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IL GIOCO COME MEZZO DI INTERPRETAZIONE DELLA REALTà - Coggle Diagram
IL GIOCO COME MEZZO DI INTERPRETAZIONE DELLA REALTà
tra la
fine del primo e l'inizio del secondo anno di vita
, i comportamenti del bambino assumono delle modifiche:
sviluppo del linguaggio con cui facilmente prende iniziativa nella realtà sociale che inizia a essere IMITATA, tramite il GIOCO SIMBOLICO O DI FINZIONE
Le azioni del “far finta” sono simulazioni delle attività quotidiane attraverso cui i bambini sviluppano le competenze sociali, abilità di formare e usare simboli
Nei primi atti di finzione il bambino ha un
ruolo attivo e i partner, che possono essere reali o immaginari, hanno un ruolo passivo.
In pochissimo tempo aumentano le capacità di operare trasformazioni simboliche e quindi diminuisce la necessità di oggetti realistici in quanto qualsiasi elemento può assumere diverse funzioni e può essere utilizzato in altri modi
A partire dal
terzo anno di vita
i bambini sono capaci di decidere autonomamente la
situazione di gioco
e di strutturarla come se fosse un vero e
proprio copione
In questo periodo i cambiamenti più importanti si notano attraverso
il gioco simbolico tra pari
Dai
tre anni in poi
invece la scena del gioco si trasforma e si osservano nuove abilità sia cognitive sia sociali
Il
gioco di finzione
si differenzia dal gioco di fantasia: nei contenuti, nella partecipazione sociale e nella
presenza di regole ideate e condivise dei giocatori.
L’espressione più caratteristica è: “facciamo finta che io ero”, dove il “facciamo "denota la componente di pianificazione condivisa e il “che io ero "indica la consapevolezza di collocarsi in un mondo immaginario
La negoziazione sul come si gioca è un elemento naturale del gioco di fantasia
Secondo Piaget, queste due ultime forme di gioco rappresentano la forma più evoluta di gioco e devono soddisfare due criteri:
almeno due partecipanti in competizione tra loro
Il comportamento dei giocatori è regolato da un codice prestabilito.
Gioco con regole è di natura competitiva e compare alla fine dell’età prescolare. Anche il
gioco di fantasia
è soggetto a regole e a correzioni procedurali, che
non costituiscono il fulcro del gioco e possono essere modificate in qualsiasi momento
il gioco di fantasia è fine a sé
stesso
Invece
i giochi con regole
sono convenzionali e prestabiliti,
le regole sono l’essenza del gioco
, sono esplicite, devono essere comunicate accettate e condivise da tutti i partecipanti prima che inizi il gioco.
vi è competizione tra i giocatori per vincere e quindi vi è un obiettivo da raggiungere.
possono essere insegnati e appresi, hanno dei nomi, , fanno parte di tradizioni di particolari comunità, cambiano nel tempo
funzione importante= mettere alla prova le proprie capacità e verificare fino a che punto si è in grado di arrivare rispetto ad un determinato obiettivo
Una delle prime forme attraverso cui si esprime la creatività del bambino e quella del gioco simbolico, che prende avvio verso i 18 mesi circa.
LORRAINE McCUNE
descrive il gioco simbolico attraverso 6 criteri:
L’attività non giunge al risultato abituale (cambiare abito e prepararsi, ma non uscire fuori casa);
Un oggetto è sostituito da un altro (una conchiglia diventa una tazza);
Il bambino compie azioni abitualmente seguite da altre persone (cucinare, telefonare)
Il bambino segnala con le espressioni del volto o con altri gesti la non letteralità della sua azione
Le attività quotidiane sono effettuate senza gli oggetti necessari (bere il latte da una tazza vuota)
gli oggetti inanimati sono trattati come se fossero animati (imboccare una bambola)
OSSERVAZIONI DEL GIOCO SIMBOLICO
Liv. 3: GIOCO SIMBOLICO DECENTRATO
Compaiono due nuove modalità di azione simbolica: nella forma più primitiva, le altre persone sono destinatari passivi dell’azione del bambino mentre nella forma piu avanzata sono attori, protagonisti insieme al bambino. Le prime azioni decentrate sono ancora fortemente guidate dalle sollecitazioni materne
Liv. 4: GIOCO SIMBOLICO COMBINATORIO
Implica da parte del bambino il riconoscimento delle diverse componenti che costituiscono una sequenza di azioni. A questo livello opera il principio di integrazione, che può riguardare le diverse azioni o i soggetti che prendono parte al gioco
Liv. 2: SCHEMI AUTOSIMBOLICI
Appare la consapevolezza della differenziazione tra ciò che è letterale e ciò che è per finta. Tale
consapevolezza è manifestata in molti modi: esagerando l’azione sorridendo o assumendo particolari espressioni del volto.
Liv. 5: GIOCO SIMBOLICO GERARCHICO
Le azioni simboliche appaiono organizzate in sequenze coerenti dal punto di vista tematico e temporalmente contigue le une alle altre. Vi è una finzione non più guidata da oggetti, ma da processi
mentali; vengono messe in atto sequenze coerenti e organizzate
Liv. 1: SCHEMI PRESIMBOLICI
Il bambino utilizza in modo appropriato l’oggetto, ma al di fuori del contesto normale. Ad esempio, un bambino di 12 mesi, che sta giocando con la mamma con diversi oggetti, compie l’azione di versare qualcosa con un cucchiaio in un piatto
L’atto di versare è adeguato alle caratteristiche degli oggetti, ma il cucchiaio e il piatto sono vuoti e quindi l’azione del bambino sta a significare un contenuto immaginario, che viene mentalmente versato