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Verga: Mastro-don Gesualdo - Coggle Diagram
Verga: Mastro-don Gesualdo
Questo romanzo è stato pubblicato nel 1888 a puntate sulla rivista "Nuova Antologia"
Abbattimento di un mito moderno
La storia di mastro-don Gesualdo è quella di un uomo consumato dal desiderio di accumulare "roba" (possedimenti, terreni, ricchezze), in una lotta incessante per acquisire nuovi beni e ottenere un riscatto sociale
Diversamente da 'Ntoni Malavoglia, mastro-don Gesualdo non si limita a desiderare genericamente un avanzamento sociale, ma lo realizza: infatti da umile muratore diventa ricco possidente e costringe i notabili del paese a scendere a patti con lui; Gesualdo rappresenta il
mito dell'uomo che si fa da sé
In realtà per tutto il romanzo si respira un'aria cupa di vano affanno, di
solitudine e scontento
L'
infelicità
di Gesualdo rimane
immutata
: per Verga infatti ogni "progresso" è ingannevole e la vita resta per tutti un percorso insensato, carico di sofferenze e privo di consolazioni
Come Gesualdo anche gli altri personaggi appaiono
dolenti e sconfitti
L'ambiente famigliare è uno spazio di estraneità e di oppressione, in cui gli affetti sono negati in nome del calcolo economico: nessuno riesce a stabilire rapporti autentici di comprensione con gli altri e tutti appaiono condannati a un'
esistenza arida e infelice
Personaggio senza evoluzione
I ventuno capitoli del romanzo si suddividono in quattro parti, che corrispondono sommariamente
all'ascesa
di Gesualdo (prime due parti) e al
declino
(ultime due), ma in realtà anche la fase del successo iniziale è descritta con
toni cupi
Gesualdo entra in scena già
adulto
, nel pieno della sua potenza economica, mentre il tempo giovanile dell'accumulazione delle ricchezze resta fuori dal racconto e viene ricordato soltanto in qualche flash-back
A Verga interessa raccontare la vicenda dal momento in cui Gesualdo ha ottenuto il successo, per evidenziare quale sia il prezzo che egli deve pagare per sostenerlo
Non è presente alcuna evoluzione interiore del protagonista, che già dall'inizio appare infelice, affannato e solo
Lo stesso appellativo di Gesualdo, quel
"mastro-don"
anteposto al suo nome, è la prova del fallimento della sua ascesa sociale: egli merita il titolo onorifico di "don" poiché è divenuto un signore, ma il ricordo delle sue origini resta impresso nell'epiteto "mastro", proprio di chi svolge un umile mestiere
Gesualdo
non si evolve
, cambia classe sociale ma resta sempre quello che è, e il trattino che lega i suoi due titoli riflette l
'impossibilità di rimuovere il passato
e di modificare realmente il proprio stato
Lo spazio e il tempo; gli eventi quotidiani e quelli storici
Spazio
Lo spazio fisico del romanzo è quello di un paese della provincia siciliana, circondato da campi ed edifici rurali
Palermo
resta sullo sfondo, estranea e lontana nei suoi ambienti e rituali aristocratici
I luoghi descritti sono vari, ma nessuno di questi appare uno spazio accogliente e protettivo dove sia possibile rifugiarsi e trovare quiete; la stessa
natura
è rappresentata come paesaggio
duro e ostile
Tempo
Il tempo del racconto è ritmato dall'
attività di Gesualdo
che corre incessantemente da un luogo all'altro dei suoi possedimenti per sorvegliare i lavoratori e sovrintendere i propri affari; le sue ore di lavoro si succedono senza pause, segnate dalle rinunce e dagli affanni e dominate dall'unica ossessione di accumulare "roba"
Il suo è il
tempo della modernità
, che non conosce riposo ed è asservito alla produzione e all'interesse
Fatti storici
Moti carbonari del 1820
Epidemia di colera del 1837
Rivoluzione del 1848
La prospettiva è stretta ed egoistica dei singoli personaggi che giudicano i moti popolari sulla base dell'utile che ne possono trarre, senza comprenderne le motivazioni collettive
Tecnica narrativa
La narrazione è condotta attraverso la
tecnica dell'impersonalità
: il narratore infatti non interviene per dare informazioni, né pronuncia giudizi morali; i personaggi esprimono punti di vista differenti senza che un commento esterno orienti l'interpretazione del lettore
La voce narrante è
anonima
, ma
interna
al racconto, come se a raccontare fosse un soggetto appartenente allo stesso orizzonte culturale del protagonista
Verga impiega il
discorso indiretto libero
e lascia spazio ai pensieri dei personaggi
La lingua è un italiano
non letterario
che riproduce il linguaggio parlato, in cui si riconoscono
cadenze del dialetto siciliano