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GIUSEPPE UNGARTETTI 2 - Coggle Diagram
GIUSEPPE UNGARTETTI 2
GIORNO PER GIORNO
Poesia che ci racconta il momento in cui ricorda il figlio Antonietto, morto a 9 anni di malattia.
Si rivolge al figlio e dice solo in sogno potrò baciare le tue mani, Ungaretti continua a vivere anche se è cambiato dalla sua morte, ma come può resistere a tutto questo dolore visto che la sua vita è diventata buia senza di lui.
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Parla con se stesso e dice prima c’era questo bambino che giocava e correva mi levava la tristezza, ora la terra l’ha disfatto e rimane come una favola un ricordo.
Io adesso sento gli altri come un eco lontana tutti quelli che mi circondano, li sento lontani, non mi interessa più niente.
Il bambino gli rispose, fa come dei piccoli passi e spera che questo sole e questi spazi possano calmare il tuo dolore e tu nel vento potrai ascoltare ancora la mia voce, il bambino è rimasto come un emblema di vita pura e incontaminata .
VEGLIA
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Appena arrivato sul Carso si trova costretto a vegliare in trincea il corpo di un compagno morto sul fuoco.
Tutta la notte lui sta a guardare il suo compagno massacrato, cerca di riprodurre il suono di una mitragliatrice con un all’interazione.
Il soldato rimasto con l’espressione di rabbia e i denti scoperti, scena amplificata dalla luce della luna, si nota di più questa espressione paurosa, le mani sono diventate rosse paonazze. Questa immagine gli entra nel anima e lo turba pesantemente. Effetto sinestetico, mette insieme due sensi le mani il tatto il silenzio l’udito.
Cerca di pensare ad altro, pensa all’amore che è il sentimento della vita, sentimento più lontano dalla morte, e li si sente attaccato alla vita, contrapposizione tra la vita e la morte.
Espressionismo ungarettiano.
DI LUGLIO
La violenza dell’estate, afa l’arsura la secca la siccità, la morte (paragone del estate con la morte) non si sopravvive come nel deserto.
Estate viene personificata, quando arriva le foglie diventano secche.
Le forre, sono le gole scavate dal fiume, sgretola queste forre
Beve i fiumi, una donna che li prosciuga, gli scogli vengono erosi levigati come una furia che distrugge ogni cosa.
Ci impedisce di vedere, come una donna con degli occhi roventi spoglia la terra la rende quasi scheletrica
SAN MARTINO DEL CARSO
Si guarda attorno e vede solo un paesaggio bellico rovinato dalla guerra, muri rimasti a brandelli (si nota un uso metaforico del termine, perché si usa dissoluto per le persone, ennesimo esempio della speculari) se pensiamo ai soldati non hanno più nemmeno i brandelli
i suoi simili i soldati mette in evidenza l’amicizia (sepolcri di Foscolo, una corrispondenza di amorosi sensi), il suo cuore è come un cimitero pieno di ferite e ricordi di amici morti che lui si porta con se, il cuore del poeta più straziato dello stesso del paese.
La guerra rovina il mondo ma alla fine rovina le persone lasciano dei segni irrecuperabili.
27 agosto 1916
SOLDATI
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la vita è appesa a un filo. La foglia è appesa e aspetta che il vento la porti via come un soldato che sta in trincea e aspetta la sua morte.
Un altra raccolta è IL SENTIMENTO DEL TEMPO 1931 seconda fase, si parla del barocco ungarettiano, poesie più lunghe articolate, italiano più forbito.
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