È una patologia piuttosto frequente caratterizzata da un’alterazione improvvisa dell’attività elettrica cerebrale e che si traduce in manifestazioni cliniche estremamente varie. Esistono forme di epilessia dovute a traumi cranici da parto o post-natali, meningoencefaliti, tumori endocranici, sclerosi multipla, emorragie cerebrali.
Le due forme più importanti di epilessia il grande male e il piccolo male.
Grande male
Si manifesta improvvisamente con l’emissione di un urlo rauco, il paziente cade a terra, va in apnea e diventa cianotico, gli arti si irrigidiscono. Dopo 20-30 secondi compaiono delle brusche contrazioni spasmodiche della muscolatura che possono interessare i muscoli della faccia; per questo motivo, se il paziente tiene la lingua fra i denti, se la può mordere anche in modo grave.
A volte compaiono anche sudorazione, ipersecrezione di saliva con bava alla bocca, dilatazione fissa delle pupille (midriasi) e perdita delle feci e delle urine.
Durante la crisi convulsiva è necessario evitare che il paziente si morda la lingua, mettendogli qualcosa tra i denti (cucchiaio, fazzoletto, cintura).
Piccolo male
È una manifestazione epilettica tipica dell’infanzia che in genere scompare dopo la pubertà. Il piccolo male si manifesta con le cosiddette “crisi di assenza” caratterizzate dal fatto che il bambino si blocca all’improvviso, resta fermo ed immobile per 30-40 secondi con lieve battito delle palpebre ed è insensibile a qualunque richiamo. La terapia è a base di farmaci antiepilettici che servono a prevenire l’alterazione dell’attività elettrica cerebrale; fra i principali ricordiamo i barbiturici e la difenilidantoina.