Please enable JavaScript.
Coggle requires JavaScript to display documents.
italiano - Coggle Diagram
italiano
dante esilio
-
si rifugia a Verona, dove è ospite di Cangrande della Scala.
governo fiorentino gli offre l'amnistia, ma a condizione che ammetta la sua colpevolezza di corruzione. RIFIUTA
Dopo aver lasciato Verona, si trasferisce a Ravenna, dove è ospite di Guido Novello da Polenta.
-
vita di dante
Esilio
1301 viene mandato come ambasciatore dei Bianchi a Roma per dissuadere Bonifacio VIII dall'inviare Carlo di Valois come pacificatore.
-
-
Dante apprende la notizia della condanna mentre torna da Roma e decide di non tornare più a Firenze.
-
Esilio e Soggiorni
-
Viene offerta l'amnistia dal governo fiorentino a condizione che riconosca la colpevolezza di corruzione, ma Dante rifiuta e rimane in esilio.
Successivamente si trasferisce a Ravenna, ospite di Guido Novello da Polenta, dove muore.
causa esilio
Sconfitta politica: Nel 1301, i Neri presero il controllo del governo di Firenze e avviarono una serie di azioni repressive contro i Bianchi. Dante e i suoi alleati furono sconfitti politicamente e subirono conseguenze severe, tra cui l'esilio.
Critiche e opposizione: Le opere e i discorsi politici di Dante, in cui criticava aspramente i suoi avversari politici e il coinvolgimento papale negli affari di stato, gli guadagnarono nemici potenti. Le sue posizioni e i suoi scritti contribuirono al suo esilio e all'ostilità che incontrò.
Coinvolgimento politico: Dante era attivamente coinvolto nella politica fiorentina e faceva parte del partito dei Bianchi, che si opponeva al partito dei Neri, sostenitore del potere papale. Questi conflitti politici divisero la città e portarono all'esilio di Dante e di altri sostenitori dei Bianchi.
Confisca dei beni: Come parte della sua condanna, Dante subì la confisca dei suoi beni. Questo lo privò delle sue proprietà e lo rese finanziariamente instabile durante il periodo dell'esilio.
-
GUELFI
BIANCHI
-
gruppo politico che rappresentava principalmente i membri dell'aristocrazia e del patriziato fiorentino
NERI
-
-
strettamente legati alla Chiesa e sostenevano un maggiore coinvolgimento papale negli affari politici locali
TEMA ESILIO
domande
1l'esilio è come un dono, viene considerata come una unione tra le persone 2 la fragilità non è un segno di debolezza, è una delle armi più potenti che abbiamo, quasi più della forza, e grazie la fragilità le persone riescono ad essere introspettive e a guardarsi dentro per capire il significato. 3 essere un esiliato e avere un confine vuol dire un luogo di ritrovo tra altre persone esiliate senza doversi preoccupare della politica, ed è anche un modo per scambiare cultura con il popolo oltre al confine. 4
produzione
Sì, ha senso parlare di esilio anche in relazione alle migrazioni contemporanee. Quando qualcuno decide di lasciare il suo paese, spesso è a causa di circostanze difficili come guerre, persecuzioni, povertà o disastri naturali. L’esilio si applica anche alle persone che si trovano costrette a lasciare il proprio paese per cercare una vita migliore altrove.
Chi sceglie di andare via dalla propria terra spesso assume un punto di vista difficile nei confronti del mondo; potrebbero provare sentimenti di speranza, desiderio di miglioramento, però anche nostalgia per ciò che ha lasciato e difficoltà nell'adattarsi ad un nuovo ambiente.
C'è chi potrebbe considerare l'essere stranieri come una insicurezza piuttosto che di maggiore moralità. Le persone che si trovano in un paese straniero possono essere discriminate, con magari pregiudizi. Questo può portare ad isolarsi. Senza contare i pregiudizi che hanno nel loro confronti la gente del posto, alcuni possono pensare che loro sfruttino la loro condizione di stranieri per commettere illegalità o approfittarsi degli altri.
Ma non bisogna sempre pensare che essere stranieri significhi essere deboli o in difficoltà. A volte, le persone che vanno in un nuovo paese incontrano problemi perché vengono trattate male dagli altri, non perché loro stessi hanno problemi. E molte di queste persone che vengono da altri paesi riescono a adattarsi bene e a fare cose buone nella società dove vanno, mantenendo anche dei valori morali. Quindi, pensare che tutti gli stranieri siano cattivi o immorali non è correttp, perché ogni persona è diversa e ha situazioni diverse che influenzano il modo in cui si comporta.
Pensare che gli stranieri siano più morali può avere senso in certi casi. Alcuni pensano che vivere in un posto nuovo possa rendere le persone più aperte ed empatiche verso gli altri. Ma questo non vale per tutti. Dipende da come ogni persona vive le proprie esperienze. Secondo me, essere stranieri può far capire meglio che nel mondo ci sono tante realtà diverse, ma non possiamo dire che tutti gli stranieri siano automaticamente più morali. Dipende dai valori e dalle esperienze personali di ognuno.