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IL PRINCIPE (4): UN METODO RIVOLUZIONARIO - Coggle Diagram
IL PRINCIPE (4): UN METODO RIVOLUZIONARIO
Il cardine centrale del pensiero di Machiavelli è rappresentato dal realismo
L’unica realtà riconosciuta come utile per analizzare l’azione politica è l’esperienza
ogni costruzione teorica deve partire dall’osservazione empirica dei dati concreti
si applica lo stesso metodo di indagine che nel '600 sarà riconosciuto come
metodo scientifico
obiettivo:
fare della realtà l'unico dato a cui attenersi
inizialmente si ritiene che usi un metodo
induttivo:
dal particolare all'universale
dalla conoscenza di casi singoli si può desumere una norma sempre valida
alcuni studiosi individuano nel metodo machiavelliano un procedere
deduttivo:
da un assunto generale a una conferma nel particolare
Machiavelli riconosce di provocare uno scandalo provocando il pubblico con la sua opera
precisa che per il principe
«operare contro alla fede
è doveroso solo se «necessitato»
è la necessità (cioè il mantenimento dello Stato) a determinare la condotta dell’uomo di potere
in politica
è bene quel che è utile,
anche la crudeltà,
qualora sia funzionale al bene comune e al consolidamento del potere
Machiavelli non aveva mai aderito ad una precisa fazione politica
partecipò alla lotta politica nella sua città non come uomo di parte, ma come
funzionario
dello Stato
alla caduta della repubblica lui non rinuncia a prestare il suo contributo per il bene dello Stato
presupposto che occuparsi dello Stato sia un servizio da svolgere con dedizione
per il bene della collettività
in poco più di 40 anni si alternano: governo popolare di Savonarola, oligarchia, ritorno dei Medici
per poi tornare ad una breve restaurazione repubblicana prima del ritorno al potere dei Medici
analizza la realtà della situazione italiana, si impegna nell’appassionata ricerca di una via d’uscita, presentata nell'
ultimo capitolo:
esorta i Medici a prendere le armi e a mettersi alla guida di un fronte unitario composto dai principi italiani per cacciare gli stranieri dall’Italia
gli storici definiscono il suo modello
utopico:
sarebbe stato irrealizzabile, date le condizioni politiche in cui veniva esposto
la sua opera doveva proporsi piuttosto come
manifesto operativo
indicando uno scopo da realizzare, con il desiderio di contribuire a trasformare l'Italia