La “vita artistica” di C.C. iniziò all’età di 6 anni modellando la creta, per poi proseguire on l’inizio di lezioni di scultura a 13 anni. Il modello delle prime sculture di C.C. fu l’adorato fratello Paul che, più giovane di 4 anni, scriveva poesie e frasi poetiche, divenendo poi un grande scrittore francese e un diplomatico di rilievo. Camille continuò il suo “cammino” nell’arte costantemente sostenuta dal padre, Louis Prosper, e grazie a lui, a superare le “pressanti” ostilità della madre, Cécile Cerveaux, che nutriva da sempre un’avversione violenta verso quest’arte che affascinava la sua figlia maggiore. Nel 1881, Camille si trasferì con la famiglia a Parigi dove iniziò la sua partecipazione all’Accademia Colarossi. Suo maestro fu Alfred Boucher. Nel 1883, poi, il maestro di C.C. divenne Auguste Rodin, allora quarantaduenne. Tra i due nacque un amore tumultuoso e controverso, che fu causa di grande dolore per la scultrice. Auguste Rodin riconobbe grande talento in Camille, che fu la sua musa, modella ed allieva, piena di qualità e caratterizzata da una vena artistica del tutto autonoma. Egli dichiarò: “Le ho mostrato l’oro, ma l’oro che trova è tutto suo.”
La produzione artistica di Camille Claudel è abbondante, con circa 67 sculture più vari disegni. La scultrice predilesse sempre sculture di piccolo formato e soggetti femminili e, in termini di materiali, marmo, bronzo ed onice.
Al 1891 appartiene l’opera “La valse“, che raffigura una coppia che balla un valzer appassionatamente, frutto di una breve relazione col compositore Claude Debussy. Da questa scultura emerge una forte capacità di trovare equilibrio tra movimento e staticità: soprattutto la figura femminile, quasi ancorata al terreno dal panneggio dell’abito, dà un senso di collegamento tra la terra e l’aria.
Gli anni ’90 dell’Ottocento furono quelli più proficui dal punto di vista artistico perché segnati dal progressivo distacco da Rodin e dalla voglia di emancipazione.
Ne seguono, infatti, opere mirabili come le varie versioni di “La Petite Châtelaine“, iniziata nel 1893 e completata in più riprese e “Les Causeuses” del 1897.
La “Vague” del 1900 rappresenta la testimonianza più profonda del mutamento artistico avvenuto in Camille Claudel, avvicinatasi ormai all’arte giapponese che la portò anche a sperimentare nuovi materiali, come il raffinato e prezioso onice. Intanto andavano aggravandosi i segni di un disordine mentale, per cui Camille cominciò a soffrire sempre di più di manie di persecuzione fino a sfociare nell’annientamento di se stessa e nella distruzione delle sue opere d’arte.