La decolonizzazione in Asia e in Africa e il conflitto in Medio Oriente
La decolonizzazione nel Sud-Est asiatico. L'India e il Pakistan 1
il processo di decolonizzazione è stato uno degli eventi centrali della seconda metà del 900
l'emancipazione dei popoli pose il problema della loro modernizzazione, della conciliazione fra la propria tradizione e lo sviluppo delle società. Ebbe inizio un lento cammino che non uscì, tuttavia, a risolvere l'immane dramma della povertà dei paesi sottosviluppi
il processo di decolonizzazione cominciò a maturare tra le due guerre mondiali, con la formazione in alcuni paesi di movimenti e partiti finalizzati alla conquista dell'indipedenza. Anche l'internazionale comunista costituì uno stimolo di lotte rivoluzionaria in Asia e Africa
la crisi degli anni 30 accelerò le spinte anticoloniali, ma la decolonizzazione vera e propria si realizzò solo in seguito, dopo la fine della seconda guerra mondiale
Nel sud est asiatico, un passaggio di rilievo fu dato dall'occupazione giapponese che pose fine alla dominazione coloniale delle potenze occidentali, durante la quale, furono concesse autonomie locali (parola d'ordine: l'Asia degli asiatici)
L'indonesia fu dichiarata indipedente nell'agosto 1945 da Akmed Sukarno, e nel 1949 l'Olanda fu costretta a riconoscere la sovranità
Nel 1946, le Filippine ebbero l'indipendenza degli Stati Uniti
Più complesso fu la situazione in India. Protagonista della conquista dell'indipendenza fu il Partito del Congresso che finì per ricorrere alla tradizione induista
il capo riconosciuto del nazionalismo indiamo era Mohandas Gandhi (chiamato Mahatma "grande anima"). Nel 1951 assunse uno stile di vita sempre più scettico basato sulla meditazione della religione indù, e portò avanti una serie di campagne di non collaborazione con l'amministrazione britannica e il boicottaggio delle merci inglesi, noto come satyagraha (attaccamento alla verità)
nel 1921 fu arrestato e si fece promotore per tutti gli anni 20 e 30 delle campagne non violente del Partito del congresso contro la presenza inglese nell'obbiettivo che l'India conquistasse la sua indipendenza e di ottenere importanti concessioni come la Costituzione federale del 1935
al termine del conflitto, la Gran Bretagna aprì quindi i negoziati per trasferire il potere direttamente alle forze politiche indiane. Ma la situazione del paese risultava difficile per lo scontro fra Partito del congresso e Lega musulmana sul futuro dell'India indipedente
nel febbraio 1947 la Gran Bretagna annunciò il ritiro dall'India antro il giugno 1948 e il 15 agosto 1947 il Parlamento britannico emanò la legge dell'indipedenza. Nascevano due dominion indipendenti: da una parte l'Unione indiana (maggioranza induista) e dall'altra il Pakistan (fede musulmana)
Gandhi cercò in ogni modo di far cessare gli scontri fra indù e musulmani predicando la tolleranza religiosa; esso pagherà la sua vita il suo tentativo disperato di salvare la pace e predicare la riconciliazione (fu assassinato il 30 gennaio 1948 da un estremista indù, per la sua tolleranza per i musulmani)
fu Nehru a ricoprire la carica di primo ministro e a gestire la prima fase politica del nuovo stato, fino alla morte (1964). Il difficile compito di Nehru dovette affrontare fu quello di conciliare la tradizione con la modernizzazione
La crisi dell'impero coloniale francese: le guerre in Indocina e in Algeria 2
Con la nuova Costituzione (1946) tutte le colonie entrarono a far parte dell'Unione francese, 2fondata sull'eguaglianza dei diritti e dei doveri, senza distinzione di razza e religione"
nei confronti delle lotte per l'indipendenza che cominciarono a manifestarsi in diversi paesi, tuttavia la Francia oppose una ferma resistenza
in Indocina e Vietnam fu una una situazione difficile, prima della guerra Comunista, fondato nel 1930 da Ho Chi-minh, e il Partito nazionale avviato la lotta contro i colonizzatori
nell'agosto 1945 il Vietminh si impadronì del potere e formò un governo provvisorio co sede ad Hanoi, che proclamò l'indipendenza del paese e la nascita della Repubblica democratica del Vietnam (2 settembre)
il conflitto aveva assunto dimensioni internazionali, andando anch'esso a inserirsi nello scontro tra i due blocchi, divenuto ancora più aspro dopo la vittoria dei comunisti in Cina nel 1949; Le forze militari del Vietminh guidata dal generale Giap, riuscirono a sconfiggere i francesi nella battaglia di Wien Bien Pau ) maggio 1954)
il conflitto si chiuse, temporaneamente, con gli accordi internazionali siglati alla conferenza di Ginevra (luglio 1954). fu sancita la piena indipendenza della cambogia e del Laos, ma non fu risolto il problema dell'unificazione in Vietnam che divenne diviso in due zone: nord della repubblica democratica di Chi-minh, e sud con capitale saigon, occupato dai francesi
gli Stati Uniti subentrano ai francesi, e instaurarono un regime anticomunista nel Vietnam del Sud
in seguito alla sconfitta nella guerra in Indocina e alle pressioni dell'ONU, la Francia si risolse a concedere l'indipendenza al Marocco e alla Tunisia (1956)
in Algeria fu differente; è la più antica colonia del nord-africa dove viveva un milione di francesi e 7 milioni di algerini. Non vi furono motivi di carattere strettamente economico
nello stesso anno della sconfitta di Bien, fu costituito al Cairo da tutti i partiti algerini il fronte di liberazione nazionale (FLN)
il FLN passò alla lotta aperta utilizzando l'arma del terrorismo sia contro il potere francese, sia contro la popolazione civile
i metodi utilizzati contro i guerriglieri e la popolazione civile suscitarono indignazione nell'opinione pubblica democratica e tra gli intellettuali francesi
di fronte a un tentativo di colpo di Stato in Francia dei militari ostili a fare concessioni all'Algeria nel giugno 1958 fu richiamato al governo de Gaulle
la nuova Costituzione concedeva ampi poteri al presidente della Repubblica, che era eletto direttamente dal popolo. Dopo aver tentato di risolvere il problema algerino garantendo una piena integrazione del paese, de Gaulle decise di avviare le trattative con il governo provvisorio. La sua politica fu contrastata dall'organizzazione paramilitare segreta di estrema destra (OAS)
Nel marzo 1962 furono sottoscritti gli accordi di Evian con i quali fu riconosciuta l'indipendenza dell'Algeria
La spartizione della Palestina e la nascita dello Stato di Israele (1948) 3
in Medio Oriente tra il 1945 e il 1946 ottennero l'indipendenza gli ex mandati francesi della Siria e del Libano e quello britannico della Transgiordania
il luogo più critico nell'area medio-orientale era la Palestina. Qui l'incremento dell'immigrazione ebraica aveva radicalizzato, la contrapposizione tra le popolazioni
nel maggio 1952, in una riunione dell'Organizzazione sionistica mondiale a NY, si affermarono le tesi del fondatore e leader del Partito laburista israeliano (MAPAI), David Ben Gurion
fu infatti deciso di orientarsi verso l'alleanza con gli Stati Uniti e di raggiungere l'obiettivo della reazione di uno stato ebraico in Palestina
ripresero quindi le azioni di guerriglia degli arabi che furono rivolte non più solo contro gli ebrei, ma soprattutto contro gli inglesi e divennero sempre più numerose
Un comitato dell'ONU elaborò un piano per la divisione della Palestina. Secondo il deliberato dell'ONU lo Stato ebraico avrebbe dovuto occupare il 56,4% del territorio palestinese, lo stato arabo il 42,8%, la zona di Gerusalemme sarebbe stata sottoposta a un'amministrazione internazionale
Ultimata la partenza delle truppe britanniche il 14 maggio 1948 Ben Gurion proclamò la nascita dello stato di Israele, del quale divenne il primo capo del governo (fino al 1963)
Subito dopo la proclamazione di Israele, gli stati arabi invasero la Palestina. era la Prima guerra arabo-israeliana, che terminò nel gennaio 1949, e dalla quale Israele uscì pienamente vittorioso; ma gli arabi non furono sconfitti in eguale misura: l'Egitto andò il controllo della striscia di Gaza e alla Trangiordania la Cisgiordania e il settore orientale di Gerusalemme, e nel 1950 ne fece la capitale
la Palestina cessò di esistere in quanto stato: dei territori israeliani fuggirono oltre 700 mila palestinesi
lo stato di Israele fu rafforzato dall'immigrazione di intere comunità ebraiche, favorita dalla "legge del ritorno", da tutti i paesi del mondo. Il paese crebbe dal punto di vista economico e militare. Nel maggio 1949 Israele fu ammesso all'ONU
Le guerre arabo israeliane e la questione palestinese 4
la scomparsa della Palestina agì nel Medio Oriente come detonatore del conflitto e l'opposizione all'esistenza di Israele divenne l'elemento fondante del nazionalismo arabo: l'obiettivo tornò a essere di unificare il mondo arabo secondo l'ideologia che si era diffusa dal secolo precedente in risposta al colonialismo europeo del panarabismo, e di liberarsi del sionismo e del nuovo Stato
l'Egitto divenne in quella fase il paese guida dell'unità araba e della lotta contro Israele (il 15 luglio 1952 il gruppo nazionalista rovesciò la monarchia del Re Faruq)
Gabal Abdel Nasser, si impose nel Consiglio rivoluzionario e che divenne nel 1954 il presidente della Repubblica e capo del governo; esso fu assertore della lotta dei paesi africani contro il colonialismo e di un'ideologia che si richiamava in senso lato al panarabismo e al socialismo
L'Egitto guidato da Nasser si caratterizzò come sistema fortemente statalizzato monopartitico e militarizzato. Nel luglio 1956 decise di sfidare Francia e Gran Bretagna procedendo alla nazionalizzazione di Suez: lo scopo era quello di di assicurare al paese i proventi del traffico delle navi a finanziare la costruzione della diga di Assuan sul Nilo, dopo che gli Stai Uniti avevano negato i loro aiuti
La condanna dell'ONU e il mancato sostegno degli Stati Uniti costrinsero Francia e G.B a ritirarsi e Israele ad abbandonare i territori conquistati (Sinai e Gaza, prima Francia e G:B sollecitarono Israele a reagire, difatti tra ottobre e novembre attaccarono le difese egiziane). L'esito del conflitto del conflitto rafforzò Nasser, avvicinandosi al tempo stesso all'Unione Sovietica
dalla fine del 1956, il conflitto tra i due blocchi si allargò ai territori del Medio Oriente; le intenzioni fra arabi e israeliani non diminuirono e, anzi cominciarono ad acutizzarsi a partire dalla fine degli anni 50, quando Israele preparò un progetto di deviazione delle acque del fiume Giordano al fine di utilizzarle per irrigare le zone desertiche, suscitando l'allarme dei paesi arabi (anni 60: incidenti di frontiera con la Giordania e Siria)
intanto, nel gennaio 1964 il vertice arabo svolto al Cairo votò la creazione dell'organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP), in cui eseguì la costituzione di un esercito della liberazione
i contrasti arabo.israeliani degenerarono nel corso della primavera 1967;all'alba del 5 giugno 1967 la forza aerea conquistò un vasto territorio, infliggendo ai paesi arabi una pesante sconfitta e una grande umiliazione (conquista della striscia di Gaza e il Sinai, nella parte orientale Ramalaah e il 7 giugno occuparono le città più importanti di Gerusalemme. Gli Stati Uniti presero le parti di Israele
dopo l'armistizio i territori conquistati da Israele restarono sotto la sua occupazione: la striscia di Gaza, la penisola di Sinai, la Giordania occidentale, le alture siriane del Golan, Gerusalemme est. Le conseguenze della guerra dei sette giorni furono enormi. Circa un milione di arabi cadde sotto il controllo dello stato di Israele, al tempo stesso, si radicalizzò l'ostilità nel mondo arabo nei confronti di Israele: riuniti a Khaartum, tredici stati arabi ribadirono il loro rifiuto a riconoscere lo Stato di Israele
Il consiglio dell'ONU approvò all'unanimità il 22 novembre 1967 la risoluzione in cui si chiedeva il ritiro di Israele dai "territori occupati", in cui si garantiva la libertà di navigazione attraverso i mari e i canali internazionali dell'area e di arrivare a una risoluzione per i profughi; i paesi arabi e Israele accattarono la risoluzione ma in modo differente, ma l'OLP la respinse
Al-Fatah decise di optare all'interno dei territori occupati con l'intenzione di provocare, attraverso azioni di guerrigiglia e numerosi "guerriglieri si trasferirono clandestimante in Cisgiordania. Nel 1969 Arafat fe eletto presidente del Comitato esecutivo dell'OLP
la guerra dei sei giorni rappresentò uno spartiacque, perché segnò il fallimento del panarabismo nasseriano e vide l'affermarsi dell'identità e dell'autonomia politica dei palestinesi
anche in altre zone del Medio Oriente vi erano stati tentativi per conquistare l'indipendenza economica dall'Occidente, in particolare dalla Gran Bretagna, mentre il petrolio stava assumendo un'importanza crescente nei contrasti tra paesi occidentali e medio-orientali. Fu il caso dell'Iran dove il capo del governo Mohammed Mossàdeq, decretò la nazionalizzazione dell'Anglo-Persian Oil Company (compagnia di petrolio)
il tentativo di autonomia fallì, con il risultato che anche gli Stati Uniti riuscirono a imporre i propri interessi in Medio Oriente (accordo tra la monarchia dell'Iran e Stati Uniti)
I paesi "non allineati" e la seconda fase della decolonizzazione in Africa 5
il processo di decolonizzazione era divenuto inarrestabile a metà degli anni 50 e aveva avuto significativi impulsi dagli avvenimenti di cui abbiamo parlato in questo capitolo
un ruolo di grande importante lo svolsero le conferenze dei paesi asiatici e africani finalizzate a stabilire una strategia comune nella lotta per l'indipedenza
nell'aprile 1955 si svolse a Bandung la prima conferenza intercontinentale dei paesi afroasiatici. I 29 paesi che vi parteciparono approvarono un documento di condanna di tutte le forme di dominazione coloniale
essi proclamarono altresì il loro "non allineamento", vale a dire l'equidistanza tra il blocco occidentale e quello orientale; segnò anche la data di nascita di quello che da quel momento sarà chiamato "terzo mondo" (paesi che non si schieravano ne con gli Stati Uniti e ne con la Russia)
il terzo mondo non rappresentava un blocco omogeneo, nell'ambito dei paesi che ne erano parte cominciarono a divenire prevalenti i singoli interessi e le rivalità geopolitiche; la conferenza di Baudung rappresentò una tappa importantissima per la decolonizzazione che da quel momento subì una rapida accelerazione: il 1960 sarà chiamato "l'anno dell'Africa"
i dirigenti dei movimenti che portarono all'indipedenza gli Stati africani, furono sostenitori di ideologie che rivendicavano le tradizioni e le specificità dei loro paesi. Importante fu il concetto di "negrità" (elaborata da Sedar Senghor), che consisteva nell'accettazione di essere nero e nell'orgoglio per la propria cultura e storia
altri leader si rificcavano a un modello di socialismo che fu detto "africano", poiché sosteneva che la caratteristica delle società africane uscite dal colonialismo fosse di non essere divise in classi, come quelli dei paesi capitalistici
la vita politica dei paesi che raggiunsero l'indipendenza fu segnata da frequenti colpi di Stato e molti divennero regimi a partito unico e a carattere dittatoriale, mentre i problemi del loro sviluppo economico e sociale, dell'analfabetismo, della mortalità infantile e della fame rimasero irrisolti
nelle colonie portoghesi, invece la guerra per la liberazione durò per 15 anni, fin quando non ebbe termine il regime fascista nella madrepatria
nel 1961 l'Unione Sudafricana si staccò dal Commonwealth e proibì ogni ingerenza nei propri affari interni
dopo una risoluzione dell'ONU in cui si chiedeva agli Stati membri di ridurre i propri commerci con il SudAfrica finché non avesse posto fine alla sua politica, il governo sudafricano inasprì le leggi dell'apartheid e arrestò i principali dirigenti politici: tra questi vi era Nelson Mandela
La decolonizzazione e la storia del genere: il femminismo arabo 6
le origini e lo sviluppo del femminismo arabo non derivano dal periodo della decolonizzazione, ma hanno radici profonde che risalgono nel periodo della Nahdah (rinnovamento), ossia quel movimento di rinascita sociale, culturale e intellettuale, nato tra la fine dell'800 e l'inizio del 900
-La liberation de la femme (1899) e la nouvelle femme (900) del giurista egiziano Qasim Amin (questione femminile nel mondo arabo)
-Le lettere di Zaynab (1906), rivendicazione dell'istruzione femminile di Zaynab Fawwaz
durante la prima metà del 900 nel mondo arabo vennero alla luce i primi movimenti di genere: nel 1923 in Egitto nacque l'Unione delle femministe egiziane (UFE) del pioniere Hoda Sha'rawi
Tunisia 1936 (UMFT) unione musulmana
gruppo di militanti costituì l'Unione nazionale delle donne tunisine (UNFT) nel 1956
Marocco comparve il movimento delle Sorelle della purezza (1946)
in seguito alla decolonizzazione, la promulgazione dei codici statuto personale, divenne un punto focale per la condizione delle donne
con l'adozione codice statuto (1956) ci fu la possibilità di richiedere il divorzio
(mudawwana) fu adottato nel 1958 il divorzio con un carattere patriarcale, ma solo nel 2004 con la riforma del codice di famiglia ci sarà un miglioramento
in Algeria da gli anni 50 le donne furono impegnate nella lotta di indipendenza nazionale, ottenuta nel 1962; una volta ottenuto si ridusse
Nel 1984 con il codice di famiglia algerino, provocò le reazioni dei movimenti femminili
negli anni 80 e 90 si affiancarono altri movimenti femministi, che partivano da un approccio legato alla religione: le correnti del femminismo islamista e di quello islamico
L'America latina e la Rivoluzione castrista a Cuba (1959) 7
I paesi dell'America centrale si trovavano in condizioni ben diverse rispetto ad altre popolazioni afroasiatiche, avendo da tempo conquistato l'indipedenza
nel 1948 gli USA si fecero promotori della costituzione della Bogotà e dell'organizzazione degli Stati Americani (OSA)
la situazione dell'America del Sud continuò a essere caratterizzata dall'instabilità politica, in cui si alternano colpi di Stato militare e brevi periodi di democrazia
furono soprattutto i paesi dell'America centrale a essere soggetti all'influenza degli Stati Uniti, che fin dai primi secoli erano intervenuti nei loro affari interni al fine di difendere i propri interessi economici
saranno le vicende cubane ad allarmare la potenza americana; nell'isola di Cuba era tornato al potere con un colpo di Stato (1952) Fulgencio Batista strettamente legato agli Stati uniti
Contro Batista cominciò a organizzarsi l'opposizione, guidata da Fidel Castro Ruz, giovane avvocato proveniente da una famiglia di piantatori; tornato a Cuba, dopo essere andato in Messico nel dicembre 1965, insieme con pochi compagni come Raul e il medico Ernesto Guevara
nel novembre 1958 Castro lasciò l'offensiva generale e con l'insurrezione dell'Avana Batista fu costretto a fuggire dall'isola: Castro assunse il comando delle forze armate e la carica del capo del governo, nel mentre i rapporti con gli Stati Uniti si fecero sempre più tesi
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