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La dittatura totalitaria fascista - Coggle Diagram
La dittatura totalitaria fascista
La fine della libertà
Mussolini procedette alla trasformazione dell'Italia in una dittatura attraverso una serie di leggi, approvate tra il 1925 e il 1926. Vediamo le principali:
• il capo del governo fu reso responsabile solo di fronte al re;
• fu abolita la libertà di stampa;
• i partiti antifascisti furono messi fuori legge;
• lo sciopero fu proibito per legge;
• tutti i dipendenti pubblici, furono obbligati a iscriversi al Partito fascista, altrimenti venivano licenziati;
• i sindaci eletti dal popolo furono aboliti; a capo dei comuni vennero messi dei "podestà" nominati dal potere centrale;
• fu istituito il Tribunale speciale per la difesa dello Stato, per processare e condannare gli oppositori politici: tra il 1926 e il I943 il Tribunale speciale condannò a morte decine di persone, assegnò agli oppositori 28 000 anni di carcere e inviò al confino circa 15 000 antifascisti.
La trasformazione definitiva in dittatura
Nel 1928 le leggi vennero integrate a inizio la trasformazione del nostro paese: il consiglio del fascismo divenne una istituzione dello Stato, e chiudendo introdotta una nuova legge elettorale e ovvero era prevista un'unica lista il voto era pubblico per questo nel 1929 i voti a favore del regime furono il 98,5%
Il carattere totalitario del regime fascista
Il fascismo cercò non solo di reprimere ogni opposizione, ma anche di ottenere il sostegno della popolazione. Per questo la dittatura fascista può essere considerata un esempio di sistema totalitario. Con questa espressione si intende infatti un sistema politico in cui il governo, ho il controllo su tutto e l'obiettivo è spingere la popolazione ad aderire al regime.
Il controllo dell’informazione e le organizzazioni di massa
Innanzitutto il fascismo assunse il controllo dell'informazione che veniva trasmessa attraverso i mezzi di comunicazione di massa che allora esistevano: la radio e il cinema. Essi dovevano trasmettere solo informazioni che esaltavano il regime.
La scuola durante il fascismo
Una delle prime riforme fatte dal governo fascista fu la riforma della scuola e a dare vita a questa riforma fu Giovanni Gentile per questo venne chiamata "riforma Gentile". Questa riforma prevedeva l'obbligo scolastico dai 6 ai 14 anni dove i bambini avrebbero frequentato per cinque anni la scuola unitaria e per gli anni successivi o il gennaio (liceo classico barra liceo scientifico) o l'istituto tecnico o l'Istituto magistrale o la scuola complementare. Gentile proponeva una scuola severa che consentiva l'accesso ai livelli superiori dell'istruzione solo ai figli delle famiglie benestanti o ai ragazzi eccezionalmente dotati per lo studio dei ceti sociali inferiori.
Il fascismo e i giovani: l'opera nazionale balilla
secondo mussoliti l'educazione doveva prevedere anche attività sportiva e di azione per questo nel 1926 fu istituita l'opera nazionale balilla. Fino all'età di 21 anni questi ragazzi venivano educati fisicamente alla guerra
Una sezione per ogni età
per ogni età ha segnato una specifica sezione
maschi
4-8 " Figli della lupa"
8-14 "Balilla"
14-18 "Avanguardisti"
pe gli univeritari "Gruppi universitari fascisti"
femmine
8-12 "Piccole italiane"
13-18 "Giovani italiane"
I patti lateranensi fra lo stato italiano e la chiesa cattolica
per far accrescere il consenso tra gli italiani che in maggioranza erano cattolici si istituirono dei patti lateranensi nel 1929 in cui si stabilì che la chiesa aveva un ruolo importante nella vita pubblica e per questo il cattolicesimo diventò la religione di Stato, il matrimonio religioso diventò valido anche di fronte alla legge e divento d'obbligo insegnare la religione nelle scuole
Il razzismo le leggi contro gli ebrei
dalla metà degli anni 30 del 900 l'ideologia fascista assunse un carattere esplicitamente razzista. Furono introdotte norme che discriminavano i cittadini africani delle colonie e tra il settembre novembre del 1938 il governo fascista introdusse le leggi razziali che penalizzava no i cittadini di religione ebraica licenziandoli impedendo loro di svolgere attività lavorative e espellendoli da tutte le scuole statali.
L'Ideologia nazionalista e antidemocratica del fascismo
dopo la presa il potere il fascismo definì la propria ideologia, nessun carattere nazionalista esaltava la guerra e lo spirito italiano di cui si sottolinea il legame con l'antica Roma. Molti simboli del fascismo facevano riferimento alla Roma antica tra cui il titolo di "duce" attribuito a Mussolini.
Il consenso al fascismo
È facile capire quale fosse la posizione della maggioranza dell'italiani rispetto al fascismo dato che alcuni votavano per conformismo altri per opportunismo e infine alcuni per paura
L'antifascismo: una scelta coraggiosa
oppure se il fascismo era una scelta coraggiosa e pericoloso dato che decine di persone antifasciste sono state uccise un morto in prigione. Alcuni di loro erano Giovanni Amendola, Antonio Gramsci, Giovanni Minzonie Carlo Rosselli. Nonostante questo però l'antifascismo proseguì all'estero e in Italia in clandestinità.