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Vittorio Alfieri - Coggle Diagram
Vittorio Alfieri
l'amore per la libertà
1772: torna a Torino, con il sogno di condurre una vita del giovino signore, l'insofferenza del potere e l'autorità lo porta a rifiutare incarichi politici, spingendosi a rifugiarsi in se stesso.
il contrasto con la vita lussoriosoa lo avvicina alla letteratura a cui egli si aggrappa per scacciare i fantasmi interiori nel 1775 è l'anno della sua conversione letteraria
la sua prima opera scritta in francese, è un testo satirico in cui prende di mira i nobili e l'alata società, la prima tragedia è Antonio e Cleopatria, ispirata al drammaturco Giovanni Dolfin, alfieri porta a termine la stesura ma non è soddisfatto e comprende che la tragedia gli offre la possibilità di esprimere la potenza del suo sentire
il successo della tragedia messa in scena a Teatri Carignano il 16 giugno 1775, incoraggia il poeta a dedicarsi in questo genere letterario, ed esprimerà il fermo impegno assunto con se stesso dopo l'applaudita rappresentazione di quella sua prima tragedia di compiere ogni sforzo per diventare un'autore tragico.
1777-1789: scrive 19 tragedie, in questi anni le sue abitudini da nobili modano per dedicarsi alla scrittura che acquista ai suoi occhi una funzione catartica e insieme politica esortando i lettori al valore e alla pratica della libertà
dalla scoperta della tragedia, egli riprende gli studi on tenacia e ostinazione, passando in rassegna i classici della letteratura italiana e latina e cercando di spiemontizzare la sua linguae la sua forma condizionata dal chiuso provincialismo
il poeta a Siena e per 3 anni a Firenze dove incontra la donna della sua vita Luisa Stoolberg, moglie di un'anziano, e alfieri cerca di sottrarla, lascia il Piemonte dove insegue la donna, gira e poi in Ansalzia rimane con lei fino al 1787
1787: è a Parigi, per curare le tragedie, nel 1789 quando scoppia la Rivoluzione è ancora in Francia , saluta gli eventi rivoluzianri ma con entusismo breve poichè lo scrittore coglie presto gli atti del nuovo governo, una tirannia che giudica volgare e plebea e che porta a rinnegare l'appoggio iniziale collocandosi su posizioni conservatrici, fugge torna a Firenze dove muore nel 1803
I GRANDI TEMI
VISIONE TRAGICA
affinità di temperamento con gli eroi tragici, sente una naturale predisposizione a teatralizzarne umori e stati d'animo
i personaggi hanno una forte caratterizzazione psiciologica, l'interesse del poeta è quello di spettacolarizzare i conflitti interiori fino aspingere i personaggi alla morte in cui è vista come libertà e salvezza
le sue tragedie tendono a ridurre le situazioni storiche e sociali a una lotta tra forze inconciliabili, in cui sci scontrano libertà e tirannide, bene e e male, rettitudine e corruzione morale, coraggio eroico e meschinità
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nasce ad Asti nel16 gennaio 1749 in una famiglia aristiocratica. Dopo la morte del padre nello stesso anno la madre già vedova 2 volte si sposa con
il giovane poeta è affidato alle cure del prete di casa. Vivace, sensibile e cagionevole il bambino cresce alterando giochi spericolati a momenti di solitudine e alimnetando un umore malinconico
Le cose non migliorano nemmeno quando lo zio nel 1758 lo fa entrare nell'Accademia Reale di Torino, la scuola in cui i Savoia formano i propri quadri diplomatici e da cui Alfiere ne esce con la qualifica di portainsegna
Quando il re lo dispensa finalmente dal sevizio , inizia a viaggiare approfittando delle risorse finanziare della famiglia, viaggia per 6 anni 1767-1772, sono fughe dettate dall'incapacità di stare fermo e da un'inestirpabile senso di scontentezza di sè e degli altri, sono anni di passioni travolgenti e di amori conflittuali
il poeta disprezza Parigi, la Prussia di Federico 2, la Pietroburgo di Caterina 2, a Vienna si rifiuta di incontrare Metastasio, non gli piacciono le città e neanche l'alata societa
il suo animo si placa davanti a paesaggi incontaminati ai deserti, ai monti