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DOMUS INSULAE E TABERNAE - Coggle Diagram
DOMUS INSULAE E TABERNAE
Le insulse erano dei palazzi popolari, ogni tanto formavano l'una accanto all'altra un quadrilatero con un giardino centrale. Erano costruiti su tre piani: tabulata, contabulationes e contignationes
Traiano, poco attento al popolamento della città, impose un limite di altezza alle insulse di 60 piedi. Nel IV sec. nasce l'insula Felicles.
L'illuminazione nelle città non esisteva, infatti le persone giravano con delle torce.
le torce: formate da un fusto di legno intorno a cui venivano attorcigliate le candele sottili o lana imbevuta di grasso animale o di pesce. Venivano usate dall'esercito romano e nei luoghi pubblici venivano fissate alle pareti
le lucerne: era il mezzo più diffuso per illuminare gli interni. Era costituita da un corpo principale che pungeva da serbatoio (pieno di olio o grasso che bruciava grazie a uno stoppino) e da uno uno o più beccucci.
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i candelabri: Erano in genere di bronzo e avevano bassorilievi, erano a tre piedi con sagome di animali e divinità. Erano diversi in base all'uso che se ne doveva fare
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Le insegne: erano semplici ma di buona fattura, con la raffigurazione della merce di cui si trattava
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Le domus erano abitazioni dei patrizi, erano a pianta rettangolare e avevano solo un piano. Avevano diverse stanze come l'ingresso, la stanza principale dal quale si accedeva alla stanza da letto , la sala da pranzo e il salotto
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A Roma, alcune strade prendevano il nome delle botteghe specializzate nella vendita di prodotti
Le tabernae erano una sorta di ristorante dotate di una sola stanza. Nacque come deposito ed era la bottega degli artigiani
le caratteristiche fondamentali dell'arredamento delle tabernae erano l'essenzialità e la semplicità, dei mobili e degli arredi
erano situate al piano terra delle insulae, erano gestite da liberti e si vendevano prodotti agricoli o artigianali
erano in genere attività familiari, ma ci lavoravano anche schiavi che ricevevano una paga molto bassa
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