Friedrich Nietzsche, altro filosofo tedesco ottocentesco, interpretava la musica in modo diametralmente opposto rispetto a Schopenhauer. Per Nietzsche, la musica era un'espressione della volontà di potenza, lo slancio vitale che anima l'essere umano. Egli vedeva nella musica un'arte dionisiaca, selvaggia e passionale, capace di liberare l'uomo dalle catene della razionalità e della morale.