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Il primo secolo dell'impero - Coggle Diagram
Il primo secolo dell'impero
tiberio e la difficile successione di augusto
DAL PRINCIPATO ALL'IMPERO
Allontanatosi sempre di più dalle tradizioni repubblicane, il potere era concentrato nelle mani del singolo imperatore per poi essere trasmesso in eredità al figlio maschio. Augusto inizialmente affidò il regno al figlio adottato Tiberio facendo rettificare l'iniziativa dal senato, nacque così la dinastia Giulio-Claudia (gens Giulia, Cesare + gens Claudia, Tiberio).
IL NUOVO PRINCIPE DI ROMA: TIBERIO
Grande potere militare di Tiberio, inizialmente si limita a seguire le politiche di Augusto mostrandosi rispettoso verso il senato e interpellandolo sempre per le decisioni da prendere, si fece attribuire il nome Princeps (primo dei senatori).
Decise in ambito legislativo di eliminare determinati abusi della pubblica amministrazione e migliorare le condizioni di vita degli agricoltori, parte del suo patrimonio per istituire durante una crisi agraria un fondo di credito per i piccoli proprietari terrieri.
I PROBLEMI INTERNI ED ESTERNI DELL'IMPERO
Gravi tumulti in Italia e nelle province: l'Italia voleva conservare l'assoluta preminenza sulle province, mentre le province una maggiore partecipazione alla vita dello stato.
Situazione incerta ai confini dell'impero: ribellioni delle legioni in Pannomia e sul Reno causate da paghe insufficienti e non intraprese nuove campagne di conquista.
Politica di pace interno e presidio dei confini
IL DECLINO DI TIBERIO
Ultimi anni bui: Tiberio divenne più cupo e chiuso: crescente distacco dalle cure del governo, si trasferì sulla sua casa a Capri comunicando la sua volontà con il senato.
Lucio Elio Seinao, spinse Tiberio a far ricorso ai tribunali di lesa maestà: morte o confische dei beni per chi andasse contro all'imperatore.
I pretoriani acquistano a Roma più potere: dopo la morte di Tiberio nel 37 dc, vennero acclamati sia dalla classe senatoria sia dai ceti popolari.
Caligola, Claudio e Nerone
CALIGOLA, LA FOLLIA AL POTERE
Dopo la morte di Tiberio, il nipote Cesare Gaio (Caligola) salì al potere, fin da subito sembrava voler ripristinare la politica di Augusto sospendendo la legge di lesa maestà restituendo al senato l'antico principio.
Dopo poco l'imperatore si abbandonò ad una serie di stravaganze e follie dovute ad un disturbo nervoso (il suo cavallo senatore) e di instaurare una monarchia assoluta orientale.
Venne autorizzata la divinazione di Caligola e ordinarne anche il culto.
Numerose eliminazioni di cittadini e parenti a causa delle manie di persecuzione.
Ucciso da alcuni pretoriani nel 41 dc (congiura).
CLAUDIO L'IMPERATORE SCELTO DAI PRETORIANI
I pretoriani (guardia del corpo creata da Augusto) erano diventati più potenti a Roma: imposero il nuovo imperatore, lo zio del defunto Caligola: Tiberio Claudio Cesare.
Fu scelto perché si contava sulla sua debolezza di poterlo manipolare come meglio si volesse (pretoriani).
Per togliere potere ai pretoriani, tentò di attuare la collaborazione tra imperatore e senato di Augusto: dissidi con i senatori.
Decise di accentrare tutto il potere nelle sue mani, garantendosi l'appoggio dell'esercito: si affidò ad un grande numero di liberti per il governo: burocrazia di corte.
LE RIFORME DI CLAUDIO
Una volta accentrato il potere, decise di trasformare l'impero in un organismo unico e compatto, attenuando la disparità tra l'Italia e le province (promossa la romanizzazione): estese la cittadinanza ai Galli e ai soldati ausiliari.
Elevò molti provinciali al rango senatorio: il senato da organo dell'aristocrazia italica ad organo di tutti i ceti ricchi romani.
Migliorò la situazione finanziaria: numerose opere pubbliche (strade, acquedotto, porto di Ostia).
In politica estera Claudio mirò a mantenere saldi i confini ma avviò campagne di conquista: Britannia.
NERONE I PRIMI ANNI DI GOVERNO ILLUMINATO
Ultimo anno di governo di Claudio: numerosi intrighi di corte e influenza negativa sui liberti di sua moglie Agrippina (sorella di Caligola), adottò Nerone (successore al trono).
Claudio morì avvelenato da Agrippina e Nerone ereditò il trono anche se a 17 anni.
Governo equilibrato: vena positiva proveniente dal filosofo Lucio Anneo Seneca, ma quando Nerone volle governare in prima persona, uccise la madre Agrippa (59),
LA MONARCHIA ASSOLUTA DI NERONE
Nerone non cercò più la collaborazione del senato e iniziò a sognare una monarchia assoluta di tipo orientale (come Caligola).
Si legò a personaggi ambigui come Gaio Onofrio Tigellino.
Dispendiose iniziative militari, grave difficoltà per le casse dello stato: tassazioni e riforma monetaria (basata sulla svalutazione delle monete che mantenevano lo stesso valore nominale ma ma coniate in minore quantità di metalli preziosi come oro ed argento) tramite essa si ottenne un guadagno per lo stato.
Scontento delle classi più abbienti.
Dispendiosa politica urbanistica, dopo che nel 64 un grande incendio devastò Roma, Nerone fece edificare nei quartieri rasi al suolo, una reggia: la Domus Aurea.
Nuova costruzione della città: adattato alle esigenze della Roma imperiale.
LA RELAZIONE ALLA TIRANNIDE
Nerone dissanguava le casse dello stato ed era considerato nemico dell'aristocrazia senatoria, in pochi anni varie congiure su di lui, alti aristocratici e ufficiali.
Fine della tirannia grazie alle numerose rivolte scoppiate nelle province.
Prima ribellioni in Palestina nel 66 dove Nerone inviò truppe che posero sotto assedio Gerusalemme.
Nel mentre i governatori della Spagna e della Gallia si ribellarono a Nerone.
Dopo un inutile tentativo di figa si suicidò nel 68: fine della dinastia Giulio-Claudia che aveva messo in difficoltà la prima fase dell'impero.
Una nuova dinastia al potere: i Flavi
VESPASIANO RIPRISTINA L'AUTORITÀ IMPERIALE
Tra i quattro candidati imperatori, prevalse il generale Vespasiano che entrò vittorioso a Roma con un raccolto esercito orientale: inizio della dinastia Flavia.
Primo imperatore non proveniente dall'aristocrazia di Roma, discendente di una modesta famiglia della Sabina, era un semplice condottiero dell'esercito e non era mai entrato in politica.
Diminuì i poteri del senato, allontanò i senatori ostili sostituendoli con altri a lui fedeli.
Cercò di fare uscire l'impero dalla grave crisi politica: limitare la potenza destabilizzante degli eserciti riconducendoli allora forza originaria.
Grave pericolo in caso di ribellione per lui.
LA POLITICA ESTERA DI VESPASIANO
Allargò il territorio dell'impero con numerose campagne in Britannia e Germania (dal Danubio al Reno): cinta fortificazione chiamata Limes.
Incaricò il figlio Tito di portare al termine l'assedio a Gerusalemme iniziato durante il principato di Nerone: conquistata e distrutta nel 70 dc.
Tre anni dopo venne conquistata anche la fortezza di Masada: tutta la Palestina sotto il controllo romano.
Inizio della diaspora: abbandono da parte degli ebrei della loro terra (153).
L'IMPERO DI TITO
Vespasiano morì nel 79 dc, salì al suo posto suo figlio Tito, che durante l'inizio del suo governo fece di tutto per attenuare i contrasti con il senato: collaborazione politica "delizia del genere umano".
3 gravi calamità turbarono il suo regno: 79 l'eruzione del Vesuvio che distrusse le città di Ercolano, Pompei e Stabia; nel 80 una terribile pestilenza che decimò la popolazione italiana; infine il grande incendio di Roma.
Il 13/09 del 81dc, Tito morì e venne eletto il fratello di Tito: Tito Flavio Domiziano (eventuale successore).
UN NUOVO MONARCA ASSOLUTO: DOMIZIANO
Domiziano dimostrò notevoli capacità di governo: in politica interna sorvegliò l'applicazione delle leggi e il funzionamento dei tribunali, si preoccupò delle questioni di bilancio, fece terminare/realizzare numerose opere pubbliche.
In politica estera, proseguì con la conquista della Britannia, spingendosi oltre la Scozia.
Nel 83 perseguì anche una campagna contro le bellicose popolazioni del Reno, rafforzò il Limes.
Entrò in contrasto con il senato: governava senza i membri dell'aristocrazia senatoria ma pretendeva di essere onorato come padrone e dio (formula che rievoca una monarchia assoluta).
LA FINE DELLA DINASTIA FLAVIA
Le tensioni tra senatori e imperatore esplosero a seguito di insuccessi militari accaduti in Europa Orientale: sconfitta dai Daci e accordo con il nemico (vincitore).
La pace veniva considerata un vergognoso compromesso che fece precipitare le cose: congiure e violente repressioni che colpirono anche membri della corte imperiale.
Nel 96, a seguito di una cospirazione (in cui faceva parte anche la moglie di Domiziano), il principe venne pugnalato a morte in modo che la dinastia si concluse col sangue.
Una nuova religione nell'impero: il Cristianesimo
GESÙ DI NAZARETH
Primo secolo dell'impero: nascita di una nuova religione che sarà destinata ad avere una profonda influenza nel mondo romano: il Cristianesimo.
La nuova religione, originata dalla predicazione di Gesù detto il Cristo nato attorno al 6/7 ac e sviluppata nel mondo ebraico (Gerusalemme).
Dopo i 30 anni, iniziò a viaggiare per diffondere il suo messaggio alle persone di amare il prossimo, proclamando la libertà e l'uguaglianza di tutti condannando l'attaccamento alle ricchezze materiali e a ogni forma di potere.
LA CONDANNA A MORTE DI GESÙ
Per le sue idee, molte persone del popolo romano, iniziarono a seguirlo, ciò provocò un enorme opposizione dell'aristocrazia e sociale ebraica, infatti il sinedrio temeva un turbamento nell'ordine creato e un abbandono delle tradizioni.
Fecero arrestare Gesù da Caifa con l'accusa di essersi proclamato senza diritto "re dei giudei" e fu condannato a morte.
Fu condannato da un tribunale romano sotto giudizio di Ponzio Pilato e concordò con l'accusa e la morte di Gesù mediante la crocifissione (durante il regno di Tiberio).
Dopo 3 giorni dalla sua morte i discepoli dissero che resuscitò dando così il via all'espansione del cristianesimo.
IL CRISTIANESIMO SI DISTACCA DALL'EBRAISMO
Per molto tempo si considerò il cristianesimo parte dell'ebraismo essendo che entrambe le religioni fossero nati nello stesso territorio ed entrambe proclamassero un solo dio creatore di tutto.
Successivamente i cristiani presero conoscenza di essere un gruppo religioso con un propria identità religiosa e quindi decisero di distaccarsi dall'ebraismo.
La maggiore differenza tra il monoteismo cristiano da quello ebraico, è il fatto che nel cristianesimo venga divinizzato anche Gesù.
GLI APOSTOLI E I VANGELI
Dopo la morte di Gesù le sue parole vennero mandate avanti e diffuse dagli apostoli e dai vangeli creati dagli stessi apostoli.
I vangeli divennero parte integrante della Bibbia cristiana, dove sono descritte in particolare le attività degli apostoli dal 30 al 63 dc e la progressiva diffusione del cristianesimo da Gerusalemme a Roma.
LA DIFFUSIONE DELLA NUOVA FEDE
Il rapido sviluppo del cristianesimo fu dovuto dal suo carattere universale e dal fatto che quasi tutto il mondo fosse raggruppato in un solo impero.
Gli apostoli diffondevano la religione in tutto l'impero e nei suoi confini in lingua greca e latina.
Aveva facile presa dove vi erano radici filosofiche e spirituali (stoicismo, fratellanza, carità fra gli uomini).
Diffusa nel corso del primo secolo.