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CAPITOLO 13
- Il vicario di Provvisione è a casa sua, quando un alcuni cittadini lo informano che la folla si avvicina verso la sua abitazione per attaccarlo
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- Renzo intanto sta accompagnando la folla che cerca in tutti i modi di abbattere la porta
Lui non ha disapprovato il saccheggio dei forni, tuttavia non condivide l'intento della folla di mettere a morte il vicario e, pur essendo convinto che il funzionario sia un affamatore di popolo, è inorridito all'idea di spargere sangue e si è unito alla sommossa col fine di dare una mano a salvare il vicario dal linciaggio.
Come con Don Rodrigo ha l'idea di ribrezzo dell'omicidio, però è una persona di buon senso e riesce a riconoscere il bene dal male
- I magistrati di Milano avvertono il comandante dell'esercito del Castello Sforzesco che invia dei soldati sul posto
Sparare sulla folla sarebbe crudele e pericoloso, poiché aizzerebbe i più violenti contro i soldati; del resto anche tentare di disperdere i rivoltosi è rischioso, in quanto i soldati potrebbero non mantenere i ranghi serrati ed essere facilmente sopraffatti da quella massa di esagitati
Quest'esitazione viene interpretata come paura perciò il popolo continua ad attaccarli e a cercare un modo per abbattere la porta
- Un vecchio dopo aver ucciso il vicario vuole crocifiggerlo
Renzo è inorridito da tali parole e, vedendo che altri sembrano condividere la sua disapprovazione, si lascia sfuggire delle esclamazioni con cui incita i rivoltosi a non abbandonarsi ad atti insensati di violenza, contrari alla volontà di Dio.
Viene chiamato traditore tra la folla si sparge la voce che tra loro vi è un servo o un difensore del vicario
- La folla cerca di far passare una scala a pioli per entrare in casa dalla finestra e Renzo ne approfitta per fuggire e intanto arriva il cancelliere Ferrer
Tra la folla si diffonde la convinzione che Ferrer sia venuto per portare il vicario in prigione e un certo numero di rivoltosi sono dunque favorevoli all'arrivo dell'alto funzionario di Stato, mentre altri sono contrari in quanto vorrebbero esser loro a farsi giustizia da sé e linciare il malcapitato vicario di Provvisione.
Si diffonde anche la convinzione che egli voglia portare in prigione il vicario di Provvisione, per cui i suoi sostenitori si danno da fare per far passare la carrozza tra la folla e ripetono a tutti le sue parole, ricordando che il gran cancelliere è colui che ha messo il pane a buon mercato
Tra questi è particolarmente attivo anche Renzo, il quale ha deciso di aiutare Ferrer nella sua opera e non intende andar via finché l'uomo non sarà riuscito a portare con sé il vicario, per cui il giovane si dà un gran da fare con urti e spintoni ed è talmente suggestionato dagli eventi che gli sembra quasi di aver stretto un legame di amicizia col gran cancelliere.
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Ferrer parla a Pedro, il cocchiere in spagnolo e al popolo in italiano diplomatico= DOPPIA LINGUA come Don Abbondio
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- Il vicario scende le scale mezzo morto dalla paura e si rianima un poco alla vista di Ferrer, che si affretta a riempire di ringraziamenti: il gran cancelliere lo rassicura e lo invita a seguirlo, informandolo che è sua intenzione condurlo via sulla sua carrozza, quindi lo accompagna verso la porta, invocando tra sé l'aiuto di Dio per affrontare quel passo pericoloso e difficile.
Intanto Ferrer riesce a tenere a bada la folla promettendo pane e giustizia e la prigione per il vicario come gli aveva annunciato
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