'ambiente privilegiato per l'insediamento umano. sicuramente ciò ha a che veder con la capacità del neoliberismo di fissarsi spazialmente, al fine di estrarre profitto.
        
        in quest scenario la dialettica tra istituzioni e abitanti mette al centro dell'analisi critica dell'urbano i temi della cittadinanza, dell'esclusione, delle diseguaglianze, delle forme di organizzazione, delle pratiche dell'abitare.
      - le istituzioni mettono in campo servizi, politiche, norme, immaginari ecc... ceh tentano di tracciare i confini della vita urbana, con l'obiettivo di renderla piu intellegibile e governabile.
        
        tali azioni si spazializzano e strutturano a secondo dei contesti e delle logiche temporali differenti
        
        il governo odell'urbano dialoga con il passato selezionando spazi della memoria da conservare e mettere a valore, interagisce con il presente per rappresentare i propri interessi, si proietta nel futuro per promuovere scenari, visioni fantasie ceh mobilitano capitali economici, culturali e simbolici.
        
        grazie agli strumenti di governo possono esser promossi o limitati ad esempio, inclusione sociale, fruizione dello spazio pubblico, attivismo civico, partecipazione cittadina....
        
        da un lato ci sono le istituzioni e dall'altro le pratiche quotidiane delgli abitanti. il temine pratiche definisce un insieme di azioni e rappresetazioni, immaginari e relazioni che non solo si realizza i contesto urbano, ma piuttosto lo determina e trasforma.
        
        una città non è da intendersi come un elemento a priori, un fatto di natura, uno spazio neutro. piuttosto la città va considerata come un complesso di storie, un insieme immaginario e contemporaneamente concreto di pratiche, percezioni, valori, signficati.
        
        le pratiche urbane svolte dagli attori sociali si distinguono come elementi imprescindibili per la comprensione della vita urbana, in quanto sintesi di come l'urbano si produce quotidianamente. :
        
        processo concettualizzato comer World-making, inteso come la capacità dell'esser umano di costruire, abitare e poi pensare il proprio ambiente di vita.
        
        un ampia parte della popolazione mondiale contribuisce a costruire la propria abitazione, le infrastrutture base, i quartieri grazie a un make-shirt urbanism, inteso come sforzo pratico teso a costruire, immagianre, organizzare un territorio.
        
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      - la dialettica tra istituzioni e pratiche assume grande rilevanza se adottata come punto di accesso per un piu ampiosguardo sull'urbano e la sua produzione
        
        testi proposti
        
        a partire dalla scuola di Chicago ceh rappresenta un punto imprescindibile mia anche contestato per gl istudi urbani si espone come dopo quasi u secolo si deve ripensare radicalmente la modalità universalità di concepire la città.
        
        tutte le città del mondo sono uguali?la prima risposta e piu banale è un secco no. eppure la somiglianza tra città diverse ci sono eccome, se non per forma fisica quanto meno per il modo, stile di vita dei suoi abitanti.
        
        questo è la sintesi del messaggio e punto di forza degli esponenti della scuola di Chicago.
        
        quello che si è sostenuto per molti anni è che i processi che si verificano all'interno delle città sono assimilabili e analizzabili grazie a modelli piu o meno universali.
        
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        al centro della riflessione le pratiche dell'abitare e le diverse forme di appropriazione dello spazio. si mette in evidenza la necessità di approfondire le dimensioni immateriali e simboliche associate allo spazio urbano; inoltre serve una critica dello spazio in rapporto alla società e alla vita quotidiana, e di conseguenza anche adelle isitutizioni e politiche pubbliche.
        
        spesso urbanistica interpretata con caratteri tecnici e normativi. sicuramente l'urbanistica nata nell'800 si affida a questi approcci . questa visione è ancora quella piu diffusa, legata anche alle pratiche professionali prevalenti
        
        in realtà l'urbanistica ha molte radici culturali diffrenti, e fin dal suo nascere ha avuto approcci e impostazione differenti
        
        una è quella che pone lo sguardo sui meccanismi vitali ed evolutivi, alle persone e al loro modo di vivere e produrre spazio. Geddes, che era un biologi prima di tutto ,a anche scienziato sociale, vedeva il contribuito dell'agire delle persone ala costruzione della città.
        
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        una delle dimensioni centrali ceh struttura la relazione tra istituzioni e abitantipratiche, è quella della violenza. con l'intenzione di promuovere un rinnovato sguardo critico sulla relazione tra urbano e violenza
        
        gia dai classici della sociologia dell'800-900 industrializzazione, migrazione e metropolizazione sono state sempre associate a esperienze di anomia, sradicamento, sovraccarico e quindi tensione, conflitto violenza,
        
        la scuola di Chicago è probabilmente il luogo dove si è cristallizzato e strutturato il pensiero dominante sulla relazione tra città e violenza
        
        l'effetto collaterale di questo approccio ecologico, che ricerca una definizione naturale delle città, è quello di tracciare una rigida relazione strutturale. a tratti deterministica, a-storica e a-politica, tra forma urbana e sociabilità
        
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        ultima analisi prende il tema del diritto alla città. sia in generale, poi in un secondo saggio questa viene sottoposta a una critica di stampo femminista, ceh ne mostra ai limiti e ile criticità, l le possibili riformulazioni
        
        il diritto alla città si è imposto come focus analitico e chaive di lettura essenziale per comprendere le dinamiche e le pratiche urbane. è ormai utilizzato, anche se con attribuzioni differenti in contesti accademici e in circoli politici, tra gruppi sociali dedotti all'ativismo e tra i membri della società civile.
        
        è molto di piu che un diritto all'accesso individuale o di gruppo alle risorse ceh al città incarna, ma è pi uccel altro il diritto collettivo di cambiare e reinventare la città in modo piu conforme ai nostri desideri.
        
        si tratta in sintesi di una delle possibili forme per democratizzare la produzione dello spazio, garantendo la partecipazione profonda dei cittadini e una riflessione collettiva sulle nuove forme di vita urbane.
        
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