7 il comico, il sacro, l'osceno mappa giusta
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Proprio queste caratteristiche del Roman de Renart, possono contenere una prospettiva diversa sulla letteratura animalistica medievale.
Infatti, se si mette a fuoco il tratto distintivo dell'intreccio con personaggi zoomorfici, si può cogliere il denominatore comune di tradizioni narrative internazionali, attestate nei repertori dei folkloristi e documentate con continuità dalla letteratura ebraica a quella greca, a quella latina e medievale.
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Capitolo 9. Le maschere del trickster (Tristano e Renart)
Per quanto sorprendente possa sembrare a chi si accosti alla letteratura medievale francese due personaggi cosí distanti come Tristano, l'eroe della leggenda amorosa piú nota di tutto il Medioevo, e Renart, la volpe eponima di una serie di avventure furfantesche, hanno piú di un elemento in comune.
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Sono però le somiglianze tematiche fra le due storie principali
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L'amante di Tristano dice la verità, non mente, ma enuncia una proposizione che associa a uno stesso significante due significati, uno solo dei quali è alla portata dei suoi destinatari intratestuali
l'amante di Renart gioca invece sull'ambiguità semantica del verbo potere, che si riferisce tanto a una capacità quanto a un permesso.
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Vi sono tuttavia anche travestimenti veri e propri, maschere che i due eroi indossano per dissimulare la loro identità: Tristano si spaccia per giullare, per mercante quando vi ritorna per prelevare la futura sposa di Marco, si traveste da lebbroso, si maschera da giullare per per rivedere Isotta senza essere scoperto (nelle Folies);
anche Renart si trasforma in pellegrino e in giullare
Entrambi, danno prova altresì di un uso sofisticato della parola, grazie al quale hanno sempre la meglio sui loro avversari.
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Entrambi si dimostrano in grado di mimare invenzioni e spettacoli improvvisati per riuscire loro imbrogli (si avvalgono della parola)**
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Capitolo 10. Il complotto della volpe (e della donnola) e la retorica del trickster
La volpe Renart è forse il più celebre trickster della letteratura francese medievale, anche perché è il personaggio che ne realizza meglio, e con maggiore estensione, **i tratti distintivi: dalla serialità dei racconti alla furfanteria, dallo zoomorfismo all'insaziabilità, all'erotismo
retorica renardiana = complesso dei mezzi e delle risorse linguistiche con cui inganna i suoi avversari o cattura le sue prede --> lo pone a un livello superiore rispetto agli altri sudditi del regno di Noble (il leone).
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Renart sfrutta il loro appetito, o la loro golosità, per deviarli verso un obiettivo che si rivelerà una trappola.
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Renart ribalta i rapporti di forza, che lo vedono in condizione d'inferiorità e trasforma un oppositore in un aiutante.
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- La specificità del racconto zoomorfico è lo strumento che potrebbe permettere di gettare un ponte tra tradizione esopica e zooepica.
- Il racconto zoomorfico rappresenta un patrimonio culturale condiviso, che trae le sue origini da un'epoca remota in cui la civiltà umana condivideva, non sempre in modo pacifico, il pianeta con le altre specie animali.
- La lunga durata degli intrecci, delle tipologie di personaggi, e di altri elementi (come la zoonimia), porta a riconoscere anzitutto il peso della trasmissione orale.
- sono caratterizzate dal folklore animalistico tanto la tradizione esopica quanto il Roman de Renart.
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- L'adulterio è l'avvenimento centrale tanto nel Roman de Renart che nel Roman de Tristan; in entrambi i casi i personaggi coinvolti nella relazione triangolare appartengono alla nobiltà e sono implicati in un'identica relazione di parentela. Soprattutto si sovrappongono le procedure giudiziarie attraverso i due giuramenti equivoci pronunciati da Isotta e dalla lupa di fronte alle corti di Artú
- Questo passaggio invita a focalizzare l'attenzione sui protagonisti dei due testi, a partire appunto da quelli femminili.
- I giuramenti che pronunciano Isotta e Hersent, quest'ultima parodiando la prima, vanno contestualizzati in un tipo di cultura cioè quella del XII secolo, che dà importanza al formalismo del rituale, nel senso che riconosce alle parole e discorso in pubblico, un valore impegnativo assai piú che alle intenzioni
Si può dire che entrambe esemplifichino la menzogna' cioè la forma linguistica attraverso la quale rendere dicibile un contenuto di verità che altrimenti la società censura.
Le due donne mostrano un'abilità retorica e linguistica superiore alla media degli altri personaggi e assimilabile a quella di cui danno prova Renart e Tristano.
Il travestimento, la maschera, il rifiuto di un'identità fissa e definita l'allegra astuzia sono i connotati salienti delle azioni dell'imbroglione mitologico
Il gioco con le regole, l'allusione scherzosa sostituiscono la finalità trascendentale nelle loro azioni.
Tristano e Renart sono figure ambivalenti e contraddittorie, che agiscono spinti da impulsi primari (la fame, il sesso come bisogni corporei fondamentali) e per mezzo di inganni, dei quali sono però talvolta anche vittime: accade a Renart ogni volta che si misura con avversari piú deboli di lui, che crede di sopraffare solo con la forza, ma che si rivelano piú furbi, e accade a Tristano, quando inganna Isotta.
L'inganno è l'unico modo che questi eroi hanno per ottenere ciò che desiderano, dal momento che, in genere, si tratta di beni che sono loro preclusi, cioè vietati da una norma socioculturale o altrimenti inaccessibili, fuori della loro portata.
Questa struttura a episodi staccati appartiene alla natura stessa delle storie di Renart e di Tristano
I romanzi di Tristano e Renart condividono anche il carattere aneddotico tipico delle tricksters' stories, che si sviluppano in forma seriale a partire da episodi autonomi, legati uno all'altro
La strutura narrativa, ricorda quelle che guidano le gesta cavalleresche, e si condensa ogni volta di nuovo intorno a una singola avventura, esaurita la quale l'eroe sembra ritornare al punto di partenza.
Il Roman de Tristan di Béroul, costituisce un altrettanto chiaro richiamo al mondo renardiano, tanto per la frequenza con cui viene indicata l'astuzia della volpe, e soprattutto, per la denominazione della dimora di Renart in un contesto in cui il discorso della spia evoca appunto il nascondiglio di Tristano, da cui si allontana per visitare Isotta.
Tristano ricorda a Isotta le doti di ingegno e arte, cui debbono ricorrere gli amanti, impiegando gli stessi termini che connotano abilmente il comportamento della volpe nel Roman de Renart.