I mosaici romani germogliarono come una composizione artistica e figurativa conseguita tramite pezzetti di materiali svariati, dette tessere, per costruire figure o disegni decorativi. Le tessere potevano essere di basalto, di marmi di diverso colore, di travertino, di diaspri e rocce varie, di pasta vitrea o di conchiglie o di madreperla. Mosaici utilizzati per i pavimenti, resistenti e facili da pulire, in seguito impiegati pure sulle pareti, a volte di grandezza ridotta, sistemati in una pittura parietale più estesa. Le tessere nel periodo romano, sono di varia grandezza e profondità, più sono piccoli più il disegno è preciso, specie nei mosaici policromi. Ovviamente più sono piccole le tessere più lavoro occorre per realizzare il mosaico, che perciò si usa principalmente nelle case di lusso, mentre le tessere più grandi vengono usate nelle abitazioni meno lussuose, nei giardini, nei negozi . Il termine mosaico in latino chiamato opus musivum, si riferisce alle Muse, cioè "opera delle Muse" oppure " rivestimenti murali dedicate alle Muse ".