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LE TECNICHE DELLA TERAPIA DELLA FAMIGLIA 3, RISULTATO FINALE = MANCANZA…
LE TECNICHE DELLA TERAPIA DELLA FAMIGLIA
3
MODIFICARE I PATTNER TRANSAZIONALI E L'ORGANIZZAZIONE DELLA F
.
LA
RISTRUTTURAZIONE
O
CONTESTAZIONE DELLA STRUTTURA
SI FA RIFERIMENTO AL CONCETTO DI
STRUTTURA FAMILIARE
DI MINUCHIN
IMPORTANTE è IL CONCETTO DI
OLONE
=
SOTTOSISTEMA
GLI INDIVIDUI APPARTENGONO A DIVERSI OLONI E IN ESSI SVOLGONO COMPITI DIVERSI
Per poter appartenere a 2 oloni diversi l’individuo deve possedere 2 caratteristiche
SENSO DI APPARTENENZA
FLESSIBILITA'/ADATTABILITA'
GLI OLONI SONO ORGANIZZATI GERARCHICAMENTE
è in famiglia che l’individuo acquisisce la capacità di essere
flessibile
e di a
dattarsi ai diversi contesti
Se le regole di appartenenza all’olone sono troppo RIGIDE, l’individuo non acquisirà la necessaria flessibilità per adattarsi ai vari contesti
Se sono troppo tenui si sentirà abbandonato e ciò intralcerà lo sviluppo della sua autonomia
Il
senso di appartenenza
genera la
funzionalità individuale
che, a sua volta, contrasta il senso di appartenenza
Più la funzionalità aumenta più deve diminuire il senso di appartenenza
All’inizio è più forte l’appartenenza, poi diminuisce e aumenta la funzionalità
l’appartenenza comunque non finisce mai del tutto
E' NECESSARIO SIA IL SENSO DI APPARTENENZA ALL'OLONE MA ANCHE LA FLESSIBILITA' E LA CAPACITA' DI ADATTARSI A CONTESTI DIFFERENTI
3 TECNICHE
SBILANCIAMENTO
HA A CHE FARE CON IL
POTERE
il terapeuta riconosce che in un dato momento bisogna aumentare il potere di un membro e diminuire il potere di altri
Questo provoca un cambiamento dei ruoli e ciò comporterà la variazione dei comportamenti
STRATEGIA CON LA QUALE SI VUOLE MODIFICARE IL
RAPPORTO GERARCHICO
CHE C'E' TRA I MEMBRI DI UN SOTTOSISTEMA
TUTTI I TIPI DI SBILANCIAMENTO DEVONO ESSERE
CONTROLLATI
SEGUITI DA ALTRI SBILANCIAMENTI CHE COMPENSINO IL PRECEDENTE
PUO' ESSERE
DIRETTO
O
DI APPOGGIO
appoggiamo esplicitamente la persona verso cui abbiamo fatto lo sbilanciamento
INDIRETTO
O
DI ATTACCO
contrastiamo esplicitamente il nemico della persona verso cui abbiamo fatto lo sbilanciamento
TIPI
2° GRUPPO
l’alternanza della solidarietà
tra i diversi membri della F. (APPOGGIO)
3° GRUPPO
ignorare alcuni membri
della F. Il terapeuta si comporta come se quella persona non esistesse (ATTACCO)
1° GRUPPO
mostrare solidarietà con uno o alcuni membri della F.
(APPOGGIO)
4° GRUPPO
coalizione contro alcuni membri della F.
Il terapeuta spinge affinché il paziente si allei con lui (ATTACCO)
INSEGNAMENTO DELLA COMPLEMENTARIETA’ (visione circolare)
AFFONDA LE SUE RADICI NEL
PRINCIPIO DELLA TOTALITA'
COROLLARIO DELLA NON SOMMATIVITA'
CONCETTO DI CAUSALITA' CIRCOLARE
SERVE PER
CONTESTARE IL CONTROLLO LINEARE
CONTESTARE LA PUNTEGGIATURA DEGLI EVENTI
CONTESTARE IL PROBLEMA
ES. MIO FIGLIO DA SOLO NON E' CAPACE
. INSEGNARE CHE
TANTO PIU' LO AIUTIAMO TANTO MENO SARA' CAPACE DA SOLO
DEMARCAZIONE DEI CONFINI
I
CONFINI
SONO NORME CHE REGOLANO I RAPPORTI TRA I SOTTOSISTEMI
SI DEMARCANO I
CONFINI DIFFUSI
SI FA CON PRESCRIZIONI, CON IRONIA
vuol dire variare la distanza tra i membri, tra i sottosistemi
bisogna prima individuare la tappa del CICLO DI VITA in cui si trova la F
tenere conto del parametro normativo
quindi variare la distanza tra i sottosistemi
FISICA E PSICOLOGICA
Si può anche variare la durata dell’interazione tra i singoli componenti
LA MISURA DEI CONFINI E' DIRETTAMENTE PROPORZIONALE ALL'ETA' DEL FIGLIO
SI USANO
LA MODULAZIONE DELLA DISTANZA PSICOLOGICA
notare chi interrompe chi
chi completa le informazioni
chi viene in aiuto di chi
coalizioni
LA MODULAZIONE DELLA DURATA DELL'INTERAZIONE
RISULTATO FINALE =
MANCANZA DI FLESSIBILITA' E ADATTABILITA'