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LE ISTITUZIONI DEL REGIME FASCISTA-3 - Coggle Diagram
LE ISTITUZIONI DEL REGIME FASCISTA-3
LE MINORANZE ETNICHE-2
DOPO LA GUERRA VIVEVANO CONSISTENTI MINORANZE ETNICHE E LINGUISTICHE.
L’ALTO ADIGE ERA ABITATO DA CITTADINI TEDESCHI, IN VENEZIA GIULIA C’ERA UNA PRESENZA DI SLOVENI, IN ISTRIA LA MAGGIORANZA DELLA POPOLAZIONE ERA DI CROATA.
NEGLI UFFICI PUBBLICI FU IMPOSTO L’USO DELLA LINGUA ITALIANA.
NELLE SCUOLE ELEMENTARI L’INSEGNAMENTO ERA IN ITALIANO.
LE ASSOCIAZIONI CULTURALI TEDESCHE E SLAVE FURONO CONTROLLATE E PROIBITE.
LE TRADIZIONI E LA LINGUA VENNERO TENUTE IN VITA CON L’INSEGNAMENTO IN FAMIGLIA O IN SCUOLE CLANDESTINE.
LA SCUOLA FASCISTA
IL REGIME POSE SOTTO STRETTO CONTROLLO L’INSEGNAMENTO SCOLASTICO.
NELLA SCUOLA FU INTRODOTTO IL LIBRO DI TESTO, IL CUI CONTENUTO ERA CONTROLLATO DALLE COMMISSIONI DEL GOVERNO.
I GIOVANI AMMIRAVANO IL DUCE, PENSAVANO CHE L’ITALIA FASCISTA FOSSE L’EREDE DELL’ANTICA ROMA, DESIDERAVANO LA GRANDEZZA MILITARE DEL LORO PAESE.
DAL 1932 TUTTI I DIPENDENTI PUBBLICI FURONO OBBLIGATI A ISCRIVERSI AL PARTITO FASCISTA E A GIURARE FEDELTÀ AL REGIME.
POCHI RIFIUTARONO, CON GRAVE DANNO DELLA LORO CARRIERA E RISCHI PER LA LORO STESSA PERSONA.
L’EDUCAZIONE DEI GIOVANI
SECONDO I FASCISTI, L’ATTIVITÀ SPORTIVA E L’ISTRUZIONE DOVEVANO FORMARE UNA GIOVENTÙ DEGNA EREDE DELL’ANTICO IMPERO ROMANO, AL QUALE MUSSOLINI SI ISPIRAVA.
I GIOVANI DOVEVANO PARTECIPARE AD ATTIVITÀ CHE LI PREPARAVANO ALLA VITA MILITARE.
LE RAGAZZE RICEVEVANO UN ADDESTRAMENTO SPORTIVO, MA SI ESERCITAVANO ANCHE NELLE MANSIONI ALLE QUALI ERANO DESTINATE DI ATTENTE ORGANIZZATRICI DELLA CASA E MADRI DI FAMIGLIA.
I BAMBINI E GLI ADOLESCENTI ITALIANI FURONO INSERITI IN UN’ORGANIZZAZIONE CHIAMATA OPERA NAZIONALE BALILLA (ONB).
L’ISCRIZIONE ALL’OPERA NAZIONALE BALILLA ERA OBBLIGATORIA, PERCHÉ PER UN BAMBINO ERA IMPOSSIBILE RESISTERE ALLE PRESSIONI DI TUTTE LE AUTORITÀ ADULTE, SCOLASTICHE, FASCISTE E FAMILIARI.
IL CONCORDATO CON LA CHIESA CATTOLICA-1
MUSSOLINI ESALTÒ COME UN GRANDE SUCCESSO DELLA POLITICA ESTERA FASCISTA L’AVER POSTO FINE ALLA «QUESTIONE ROMANA»(1870).
L’11 FEBBRAIO 1929, NEL PALAZZO DEL LATERANO A ROMA, FURONO FIRMATI I PATTI LATERANENSI.
IL PONTEFICE RICONOSCEVA ROMA COME CAPITALE DEL REGNO D’ITALIA E IN L’ITALIA CEDEVA ALLA CHIESA UN TERRITORIO INTORNO ALLA BASILICA DI SAN PIETRO, FACENDONE UN VERO STATO: LA CITTÀ DEL VATICANO.
IL CONCORDATO REGOLÒ I RAPPORTI TRA LO STATO E LA CITTÀ DEL VATICANO.
LO STATO E LA CHIESA ERANO STATI CONCEPITI COME DUE POTERI INDIPENDENTI, CHE OPERAVANO: LO STATO NELLA SOCIETÀ CIVILE, LA CHIESA IN CAMPO RELIGIOSO.
IL CONCORDATO CON LA CHIESA CATTOLICA-2
CON I PATTI LATERANENSI IL POTERE CIVILE E RELIGIOSO FURONO NUOVAMENTE ASSOCIATI.
LO STATO ITALIANO RICONOBBE CHE LA RELIGIONE CATTOLICA APOSTOLICA ROMANA ERA LA RELIGIONE DELLO STATO; CHE IL MATRIMONIO RELIGIOSO AVEVA VALIDITÀ CIVILE; INTRODUSSE L’INSEGNAMENTO DELLA DOTTRINA CATTOLICA.
LA CHIESA ACCETTÒ DI NOMINARE DEI VESCOVI CHE AVESSERO IL GRADIMENTO POLITICO DEL GOVERNO ITALIANO E LI IMPEGNÒ A GIURARE FEDELTÀ ALLO STATO.
QUESTO ACCORDO REGOLÒ I RAPPORTI FRA CHIESA E STATO ITALIANO FINO AL 1984.