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CARTESIO: IL DUBBIO E IL COGITO - Coggle Diagram
CARTESIO: IL DUBBIO E IL COGITO
Dal dubbio metodico al dubbio iperbolico
metodico:
Trovare il fondamento di un metodo che dev’essere la guida sicura della ricerca in tutte le scienze è possibile solo usando
una critica radicale di tutto il sapere già dato
bisogna
dubitare di tutto
e considerare (anche provvisoriamente) falso tutto ciò su cui è possibile avere dei dubbi
se si arriva a un principio che resiste al dubbio, allora sarà tale da poter essere considerato il
fondamento
per le altre conoscenze
iperbolico:
si può e si deve dubitare delle
conoscenze sensibili
sia perché i sensi possono ingannarci, sia perché si hanno nei sogni impressioni o sensazioni simili a quelle che si hanno nella veglia
Altre conoscenze sono vere sia nel sogno, sia nella veglia, come le
conoscenze matematiche
(2 + 3 fa sempre 5, sia quando si dorme, sia quando si è svegli)
ma neppure queste conoscenze possono essere sottratte al dubbio, essendo state stabilite o create da
Dio
che non aveva alcun limite
il genio maligno:
l'idea che anche le certezze matematiche possano essere illusorie portano Cartesio a pensare che esista questa figura che le abbia create
una potenza malvagia che ci inganna facendoci apparire chiaro ed evidente ciò che è falso e assurdo
il dubbio si estende a ogni cosa e diventa universale: si giunge così al cosiddetto
dubbio iperbolico
cogito ergo sum:
(prima certezza) io posso ammettere di ingannarmi o di essere ingannato in tutti i modi possibili,
ma per ingannarmi o per essere ingannato io devo
esistere, cioè essere qualcosa e non nulla
infatti
può dubitare solo chi esiste
La natura del cogito:
l'io come soggetto pensante
io non esisto se non come cosa che dubita, cioè come cosa che pensa
io esisto=La mia esistenza di soggetto pensante è certa come non lo è l’esistenza di nessuna delle cose che penso
esempio:
io percepisco un'odore che non esiste, ma
io esisto
Le cose pensate, immaginate possono
non essere reali
ma certamente sono reali il mio pensare, il mio vedere
differenza con
Agostino
e
Campanella
Agostino:
si tratta di stabilire la presenza trascendente della Verità (cioè di Dio) nell’interiorità dell’uomo
Campanella:
si tratta di stabilire la natura dell’anima senziente in quanto coscienza delle proprie modificazioni
Cartesio:
trovare nell’esistenza del soggetto pensante,
il principio che garantisce la validità della conoscenza umana
e l’efficacia dell’azione umana sul mondo
L’accusa di circolo vizioso: Antoine Arnauld
accusa il ragionamento cartesiano di essere un
circolo vizioso
, poiché:
se il cogito ergo sum
viene accettato perché
evidente
, allora la regola dell’evidenza risulta anteriore allo stesso cogito
Cartesio si difende dall'accusa:
afferma che l'
evidenza
è l'autoevidenza esistenziale che il soggetto ha di se stesso
L’io
è assolutamente certo
di essere «una cosa che pensa» perché sarebbe contraddittorio pensare il contrario
L'accusa di Pierre Gassendi:
afferma che il principio di Cartesio è un
sillogismo abbreviato
Cartesio
si difende
rispondendo che il cogito
non è
un ragionamento, cioè l'esito di una deduzione
MA
un'
intuizione immediata della mente
L'accusa di HOBBES:
Cartesio ha avuto ragione nel dire che l'io, in quanto
pensa
allora esiste
ma sostiene che ha
torto
nel pretendere di definire l'io come
uno spirito, un'anima
Cartesio
si difende
rispondendo che esiste una
RES COGITANS
cioè la sostanza o anima
pensante
che è
immateriale