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CARTESIO: DIO COME GIUSTIFICAZIONE METAFISICA DELLE CERTEZZE UMANE -…
CARTESIO: DIO COME GIUSTIFICAZIONE METAFISICA DELLE CERTEZZE UMANE
Il problema del rapporto tra pensiero e realtà:
io sono un essere pensante che ha idee
dove per idea si intende ogni oggetto o contenuto del pensiero
sono sicuro
del fatto che tali idee esistono nel mio spirito
, perché esse, come atti del pensiero, fanno parte di me come soggetto pensante
Non sono invece sicuro
che a queste idee corrispondano realtà effettive fuori di me
necessità di dimostrare l'esistenza di Dio:
la dimostrazione dell’esistenza di un Dio perfetto e buono ha per Cartesio
non tanto valore teologico
, quanto **gnoseologico
poiché
Dio costituisce il fondamento e la garanzia
sia della verità di ciò che l’uomo conosce, sia dell’esistenza del mondo esterno
Le prove dell'esistenza di Dio:
Cartesio elabora le sue idee con un
RAGIONAMENTO A PRIORI
(partendo dal
cogito
)
2)idee avventizie:
quelle che mi sembrano estranee a me, cioè derivano dall'esterno
esempio:
appartiene a queste l'idea delle cose naturali (l'albero, la pietra)
3)idee fattizie:
quelle formate o trovate da me stesso
esempio:
appartiene a queste l'idea delle cose
inventate
1) idee innate:
1) quelle che mi sembrano presenti in me da sempre, cioè non derivate dall’esterno
esempio:
appartiene a queste il concetto di
cosa
e
sostanza
PRIMA PROVA: DA DOVE DRIVA LA MIA IDEA DI DIO?
non c’è altro da fare che interrogarsi sulla loro causa
Tutte le idee che io possiedo non contengono nulla di così perfetto che non possa essere stato prodotto da me
Ma
non vale per l’idea di Dio
, o, meglio, per
l’idea di infinito
per Cartesio la causa di un’idea deve sempre avere tanta realtà
quanta ne possiede l’idea stessa
e quanta ne possiede l’oggetto che essa rappresenta
SECONDA PROVA: DA DOVE DERIVANO LE MIE IMPERFEZIONI?
anche questa si genera dall'idea del
cogito
cioè che dubito
se sono in grado di riconoscermi come un essere finito e imperfetto, è perché
esiste «un essere più perfetto del mio»
dal quale io dipendo e da cui ho acquisito le mie (im-)perfezioni.
TERZA PROVA: QUELLA ONTOLOGICA
non è possibile concepire Dio come essere sovranamente perfetto senza ammettere la sua esistenza
perché l’esistenza è una delle sue perfezioni necessarie