In un lai anonimo del XII secolo il protagonista, il cavaliere Guingamor, nel corso di una caccia, per inseguire un cinghiale bianco, si smarrisce; trova un palazzo dall'architettura meravigliosa e disabitato, quindi una fanciulla presso una sorgente che gli promette di procurargli il cinghiale se la seguirà; Guingamor se ne innamora e la segue nel palazzo, con l'intento di restarvi due giorni e il terzo ripartire; al momento di chiedere il permesso di ritornare dai suoi e di avere il cinghiale promesso, la fanciulla lo avverte che sarebbe una follia: sono passati già trecento anni e tutti i suoi parenti sono morti; incredulo, Guingamor chiede di poter andare a vedere e la fanciulla lo mette in guardia dal bere e dal mangiare Il cavaliere parte, incontra un carbonaio da cui apprende che sono in effetti trascorsi trecento anni, e, dimenticando l'avvertimento, preso dalla fame, mangia delle mele: di colpo invecchia e starebbe per morire, se non arrivassero subito due damigelle che lo rimproverano della sua trasgressione ma lo riportano indietro con loro.