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p 19, pene, LA PENA NEI DIVERSI PAESI, INCESTO COME REATO NELLA DOTTRINA…

- - - - se anche la donna e prostituta
      - punito con la morte
        
        la sua ratio nella volontà di reprimere le sfrenate e disoneste voluttà degli uomini.
      - quindi la pena capitale l’incesto tra affini nel primo grado ex copula illecita
      - Individuiamo qui un primo punto di frizione tra la norma e la dottrina da una parte e il sentire comune e la prassi giudiziaria dall’altra.
        
        Nelle terre dello stato pontificio gli uomini vivevano nella immoralità, nel peccato e nel reato e i giudici chiudevano un occhio su questi reati. i giudici erano probabilmente partecipi di quel lassismo morale.
        
        la norma, per quanto ne sappiamo, fu ampiamente disapplicata
        
        Insomma, più si stabiliscono norme che indicano pene rigorose e più non si riesce ad impedire che quei reati non abbiano luogo.
    - - forza di legge solo entro i confini dello stato della chiesa.
- - - - LEX IULIA DE ADULTERIS.
- - - - disciplina il reato di incesto e stabilisce che nel caso la pena da irrogarsi è quella prevista nel diritto romano
        
        una pena certa per l’incesto nel diritto romano non si trova.
        
        diritto romani crea un vincolo originale tra l'adulterio e l'incesto sono considerate in modo unitario e la dottrina tende perciò ad indicare la pena per incesto in riferimento alla pena per il reato di adulterio
        
        criminalisti sono concordi nel ritenere di minore gravità il tradimento coniugale rispetto alla sessualità intrafamiliare
        
        La pena per l’adulterio, individuata nella decapitazione, non poteva essere più rigorosa di quella dell’incesto
        
        L’interpretazione minoritaria afferma che l’adulterio è meno grave dell’incesto, ma l’uomo è spinto all’adulterio dalla natura e l’adulterio deve perciò essere punito in modo più rigoroso dell’incesto, in quanto l’incesto ripugna alla natura.
        
        questa riflessione si istende anche nel ius proprium si disciplina l’istituto dell’adulterio e non quello dell’incesto.
        
        Molti giuristi ricavano la sanzione per l’incesto da quella stabilita per l’adulterio, per analogia.
        
        la consuetudo loci in criminalibus
        
        una chiara prassi penalistica alla quale ci si può riferire in riferimento al reato di incesto che di adulterio. Se non si correva alla analogia
- - - - che la cautela è d’obbligo nella materia penale dove è in gioco la vita degli uomini.
      - nel diritto criminale non sono possibili applicazioni estensive o analogiche della norma giuridica. Insomma, non si può derivare la pena per gli incestuosi dalla pena stabilita per gli adulteri.
      - un verso che l’opinione comune non è fondata nella verità come il vangelo e può perciò essere criticata e dalla quale ci si può dissociare.
      - nel diritto romano non si indica la pena capitale per adulteri incestuosi, perciò, non si vede perché bisognerebbe irrogare tale pena agli incestuosi non adulteri.
    - - coito nefario
        
        questo incesto meritano la pena capitale per decapitazione.
        
        perché il coito nefario è proibito dal diritto delle genti secondo quanto si legge nel digesto, che è diritto romano.
        
        La distinzione tra diritto delle genti, comune a tutti gli uomini, e diritto naturale, comune a tutti gli esseri viventi, non è usata sempre con rigore dai giuristi
        
        una riflessione proposta da BERLICH
        
        esempio del vedovo che ha una relazione sessuale con la figlia
        
        1 more item...
    - - deve irrogarsi nel caso di incesto e adulterio nella linea retta anche qualora il coniuge perdoni l’ingiuria subita, e chieda la remissione della pena
        
        perché in tal caso viene rimessa la pena per l’adulterio
        
        secondo quanto richiesto dalla moglie, ma non quello per l’incesto; perché in ragione dell’enormità del reato commesso prevale l’interesse pubblico.
- - - - 1) negli statuti cittadini si rimette al podestà di stabilire le pene non espressamente indicate negli statuti stessi.
        
        Nei maggiore parte dei statuti non si disciplina incesto cosi podesta decide la pena.
      - 2) In altri statuti si dispone invece di procedere secondo l’interpretazione analogica
        
        pena per il reato di sturpo o adulterio
      - 3) se non fa i primi due modi allora allora ci si deve attenere alla disciplina di diritto comune. Il diritto romano ha funzione sussidiaria rispetto allo ius proprim. Per il coito nefario si deve allora irrogare la pena capitale.
- - - - garantista a partire dalla necessaria interpretazione restrittiva della norma penale.
        
        prevede nell'estremo supplizio per l'adulterio il paradigma della pena da irrogare anche agli incestuosi
        
        inoltre non si distingue il riferimento ai gradi di parentela e di affinità tra i soggetti e afferma che secondo il diritto comune la pena per l’adultero incestuoso è la deportazione
        
        se anche nel diritto romano la pena per l’adulterio è stata mutata nella pena capitale e l’incesto è un reato più grave dell’adulterio, non dimeno la previsione penale per l’incesto è rimasta immutata, non si puo interpretare diritto penale in modo estensiva. rifiuta pena di morte per incestuosi
    - - DOMAT
        
        un’opera del 1689 indica nel rogo la pena per l’incesto tra consanguinei ed affini nella linea retta e indica nella morte seguita dal rogo del cadavere la pena per i parenti incestuosi nella linea collaterale.
        
        la morte il sacerdote che conosce nella carne la penitente
        
        una interpretazione estensiva dell’incesto, giacché la chiesa non ha mai ritenuto che la parentela spirituale possa originarsi nel rapporto tra confessore e penitente.
      - MUYART DE VOUGLANS
        
        la pena per gli incestuosi nella linea retta è la morte al rogo
        
        la pena per gli incestuosi nel primo grado della linea collaterale è la pena capitale
        
        l’incesto nel 2,3,4 grado della linea collaterale deve essere punito con una pena afflittiva infamante o pecuniaria.
- - - - contrappongono dialetticamente l’olim e l’hodie quindi la pena erogare secondo diritto romano la pena di morte per decapitazione e per altro verso si indica la pena dell’oggi che anche per il coito nefario viene indicata in una pena arbitraria ad esclusione della morte.
  - - - il parricidio è intrinsecamente più grave dell’uxoricidio (uccisione moglie).
      - l’incesto è più grave dell’adulterio e tuttavia in entrambi i casi l’uomo prova una maggiore propensione a commettere il delitto meno graveperciò, il delitto meno grave deve essere sanzionato con maggiore severità.
      - Da una parte vi è la riflessione sulla gravità del crimine dall’altra vi è un giudizio sull’uomo per quello che è, e perciò dell’uomo si considerano i comportamenti più ricorrenti e dove lo porta l’istinto, la natura
      - In definitiva, secondo de Moros, la sanzione penale per l’incesto deve essere più lieve di quella stabilita per l’adulterio
- - - - si mostra la sostanziale adesione all’impianto romanistico, non si mostrano insomma distinzioni tra i tipi di incesto
      - NON DISTINGUANO
        
        PAOLO GRILLANDI
        
        la pena è la stessa senza differenza tra i gradi di parentele e tra uomo e donna.
        
        riferimento al diritto romano la pena capitale
        
        nota, tuttavia, che molto spesso negli statuti per coloro che compiono tale reato si stabilisce una pena pecuniaria.