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RITA LEVI MONTALCINI - Coggle Diagram
RITA LEVI MONTALCINI
Apre le porte allo studio della SLA, dell'alzheimer sotto le bombe della guerra, durante l'occupazione nazista e di fare tutto questo partendo dall'osservazione di un uovo.
Nel 1976 a 77 anni, vince il premio nobel per la medicina e la fisiologia. A 90 anni a causa di una maculopatia degenerativa Rita diventa parzialmente cieca, ma questo non la ferma.
Nei primi anni 2000 inaugura l'EBRI (European Brain Research Institute) in cui continua a fare ricerca fino agli ultimi dei suoi giorni.
Muore il 30 dicembre del 2012 a 103 anni, dopo essere stata una senatrice della repubblica, una scienziata dotata di grandissimo ingegno e una donna dall'indiscutibile tenacia.
Nasce il 22 aprile del 1909 a Torino, nasce con lei la sorella gemella Paola. Le due crescono in una famiglia ebrea, sono figlie di un matematico ingegnere elettrotecnico Adamo Levi e di una pittrice Adele Montalcini.
1930 si iscrive alla facoltà di Torino di medicina. La sua motivazione è forte, spinta dalla morte della sua governate spenta da un tumore in quello stesso anno.
Studia il sistema nervoso nella scuola di Giuseppe Levi. Durante questi anni condivide gli studi con due giovani che come lei sarebbero diventati scienziati premi Nobel italiani: Renato Dulbecco e Salvatore Luria.
Si laurea con 110 e lode e sceglie di continuare a specializzarsi in neurologia e psichiatria. Gli studi vengono bruscamente interrotti nel 19938, quando la seconda Guerra Mondiale è alle porte e l'italia diffonde le leggi raziali.
Rita è costretta a emigrare in Belgio, dove porta avanti le ricerche sul sistema nervoso insieme a Giuseppe Levi nell'università di Bruxelles.
Nel 1939 decide di tornare a Torino. Durante il viaggio riflette su un articolo di Viktor Hamburger, pubblicato nel 1934
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19 settembre 1947: Rita sale su una nave diretta a New York con Renato Dulbecco, dove sono stati invitati a lavorare e dove raggiunge Viktor Hamburger.
Questo perchè viene invitata quando ricevono risultati diversi nelle ricerche nell'ambito dell'embriologia. Rita non ha intenzione di trasferirsi negli Stati Uniti perchè pensava che non fossero interessati alle sue ricerche.
Non solo si ritrova in un ambiente che le piace ma realizza proprio lì una serie di esperimenti che le cambieranno la vita.
Un giorno nota qualcosa di strano: le cellule nervose non si spostano tutte insieme ma si differenziano a seconda della zona dell'embrione in cui finiscono molto tempo dopo la loro nascita e se ci sono delle cellule in eccesso ne arrivano delle altre per portarle via eliminandole.
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Capisce che deve esserci un fattore chimico che agisce sullo sviluppo dei neuroni. Nel 1954 insieme a Stanley Cohen riesce a isolare la proteina che viene chiamata NERVE GROWTH FACTOR, che le assicura il premio nobel 30 anni dopo.
La loro scoperta è una svolta nel panorama scientifico, perchè si pensava che il sistema nervoso fosse programmato in maniera inflessibile dai geni, nessuno pensava che ci fosse un fattore a regolare la crescita dei neuroni.