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UNO, NESSUNO, CENTOMILA (Luigi Pirandello) 1926 - Coggle Diagram
UNO, NESSUNO, CENTOMILA (Luigi Pirandello) 1926
É un'opera dalla lunghissima gestazione meditata, dal 1909 al 1926. É considerata L'ESTREMO DELLA RIFLESSIONE SULL'IDENTITÁ.
La struttura narrativa viene ideata in prima persona, e le vicende iniziano ad articolarsi in seguito ad un commento improprio della moglie. (configurandosi quindi come un Romanzo in retrospettiva)
Vitangelo Moscarda, il protagonista è un "Forestiere delle Vita" che volontariamente si estranea dalla sua invidiabile situazione economica e dal matrimonio.
É un Romanzo a Tesi in cui la componente principale narrativa è volta ai vantaggi del lettore. Il ragionamento è filosofico, e la fabula, che comincia dal quarto capitolo in poi, è un avvalorare le tesi presentate nei precedenti capitoli.
L'IDENTITÁ IN FRANTUMI
L'immagine proiettata dalla moglie non corrisponde all'immagine che egli si era profilato per sè.
Nasce quindi L'INCHIESTA DEL PROTAGONISTA.
Il protagonista si accorge che la sua personalità è vista in modo diverso rispetto alla Moglie, a Firbo e Quantorzo. Sono i numeri potenzialmente illimitati di identità che esistono nel personaggio.
IDENTITÁ è la tendenza trasformativa e modificatrice della propria personalità e delle proprie tendenze. Essa è percepita diversamente dalle diverse persone.
Diventa quindi soggettiva e relativa ed è impossibile concretamente comunicare uno stato d'animo o una semplice espressione dell'identità. Essa è frutto di una confusa constatazione della persona.
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I PAZZI E I SAVI
PAZZIA
Nelle opere pirandelliane, la pazzia diventa un elemento fondamentale, soprattutto perché è capace di mostrarci un punto di vista alternativo rispetto al consueto.
Nell'opera "Uno, Nessuno, Centomila", infatti, il protagonista comprende una realtà universale; cioè quella che definisce che l'umanità è PAZZA.
Recitando solo una parte, l'uomo non si accorge di essere pazzo e crede tale colui che HA COMPRESO LA VERITÁ UNIVERSALE.
SAGGEZZA
SAVIO é colui che invece dimostra di aver compreso che tutta l'umanità è soggiogata dalla pazzia che ci costringe a pensare di possedere una identità formale alla quale affidarci.
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LA TRAMA
LO SFRATTO
Compresa la natura soggettiva dell'identità, Mostarda si adopera per modificare la nomea di usuraio. Procedendo con lo sfratto dei due personaggi Marco di Dio e Diamante.
ANNA ROSA
Vitangelo ha solo un'amica, che prova affetto per lui, ma quando egli gli confida la realtà identitaria dell'essere umano, Anna Rosa gli spara ferendolo. Da questo episodio eclatante alla fama di usuraio si aggiunge la fama di maniaco sessuale.
IL DIFETTO
Nella prima parte, il romanzo si concentra sulla realizzazione da parte del protagonista VITANGELO MOSCARDA del concetto di identità, iniziato a partire da un commento della moglie DIDA.
L'OSPIZIO
Terminate le vicende, Vitangelo vuole obbligatoriamente liberarsi del suo patrimonio (e viene fatto credere inferrò mentalmente dalla moglie e dai due economisti Firbo e Quantorzo), sotto consiglio di un vescovo devolve il suo patrimonio in un ospizio nel quale anche lui verrà riconverato.