Un enunciato è sensato soltanto se possiamo immaginare procedure empiriche atte a verificarne o falsificarne la validità. Questa idea sottintende una distinzione tra verificabilità di principio e verificabilità di fatto, in quanto una tesi attualmente inverificabile, come “sull’altra faccia della luna esistono montagne alte tre metri”, potrà essere verificata in futuro. Anzi, essa rimarrebbe significante anche se sapessimo con certezza che non si potrà mai raggiungere la superficie dell’altra faccia della luna, perché la verificazione resterebbe sempre concepibile. Nonostante tali affermazioni, però, Schlick privilegia le definizioni ostensive ( dal latino “ostendo”, “mostro) piuttosto che quelle teoretiche
Il principio di verificazione non implica una completa teoria semantica, perché riguarda soltanto le proposizioni dichiarative, di cui Schlick enuncia solo le condizioni della “significanza cognitiva” (relativa alla conoscenza), e non della significanza “tout court”, cioè immediata e fattuale.
Carnap precisa successivamente che le tesi metafisiche, pur essendo prive di significato cognitivo o teorico, spesso hanno altre componenti di significato, per esempio emotive o motivazionali, che possono avere forti effetti psicologici